LINGUA E SCRITTURA
GLI IDEOGRAMMI CINESI
La grammatica giapponese è basata essenzialmente sull'uso dei caratteri idieagrafici cinesi, i cosiddetti KANJI ( KAN l'antico nome della Cina, ji vuol dire carattere ), che si ritiene siano stati introdotti in giappone intorno al V secolo d.C. Nella scrittura ideagrafica ogni ideogramma corrisponde ad un idea ed è la rappresentazione grafica del concetto che si vuole esprimere.
In origine i simbili erano pittogrammi e rappresentavano la forma delle cose del mondo sensibile mediante una figurazione schematica, Attraverso i secoli pero', la natura pittorica dei simboli è andata via via scomparendo, tant'è che sarebbe inutile oggi, nella maggior parte dei casi, tentare di individuare il significato di un ideogramma dalla sua forma.
All'inizio i giapponesi presero dai cinesi un certo numero di caratteri e, tenendo conto che non del loro contenuto ideografico ma del loro valore fonetico, li usarono per rappresentare i differenti suoni della loro lingua: questi nn erano che una cinquantina sufficiente a coprire le loro esigenze.
Il cinese era però una lingua monosillabica in cui una leggera modulazione di voce bastava a cambiare il significato di una parola ... E poichè ogni modulazione corrispondeva poi alla scrittura di un ideogramma, i giapponesi, dovendo rappresentere graficamente un emissione della loro voce, si trovarono di fronte ad un considerevole numero di caratteri quasi identici aventi lo stesso suono, cominciarono diciamo a usare diversi ideogrammi a capriccio. Tutto questo creò gran confusione che ha reso assai difficile la traduzione di lettere e documenti antichi. Col tempo si cambio il metodo e si cominciarono ad usare gli ideogrammi per la loro rappresentazione simbolica ...
Cioè, ad esempio, volendo rappresentare graficamente la parola hi, che vuol dire "sole" e anche "giorno" o in alcuni casi "luce" i giapponesi si servirono dell'ideogramma
volendo rappresentare la parola moto che vuol dire "origine", si servirono dell'ideogramma
e così via ...
Ma quando dalla rappresentazione di idee semplici che richiedevano l'uso di un solo ideogramma si passo a idee piu complesse e quindi all'uso di due o piu caratteri, i giapponesi furono indotti ad abbandonare la pronuncia originaria e a usarne una risultante dalla fusione delle singole emissioni di voce degli ideogrammi stessi. Ad esempio considerando il nome del loro paese "il paese all'origine del sole" si servirono di due ideogrammi ( quali saranno !^^ ). hi fu letto nichi e moto fu letto hon per contrazione dei suoni risulta NIHON o NIPPON ossia "il paese del sol levante" ossia "Giappone"
Da questo strano connubio di due lingue profondamente differenti quella giapponese ne e'uscita attraverso i secoli completamente trasformata; ne scaturì una nuova lingua composta da nuove parole chiamate kango ( kan = "cina", go = "parola" ossia parola parola cinese ) per la loro nobile origine e per la loro brevità incontrarono il favore del popolo e quindi longevità. Tale flusso di parole, tuttora in espansione, ha incrementato fortemente il lessico giapponese ( attualmente ne costituisce il 60%), e ha fatto di questa lingua, che conta oltre 700mila vocabili, uno dei piu ricchi del mondo ( forse IL più ricco linguaggio moderno a base di ideomi).
Se da un lato tale ricchezza costtuisce un patrimonio prezioso, dall'altro rappresenta però un ostacolo insormontabile; questo ha portato il giappone ad abbandonare tale metodo per una più scrittura piu semplice e più pratica. Difatti molte parole giapponesi di origine cinese hanno una identica pronuncia ma un significato differente, e quindi non possono essere distinte graficamente l'una dall'altra se la scrittura e'solamente fonetica, ma sono distinguibili se e'ideografica. Ad esempio la parola
KANJI
oltre a significare carattere cinese vuol dire senzazione, impressione o anche senso: ai 2 significati corrispondono 2 ideogrammi differenti
e consiste in una distinzione grafica ben visibile.
