Signore e signori. Ho ritrovato il mio vecchio diario di scuola. Diario in cui c'era scritto di tutto tranne i compiti (è vero ) Diario che contiene un qualcosa che, adesso rileggendol0 mi dona un riso come se mi prendessi in giro da solo, però mi fa pensare a come stavo in quel periodo. Poesie di una tristezza, ma veramente, tu le leggi e ti senti male, un potenziale suicida. Bene, faccio ridere anche a voi. Non badate alla metrica, alla punteggiatura e anche alle stesse parole. Ero un ragazzino di 17 anni che però ha avuto questo momento di ispirazione in un momento di sofferenza e che poi ha perso, forse perchè mi serve uno stato mentale di recezione negativa della realtà, non saprei. Eccovi alcune perle, se vi piacciono ne scrivo delle altre
"Amor mio non più abbracciarti,
e a mala pena riesco a salutarti.
Ho sempre impressa l'immagine del tuo viso,
con quel tuo dolce, dolcissimo sorriso.
Io non riesco a non amarti,
ma neanche a possederti.
E rimpiango il giorno in cui accettati,
questa amicizia che tu mai più rinnegherai." 19/11/2002
"Ira odio timore,
sono i sentimenti del mio umore.
Mi sento solo, triste, disperso
e mi convinco che tutto quanto è perso.
Ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto,
una donna che mi ami tanto.
Ma non riesco, non la trovo,
e nessuno sa cosa provo.
Perchè? Cosa è che non va?
Prima o poi il mio cuore si ribellerà?!
Non accetterà più questa situazione,
si distruggerà nella mia ossessione.
Non rimpiango più quel mio amore,
è un altro il desiderio del mio cuore:
è una donna con cui condividere,
la mia grande voglia di vivere,
ma sono solo...solo. <--------------- ahahahahahahahahaah
Poi la scuola mi va male,
e non so andarci quanto vale.
Non ho più niente da scrivere
non ho più niente da perdere.
Ho toccato il fondo,
non riesco a uscire da questo mio mondo,
di rimpianti, di vergogna e di amarezza
che mi fanno annegare in una profonda tristezza" 2/12/2002
E per concludere, una potenziale epigrafe che potrebbe essere scritta sulla lapide di un suicida:
"La paura, la tristezza, il soffrire...
ormai quel che io voglio è morire" 12/4/2003
Ora potete partire con i pernacchi
"Amor mio non più abbracciarti,
e a mala pena riesco a salutarti.
Ho sempre impressa l'immagine del tuo viso,
con quel tuo dolce, dolcissimo sorriso.
Io non riesco a non amarti,
ma neanche a possederti.
E rimpiango il giorno in cui accettati,
questa amicizia che tu mai più rinnegherai." 19/11/2002
"Ira odio timore,
sono i sentimenti del mio umore.
Mi sento solo, triste, disperso
e mi convinco che tutto quanto è perso.
Ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto,
una donna che mi ami tanto.
Ma non riesco, non la trovo,
e nessuno sa cosa provo.
Perchè? Cosa è che non va?
Prima o poi il mio cuore si ribellerà?!
Non accetterà più questa situazione,
si distruggerà nella mia ossessione.
Non rimpiango più quel mio amore,
è un altro il desiderio del mio cuore:
è una donna con cui condividere,
la mia grande voglia di vivere,
ma sono solo...solo. <--------------- ahahahahahahahahaah
Poi la scuola mi va male,
e non so andarci quanto vale.
Non ho più niente da scrivere
non ho più niente da perdere.
Ho toccato il fondo,
non riesco a uscire da questo mio mondo,
di rimpianti, di vergogna e di amarezza
che mi fanno annegare in una profonda tristezza" 2/12/2002
E per concludere, una potenziale epigrafe che potrebbe essere scritta sulla lapide di un suicida:
"La paura, la tristezza, il soffrire...
ormai quel che io voglio è morire" 12/4/2003
Ora potete partire con i pernacchi
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