Era mercoledì 18 luglio e doveva lasciare Roma per stare almeno dieci giorni con i suoi prima di partire per i 15 giorni di vela e gli altri 15 come istruttrice della medesima a Caprera, tutto in quella maledetta isola che è la Sardegna, dove segna sempre quel bastardo di Daniels Conti, ma vabbè.
Avevamo in programma di vederci il 18 agosto in Sardegna in Valle della Luna, ma entrambi sapevamo bene che sarebbe stata troppo dura attendere un mese, vivevamo insieme da 4 mesi, dormivamo insieme, facevamo la spesa insieme, parlavamo del futuro in lunghe passeggiate notturne nel centro di Roma e sui lungomare di Ostia e Gaeta, organizzavamo cene e robe del genere. Praticamente in simbiosi, dove tutti gli altri erano un contorno. Stare anche due ore lontani era una sofferenza o, come direbbe la Volpe, il prezzo della felicità per poi rivedersi.
Insomma sì, tutto abbastanza patetico da liceali tipo, ma credo che Daniels che ci ha visto muoverci abbia capito cosa intendo.
Comunque una cosa da sconvolgere tutti i sensi, anche il settimo con buona pace di Pegasus.
Epperò era mercoledì 18 luglio e il binario 4 di Termini era commosso a vedere noi separarci, due ragazze e una signora si sono messe a piangere e ci dicevamo quanto eravamo belli, che manco nei film eccetera.
Ora dovete sapere che lei non aveva mai avuto un ragazzo fisso, si potrebbe dire, ma non vi azzardate, che avesse troieggiato e basta nei suoi 22 anni. Comunque arrivata in quel di Cortina lascia passare qualche giorno e poi racconta ai suoi di me, descrivendomi anche molto peggio di quando appaio. Eravamo d'accordo che non sarei salito a trovarla perché tornava a casa anche la sorella da Parma, molto, ma molto fregna, e i genitori erano preoccupati e via dicendo perché questa, Francesca, ha disturbi non piccoli, tipo che vomita e quelle cose lì, ora ho dimenticato come si chiama la malattia, anche io vomito, ma non ne faccio un caso, ecco.
Invece quando i genitori hanno saputo che la loro primogenita si fosse fidanzata, per così dire "ufficialmente" e che si parla di matrimonio e bambini, beh hanno detto di far venire su questo giovanotto.
Erano passati 5 giorni, forse più tristi dell'anno dello scudetto della Lazie e io stavo impazzendo, roba che pisciavo fuori dalla finestra e mi lavavo le mani nel bidet, tramortito a casa con droghe di Madre Natura e neanche il calciomercato a rallegrare.
Mi chiama alle 7 di sera e mi dice che devo assolutamente salire su da lei. Controllo i treni, tutte le frecciargento piene, faccio lo zaino, chiedo a mia sorella di portarmi all'autogrill, parto in autostop. Lunedì a mezzanotte l'abbraccio a Padova dopo 9 ore di passaggio diretto con un camionista di Nola, Felice Scalmanato che in cambio di preghiere su Nostra Signora Dell'Addolorata e qualche Padre Nostro acconsentiva a portarmi addirittura fino a Wcenza. Arriviamo in Cadore dopo altre 2 ore di autostrada sul suo jeeppone, lasciato guidare a turno a Ale e Susanna affinchè noi potessimo stare dietro a tenerci stretti stretti fino a scambiarci l'anima.
Il martedì del mattino dopo eravamo soli in casa, i genitori uscivano presto per andare a lavorare, ancora non li avevo conosciuti, facciamo colazione in giardino, davanti alle Dolomiti e manco 20 gradi, lei, meravigliosa come solo chi l'ha vista può sapere, mi prepara il caffè come a Roma, mi sbuccia la frutta e stende la marmellata, io fumo e l'accarezzo e le riempio la testa di cazzate logorroiche, mentre il JBL dell'iPod, per l'occasione tra l'erba del giardino, manda gli Almamegretta e i Tiromancino, perché è musica perfetta per fare colazione e dopo aver fatto l'amore, dice lei.