<...> continua prossimo post
GLI IDEOGRAMMI CINESI
La grammatica giapponese è basata essenzialmente sull'uso dei caratteri idieagrafici cinesi, i cosiddetti KANJI ( KAN l'antico nome della Cina, ji vuol dire carattere ), che si ritiene siano stati introdotti in giappone intorno al V secolo d.C. Nella scrittura ideagrafica ogni ideogramma corrisponde ad un idea ed è la rappresentazione grafica del concetto che si vuole esprimere.
In origine i simbili erano pittogrammi e rappresentavano la forma delle cose del mondo sensibile mediante una figurazione schematica, Attraverso i secoli pero', la natura pittorica dei simboli è andata via via scomparendo, tant'è che sarebbe inutile oggi, nella maggior parte dei casi, tentare di individuare il significato di un ideogramma dalla sua forma.
All'inizio i giapponesi presero dai cinesi un certo numero di caratteri e, tenendo conto che non del loro contenuto ideografico ma del loro valore fonetico, li usarono per rappresentare i differenti suoni della loro lingua: questi nn erano che una cinquantina sufficiente a coprire le loro esigenze.
Il cinese era però una lingua monosillabica in cui una leggera modulazione di voce bastava a cambiare il significato di una parola ... E poichè ogni modulazione corrispondeva poi alla scrittura di un ideogramma, i giapponesi, dovendo rappresentere graficamente un emissione della loro voce, si trovarono di fronte ad un considerevole numero di caratteri quasi identici aventi lo stesso suono, cominciarono diciamo a usare diversi ideogrammi a capriccio. Tutto questo creò gran confusione che ha reso assai difficile la traduzione di lettere e documenti antichi. Col tempo si cambio il metodo e si cominciarono ad usare gli ideogrammi per la loro rappresentazione simbolica ...
Cioè, ad esempio, volendo rappresentare graficamente la parola hi, che vuol dire "sole" e anche "giorno" o in alcuni casi "luce" i giapponesi si servirono dell'ideogramma
volendo rappresentare la parola moto che vuol dire "origine", si servirono dell'ideogramma
e così via ...
Ma quando dalla rappresentazione di idee semplici che richiedevano l'uso di un solo ideogramma si passo a idee piu complesse e quindi all'uso di due o piu caratteri, i giapponesi furono indotti ad abbandonare la pronuncia originaria e a usarne una risultante dalla fusione delle singole emissioni di voce degli ideogrammi stessi. Ad esempio considerando il nome del loro paese "il paese all'origine del sole" si servirono di due ideogrammi ( quali saranno !^^ ). hi fu letto nichi e moto fu letto hon per contrazione dei suoni risulta NIHON o NIPPON ossia "il paese del sol levante" ossia "Giappone"
Da questo strano connubio di due lingue profondamente differenti quella giapponese ne e'uscita attraverso i secoli completamente trasformata; ne scaturì una nuova lingua composta da nuove parole chiamate kango ( kan = "cina", go = "parola" ossia parola parola cinese ) per la loro nobile origine e per la loro brevità incontrarono il favore del popolo e quindi longevità. Tale flusso di parole, tuttora in espansione, ha incrementato fortemente il lessico giapponese ( attualmente ne costituisce il 60%), e ha fatto di questa lingua, che conta oltre 700mila vocabili, uno dei piu ricchi del mondo ( forse IL più ricco linguaggio moderno a base di ideomi).
Se da un lato tale ricchezza costtuisce un patrimonio prezioso, dall'altro rappresenta però un ostacolo insormontabile; questo ha portato il giappone ad abbandonare tale metodo per una più scrittura piu semplice e più pratica. Difatti molte parole giapponesi di origine cinese hanno una identica pronuncia ma un significato differente, e quindi non possono essere distinte graficamente l'una dall'altra se la scrittura e'solamente fonetica, ma sono distinguibili se e'ideografica. Ad esempio la parola
KANJI
oltre a significare carattere cinese vuol dire senzazione, impressione o anche senso: ai 2 significati corrispondono 2 ideogrammi differenti
e consiste in una distinzione grafica ben visibile.
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