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Pena di Morte

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  • #76
    np

    ma mi spieghi meglio la tua ultima domanda?
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    • #77
      Subito.

      Prendiamo due persone, A e B.
      A è cresciuto in Italia, stato a maggioranza cattolica, ed ha avuto un'imprinting, se non cattolico/cristiano, relativamente simile. Quindi è stato abituato fin da piccolo a concetti come "Non c'è niente di più prezioso della vita umana/La vita umana non ha prezzo/Dio è il solo che può giudicare" a seconda dei casi.
      B è nato in un altro paese, magari non occidentale, dove gli hanno insegnato che la comunità ha valore maggiore del singolo.

      Non credi che, di conseguenza, il loro punto di vista sulla pena di morte possa essere diverso, a causa della diversa percezione della vita e della collettività che hanno?

      Dico questo perché il tuo discorso era basato su un valore oggettivo (colpevolezza, e conseguente incertezza) e su uno soggettivo.

      Life was like a fantasy / Taken by reality / Does anyone remember me / You once knew me
      Flashes of the day / I knew I was here to stay / But no one stays the same


      Lo Spambollino fa FIGO

      Membro del W.A.M. (War Against Mediaset) e presidente del M.A.I. (Musicians Against Ibanez)

      Ex Custode della Topa (R.I.P.) [NCdS]

      Dedico questa riga alla topa. Mi mancherai.

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      • #78
        Originally posted by Kranium -NCdS-
        Subito.

        Prendiamo due persone, A e B.
        A è cresciuto in Italia, stato a maggioranza cattolica, ed ha avuto un'imprinting, se non cattolico/cristiano, relativamente simile. Quindi è stato abituato fin da piccolo a concetti come "Non c'è niente di più prezioso della vita umana/La vita umana non ha prezzo/Dio è il solo che può giudicare" a seconda dei casi.
        B è nato in un altro paese, magari non occidentale, dove gli hanno insegnato che la comunità ha valore maggiore del singolo.

        Non credi che, di conseguenza, il loro punto di vista sulla pena di morte possa essere diverso, a causa della diversa percezione della vita e della collettività che hanno?

        Dico questo perché il tuo discorso era basato su un valore oggettivo (colpevolezza, e conseguente incertezza) e su uno soggettivo.
        Ok: ho capito.
        Come dicevo in un 3d diverso solo pochi minuti fa; mi considero un relativista. Questo mi porta a cercare di mantenere una certa equanimità nei confronti di qualunque cultura diversa dalla mia.
        Se mi capitasse di andare in un paese straniero e trovassi delle misure etiche diverse da quelle che ho avuto modo di maturare nella mia cultura di origine credo che vorrei essere capace di adeguarmi anche a costo di combattere il mio "imprinting" sociale.
        In pratica, se dovessi considerare in termini causali, questi principi cercherei di partire dal concetto del: "perchè, in questo posto, si usa fare cosi'"; e sono sicuro che troverei (se fossi abbastanza inteligente) delle motivazioni pratiche e funzionali al problema; per esempio, se mi domandassi perchè sia applicata la pena di morte in paesi in via di sviluppo o economicamentesvantaggiati, potrei rispondermi che contenere un elemento pericoloso per la società sia molto costoso, quindi quella cultura potrebbe aver adottao la scelta di ucciderlo per poter garantire la sicurezza di molti.
        Ma la nostra cultura è quella Europea e abbiamo radici e soluzioni comuni dalle quali è difficile prescindere nel momento in cui si discute di una soluzione per tutti: io non sono cattolico ne cristiano; ma mi sentirei in difetto se non avessi letto la Bibbia.

        Se invece mi chiedi conto di una differenza (diciamo cosi') religiosa; credo di poter affermare che la sacralità della vita sia un concetto comune alle maggiori religioni mondiali (almeno quelle che conosco) e non credo che ne esistano (se non nel caso in cui siano male applicate) a favore della pena capitale.

        Che, comunque, sia una questione pratica ce lo conferma addirittura Ghandi: quando afferma che non è violenza uccidere un pazzo furioso che si aggira in un villaggio con un machete ammazzando chiunque incontri; che non è violenza uccidere un cane che soffre se non si possa curarlo; che non è violenza uccidere, addirittura, il proprio figlio se si ritenga che non possa essere curato. L'importante sarebbe "cosa" spinge a compiere un azione. Ma se gandi avesse ritenuto di poter evitare queste cose credete che non lo avrebbe fatto? Noi posiiamo evitarlo e, secondo me, siamo molto fortunati.
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        • #79
          Grazie per l'esauriente risposta.

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          • #80
            Mi è capitato di vedere oggi, su di un telegiornale, il caso di un tale italoamericano condannato a morte per stupro ed omicidio; nel servizio mostravano questo ragazzo in lacrime mentre urlava alle telecamere la sua innocenza. purtroppo la sentenza pare fu eseguita lo stesso.
            Adesso, a distanza di poco tempo, è venuto fuori che, probabilmente, si era trattato di un errore e che il dna del sangue trovato sotto le unghie della vittima, forse, non era il suo.
            Era giovane; avrà avuto 30 anni; mi si è stretto lo stomaco nel pensare che un uomo veniva ucciso; niente pietà; nessun dubbio;sono tutti convinti della sua colpevolezza: le prove sono schiaccianti; non valgono a nulla il suo pianto e la sua pretesa di innocenza.
            Forse era colpevole o forse no; ma è troppo tardi, in questo caso, per chiedergli perdono.
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            • #81
              Rocco Barnabei?
              Già non c'erano prove sufficienti, ora è stato addirittura scoperto che i test del DNA sono stati FALSIFICATI.

              Pare che l'ex governatore premesse particolarmente sul laboratorio delle analisi per avere risultati il più presto possibile, le indagini (relative a più o meno 150 casi simili) si muovono in quella direzione.

              Lì c'è gente che prende voti in proporzione al numero d'esecuzioni, e dove le guerre non legittimate vengono reputate meno dannose di un ******* sotto la scrivania. Strano posto, gli U.S.A., davvero strano.

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