Ciao a tutti, non scrivo molto spesso su questo forum, ma ritengo che non ci sia motivo più opportuno di questo per farlo.
Mi ritenevo una persona sistemata, appagata, perché no, anche felice, pensavo che i problemi di cuore riguardassero gli altri, che fossero soltanto stupidaggini da soap opera, da sit-com.
Non sapete quanto fossi lontano dalla verità...
Era una calda giornata per essere dicembre, troppo calda per portare il giubbotto. Sopra la maglietta indossavo soltanto un maglione rosso, con un grande cappuccio che ricopriva la mia nuca, fino a sfiorarmi la fronte.
Mi trovavo per strada, immerso nel turbinio di clacson e sirene tipico delle grandi città. Era tardo pomeriggio, il sole era già calato, le luci erano fioche e poco numerose, ma in queste tenebre, un bagliore rapì i miei occhi.
Era l'incarnazione stessa del paradiso, la sua pelle emanava un odore inebriante, stordente. Di colpo il mio sguardo fu rapito dalle sue forme. Il suo petto, così generoso e carnoso, era un vero e proprio invito per i miei sensi.
Trascorsi diversi secondi, forse minuti, fermo, a fissare quella visione celestiale, il suo movimento era ipnotico, continuavo a guardarla mentre roteava dolcemente dinnanzi ai miei occhi.
Si trovava dentro un negozio di alimentari, il classico piccolo supermercato di zona, un buco senz'anima, frutto di una società capitalistica e globalizzata.
Entrai con passi rapidi e felpati, senza staccarle gli occhi di dosso. Non volevo che qualcun'altro provasse a portarmela via. Mi feci strada tra il fetore e il calore della folla, che si ammassava alle casse come vermi sopra una carcassa marcia.
Sgomitando riusci' a allontanarmi dalla folla, solo pochi passi e l'avrei raggiunta.
Ci ritrovammo faccia a faccia, il tempo sembro' fermarsi: gli schiamazzi della clientela, la musica che usciva dalle grandi casse poste sul tetto del locale, il rumore del registratore di cassa, il vociare dei negozianti. Tutto tacque.
La presi, sentivo un brivido corrermi lungo la schiena, i miei polpastrelli tremavano, sapevo che non era la cosa giusta da fare, sapevo che era sbagliato, io lo sapevo, nonostante tutto la presi. Il cuore mi batteva forte nel petto, la strinsi tra le mie mani, mentre tornavo a casa dilaniato dal desiderio.
Le sue splendide forme erano ricoperte da tessuti sintetici, rapidamente tolsi tutto per osservarla nella sua immensa grazia.
Io e lei eravamo una sola cosa, neanche il tempo di togliermi il maglione, di spogliarmi, e mi avventai su di lei. Le diedi un morsetto sugli arti inferiori, poi le leccai il torace, aveva un sapore intenso e delizioso.
Dopo pochi istanti tutto era finito, rimasi solo con me stesso. Ero caduto nella più squallida delle tentazioni.
Istantaneamente avvertì un dolore acutissimo diramarsi dalla parte inferiore del torace fino a raggiungere il collo e il braccio sinistro.
Le gocce di sudore rigavano il pallore della mia fronte. Ero in preda a attacchi di panico e di nausea.
Fu il vuoto.
Mi ritrovai convalescente su un letto estraneo, non capivo dove mi trovassi. Né tantomeno perché mi trovassi lì.
Come potete aiutarmi? Consigli?
Mi ritenevo una persona sistemata, appagata, perché no, anche felice, pensavo che i problemi di cuore riguardassero gli altri, che fossero soltanto stupidaggini da soap opera, da sit-com.
Non sapete quanto fossi lontano dalla verità...
Era una calda giornata per essere dicembre, troppo calda per portare il giubbotto. Sopra la maglietta indossavo soltanto un maglione rosso, con un grande cappuccio che ricopriva la mia nuca, fino a sfiorarmi la fronte.
Mi trovavo per strada, immerso nel turbinio di clacson e sirene tipico delle grandi città. Era tardo pomeriggio, il sole era già calato, le luci erano fioche e poco numerose, ma in queste tenebre, un bagliore rapì i miei occhi.
Era l'incarnazione stessa del paradiso, la sua pelle emanava un odore inebriante, stordente. Di colpo il mio sguardo fu rapito dalle sue forme. Il suo petto, così generoso e carnoso, era un vero e proprio invito per i miei sensi.
Trascorsi diversi secondi, forse minuti, fermo, a fissare quella visione celestiale, il suo movimento era ipnotico, continuavo a guardarla mentre roteava dolcemente dinnanzi ai miei occhi.
Si trovava dentro un negozio di alimentari, il classico piccolo supermercato di zona, un buco senz'anima, frutto di una società capitalistica e globalizzata.
Entrai con passi rapidi e felpati, senza staccarle gli occhi di dosso. Non volevo che qualcun'altro provasse a portarmela via. Mi feci strada tra il fetore e il calore della folla, che si ammassava alle casse come vermi sopra una carcassa marcia.
Sgomitando riusci' a allontanarmi dalla folla, solo pochi passi e l'avrei raggiunta.
Ci ritrovammo faccia a faccia, il tempo sembro' fermarsi: gli schiamazzi della clientela, la musica che usciva dalle grandi casse poste sul tetto del locale, il rumore del registratore di cassa, il vociare dei negozianti. Tutto tacque.
La presi, sentivo un brivido corrermi lungo la schiena, i miei polpastrelli tremavano, sapevo che non era la cosa giusta da fare, sapevo che era sbagliato, io lo sapevo, nonostante tutto la presi. Il cuore mi batteva forte nel petto, la strinsi tra le mie mani, mentre tornavo a casa dilaniato dal desiderio.
Le sue splendide forme erano ricoperte da tessuti sintetici, rapidamente tolsi tutto per osservarla nella sua immensa grazia.
Io e lei eravamo una sola cosa, neanche il tempo di togliermi il maglione, di spogliarmi, e mi avventai su di lei. Le diedi un morsetto sugli arti inferiori, poi le leccai il torace, aveva un sapore intenso e delizioso.
Dopo pochi istanti tutto era finito, rimasi solo con me stesso. Ero caduto nella più squallida delle tentazioni.
Istantaneamente avvertì un dolore acutissimo diramarsi dalla parte inferiore del torace fino a raggiungere il collo e il braccio sinistro.
Le gocce di sudore rigavano il pallore della mia fronte. Ero in preda a attacchi di panico e di nausea.
Fu il vuoto.
Mi ritrovai convalescente su un letto estraneo, non capivo dove mi trovassi. Né tantomeno perché mi trovassi lì.
Come potete aiutarmi? Consigli?
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