Intanto le 13 si avvicinavano e io in vena avevo ansia da prestazione, insomma pranzo con lei e i suoi, noi 4, allora facciamo aperitivo dai suoi nonni che abitano al piano di sopra del mezzo castello in legno che è la sua casa. Ora i nonni vivono di rendita da sempre essendo proprietari del negozio di Benetton a Cortina, bevono in modo disumano e capita anche che sbrattano fuori dal Mercedes da non so quanti zero. Vengo accolto come una star e via di Spritz, prosecco che all'una sono abbastanza a mio agio per conoscere i signori Giopp, un po' straniti dai piercing e tatuaggi, ma curiosi perché insomma, vengo dalla Città e la figlia è innamoratissima e forse l'abbiamo sistemata.
Comunque nel giro di poche ore mi inserisco alla grande, il Cadore è come casa, i genitori ci sono veramente poco e noi viviamo quasi come a Roma, solo che beviamo se si può anche di più, facciamo trekking e stiamo via anche la notte negli chalet in quota, canoa sul lago e running sulle ciclabili. Arriva per un paio di giorni anche Chiara, da Roma, una nostra amica che è stata mollata dal ragazzo con un secco "non ti ho mai amata", lei è a pezzi, la portiamo con noi, la madre la infila in camera nostra, sì la madre ci ha lasciato dormire insieme, e cerchiamo di tirarla su, ma siamo troppo felici per l'infelicità degli altri.
Comunque i giorni passano e lei deve partire per la Sardegna, salirà a bordo del 50 piedi domani e ne scenderà il 18, dopodiché l'Isola di Caprera. Gli ultimi due giorni li ho passati tra pranzi e cene al ristorante con gli altri parenti, un po' perché tutti volevano conoscermi e la zia convivente con due bambini ci ammonisce di non sposarci prima di lei.
In finale ora è tornato tutto come dieci giorni fa, ci sentiamo per telefono mille volte al giorno e Roma brucia come quando c'era Nerone, mi ammazzo di canne e finisco anche a rivedermi Point Break, Fuga da Alcatraz e The Deer Hunter.
Sarà un agosto triste come un post di Introvabile, l'unica soluzione è sacco a pelo e isole greche in solitaria, dovrei partire la settimana prossima, in attesa di settembre.
Ah l'amour.
Avevamo in programma di vederci il 18 agosto in Sardegna in Valle della Luna, ma entrambi sapevamo bene che sarebbe stata troppo dura attendere un mese, vivevamo insieme da 4 mesi, dormivamo insieme, facevamo la spesa insieme, parlavamo del futuro in lunghe passeggiate notturne nel centro di Roma e sui lungomare di Ostia e Gaeta, organizzavamo cene e robe del genere. Praticamente in simbiosi, dove tutti gli altri erano un contorno. Stare anche due ore lontani era una sofferenza o, come direbbe la Volpe, il prezzo della felicità per poi rivedersi.
Insomma sì, tutto abbastanza patetico da liceali tipo, ma credo che Daniels che ci ha visto muoverci abbia capito cosa intendo.
Comunque una cosa da sconvolgere tutti i sensi, anche il settimo con buona pace di Pegasus.
Epperò era mercoledì 18 luglio e il binario 4 di Termini era commosso a vedere noi separarci, due ragazze e una signora si sono messe a piangere e ci dicevamo quanto eravamo belli, che manco nei film eccetera.
Ora dovete sapere che lei non aveva mai avuto un ragazzo fisso, si potrebbe dire, ma non vi azzardate, che avesse troieggiato e basta nei suoi 22 anni. Comunque arrivata in quel di Cortina lascia passare qualche giorno e poi racconta ai suoi di me, descrivendomi anche molto peggio di quando appaio. Eravamo d'accordo che non sarei salito a trovarla perché tornava a casa anche la sorella da Parma, molto, ma molto fregna, e i genitori erano preoccupati e via dicendo perché questa, Francesca, ha disturbi non piccoli, tipo che vomita e quelle cose lì, ora ho dimenticato come si chiama la malattia, anche io vomito, ma non ne faccio un caso, ecco.
Invece quando i genitori hanno saputo che la loro primogenita si fosse fidanzata, per così dire "ufficialmente" e che si parla di matrimonio e bambini, beh hanno detto di far venire su questo giovanotto.
Erano passati 5 giorni, forse più tristi dell'anno dello scudetto della Lazie e io stavo impazzendo, roba che pisciavo fuori dalla finestra e mi lavavo le mani nel bidet, tramortito a casa con droghe di Madre Natura e neanche il calciomercato a rallegrare.
Mi chiama alle 7 di sera e mi dice che devo assolutamente salire su da lei. Controllo i treni, tutte le frecciargento piene, faccio lo zaino, chiedo a mia sorella di portarmi all'autogrill, parto in autostop. Lunedì a mezzanotte l'abbraccio a Padova dopo 9 ore di passaggio diretto con un camionista di Nola, Felice Scalmanato che in cambio di preghiere su Nostra Signora Dell'Addolorata e qualche Padre Nostro acconsentiva a portarmi addirittura fino a Wcenza. Arriviamo in Cadore dopo altre 2 ore di autostrada sul suo jeeppone, lasciato guidare a turno a Ale e Susanna affinchè noi potessimo stare dietro a tenerci stretti stretti fino a scambiarci l'anima.
Il martedì del mattino dopo eravamo soli in casa, i genitori uscivano presto per andare a lavorare, ancora non li avevo conosciuti, facciamo colazione in giardino, davanti alle Dolomiti e manco 20 gradi, lei, meravigliosa come solo chi l'ha vista può sapere, mi prepara il caffè come a Roma, mi sbuccia la frutta e stende la marmellata, io fumo e l'accarezzo e le riempio la testa di cazzate logorroiche, mentre il JBL dell'iPod, per l'occasione tra l'erba del giardino, manda gli Almamegretta e i Tiromancino, perché è musica perfetta per fare colazione e dopo aver fatto l'amore, dice lei.
Intanto le 13 si avvicinavano e io in vena avevo ansia da prestazione, insomma pranzo con lei e i suoi, noi 4, allora facciamo aperitivo dai suoi nonni che abitano al piano di sopra del mezzo castello in legno che è la sua casa. Ora i nonni vivono di rendita da sempre essendo proprietari del negozio di Benetton a Cortina, bevono in modo disumano e capita anche che sbrattano fuori dal Mercedes da non so quanti zero. Vengo accolto come una star e via di Spritz, prosecco che all'una sono abbastanza a mio agio per conoscere i signori Giopp, un po' straniti dai piercing e tatuaggi, ma curiosi perché insomma, vengo dalla Città e la figlia è innamoratissima e forse l'abbiamo sistemata.
Comunque nel giro di poche ore mi inserisco alla grande, il Cadore è come casa, i genitori ci sono veramente poco e noi viviamo quasi come a Roma, solo che beviamo se si può anche di più, facciamo trekking e stiamo via anche la notte negli chalet in quota, canoa sul lago e running sulle ciclabili. Arriva per un paio di giorni anche Chiara, da Roma, una nostra amica che è stata mollata dal ragazzo con un secco "non ti ho mai amata", lei è a pezzi, la portiamo con noi, la madre la infila in camera nostra, sì la madre ci ha lasciato dormire insieme, e cerchiamo di tirarla su, ma siamo troppo felici per l'infelicità degli altri.
Comunque i giorni passano e lei deve partire per la Sardegna, salirà a bordo del 50 piedi domani e ne scenderà il 18, dopodiché l'Isola di Caprera. Gli ultimi due giorni li ho passati tra pranzi e cene al ristorante con gli altri parenti, un po' perché tutti volevano conoscermi e la zia convivente con due bambini ci ammonisce di non sposarci prima di lei.
In finale ora è tornato tutto come dieci giorni fa, ci sentiamo per telefono mille volte al giorno e Roma brucia come quando c'era Nerone, mi ammazzo di canne e finisco anche a rivedermi Point Break, Fuga da Alcatraz e The Deer Hunter.
Sarà un agosto triste come un post di Introvabile, l'unica soluzione è sacco a pelo e isole greche in solitaria, dovrei partire la settimana prossima, in attesa di settembre.
Ah l'amour.
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