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Divorzi : In aumento tra le coppie giovani, colpa di mamma e papà
Le coppie giovani che decidono di sposarsi sono destinate a durare molto meno dei loro genitori. Lo rivela il settimanale Diva e Donna, attualmente in edicola, che ha pubblicato uno studio condotto su un campione di 150 coppie divorziate, sotto i 35 anni, confrontando i dati ufficiali Istat con quelli presenti all'interno del data-base del Centro Lisa di Carmagnola, struttura sanitaria multi-disciplinare che opera nei settori della sanità e della formazione.
Così oltre ad uscire di casa sempre più tardi, i pochi giovani italiani che decidono di percorrere la via del matrimonio ora sono anche a rischio divorzio, o perché arrivano al "fatidico sì" con troppa superficialità, o perché si sposano senza avere una reale consapevolezza dei diritti e dei doveri e, soprattutto, perché rimasti troppo a lungo nelle famiglie d'origine. La nostalgia della vita a casa dei genitori, delle vecchie abitudini e delle coccole di mamma e papà è infatti uno dei fattori di maggior attrito tra moglie e marito (31%), accentuata dalla troppa e frequente invadenza dei suoceri nella vita di coppia (27%).
Colpa dei genitori, quindi, che per eccesso di attenzioni e di premure rischiano di soffocare la vita dei figli. Ma non solo, poiché anche l'evoluzione socio-culturale delle società fa sì che spesso, per il 24% del campione, nelle giovani coppie il matrimonio non sia visto come una scelta definitiva ma come un'ulteriore prova del rapporto, una sorta di esperimento che, in quanto tale, può essere destinato anche al fallimento. Meccanismo questo, che fa nascere nei giovani sposi un senso di inadeguatezza alla vita coniugale, riscontrato nel 9% degli intervistati che non permette di affrontare il cambiamento di "status" con la dovuta serenità. "La nostra epoca storica - commenta la dottoressa Alessandra Scalmani, psicologa e collaboratrice del Centro Lisa di Carmagnola - è caratterizzata da un forte ripiegamento narcisistico dell'individuo su se stesso e da una sempre più difficile tolleranza dei limiti insiti nella vita stessa: dobbiamo essere sempre in forma, su di morale, felici, belli e giovani, avere successo in tutti gli ambiti della vita. In una parola dobbiamo essere perfetti. Paradossalmente alcune separazioni, e mi riferisco a quello che emerge dalla mia attività professionale di psicoterapeuta, si verificano proprio quando la relazione diventa più "vera" e realistica e, in particolare, quando l'idealizzazione del partner (tipica dell'innamoramento) lascia spazio ad sua visione più autentica. Insomma è necessario riflettere insieme sul perché spesso, quando il rapporto di coppia può crescere, si preferisce la "fuga" da questa esperienza e quindi dalla vita".
L'ultima indagine conoscitiva dell'ISTAT, resa pubblica il 2 luglio 2004, evidenzia un progressivo aumento delle separazioni e dei divorzi nel nostro paese: dall'indagine emerge, in particolare, che nell'anno 2002 le separazioni sono state 79.642 e i divorzi 41.835, con una variazione positiva pari rispettivamente al 4,9% e al 4,5% in confronto all'anno precedente, mentre rispetto all'anno 1995, la variazione positiva si assesta, rispettivamente, al 52,2% e al 54,7%.
Dall'indagine del Centro Lisa emerge, inoltre, un altro dato interessante: a separarsi sono, nella grande parte dei casi, le coppie maggiormente equilibrate, dove il rapporto tra uomo e donna è paritario (stesso lavoro, stessa disponibilità economica) e dove tende ad emergere il concetto di "singolo" a scapito di quello di "coppia". "In Italia - aggiunge poi la dottoressa Scalmani - si separano soprattutto le coppie con un maggiore livello di istruzione e reddito elevato ma si prevede che ci sia un incremento del fenomeno entro il 2020. Negli Stati Uniti e nei paesi scandinavi il fenomeno è molto marcato e si verificano anche più divorzi nel corso della vita di una sola persona. In Italia il fenomeno è nato negli anni 70', stabilizzandosi nel corso degli anni, ma è in aumento anche nel nostro paese".
Dallo stesso studio emerge inoltre che sono le donne, in oltre il 70% dei casi, a prendere l'iniziativa della separazione perché meno inclini a vivere nel compromesso e, in generale, desiderose di chiarezza nei rapporti mentre, nel 19% dei casi, è l'uomo a prendere la situazione in mano e solo nell'8% delle volte la decisione è presa di comune accordo. I motivi sono diversi a seconda dei sessi: così se per le donne la cosa più difficile da accettare nel marito è il tradimento (41%), seguito dalla fine dell'empatia con il partner (26%) e dall'appiattimento dei rapporti sociali in conseguenza del matrimonio (23%), quello che per gli uomini risulta insormontabile è la routine che si viene a creare appena dopo il matrimonio (58%).
Le altre cause sono la mancata volontà di alcune donne ad avere subito un figlio (27%), per esigenze lavorative o per paura del futuro e infine, per il 9% del campione, l'incapacità di gestire i nuovi impegni e le nuove responsabilità, forse a causa delle tante attenzioni che le mamme riservano ai figli prima che vadano a vivere da soli. La propensione a ricorrere a separazione e divorzio è più alta al Nord che non nel Mezzogiorno: se nel 2002 l'Istat rileva al Nord 6,3 separazioni e 3,7 divorzi ogni 1.000 coppie coniugate, al Sud si registrano 3,7 separazioni e 1,6 divorzi. A livello regionale, il trend si attesta su valori massimi in Valle d'Aosta (8,7 separazioni e 5,9 divorzi ogni 1.000 coppie coniugate) e in Lombardia (6,4 separazioni e 3,5 divorzi), mentre i valori più bassi si riscontrano in Basilicata (1,3 separazioni e 1 divorzio) e Calabria (2,6 separazioni e 1,2 divorzi).
Per quel che mi riguarda posso solo confermare quanto detto....
E voi cosa ne pensate?
Divorzi : In aumento tra le coppie giovani, colpa di mamma e papà
Le coppie giovani che decidono di sposarsi sono destinate a durare molto meno dei loro genitori. Lo rivela il settimanale Diva e Donna, attualmente in edicola, che ha pubblicato uno studio condotto su un campione di 150 coppie divorziate, sotto i 35 anni, confrontando i dati ufficiali Istat con quelli presenti all'interno del data-base del Centro Lisa di Carmagnola, struttura sanitaria multi-disciplinare che opera nei settori della sanità e della formazione.
Così oltre ad uscire di casa sempre più tardi, i pochi giovani italiani che decidono di percorrere la via del matrimonio ora sono anche a rischio divorzio, o perché arrivano al "fatidico sì" con troppa superficialità, o perché si sposano senza avere una reale consapevolezza dei diritti e dei doveri e, soprattutto, perché rimasti troppo a lungo nelle famiglie d'origine. La nostalgia della vita a casa dei genitori, delle vecchie abitudini e delle coccole di mamma e papà è infatti uno dei fattori di maggior attrito tra moglie e marito (31%), accentuata dalla troppa e frequente invadenza dei suoceri nella vita di coppia (27%).
Colpa dei genitori, quindi, che per eccesso di attenzioni e di premure rischiano di soffocare la vita dei figli. Ma non solo, poiché anche l'evoluzione socio-culturale delle società fa sì che spesso, per il 24% del campione, nelle giovani coppie il matrimonio non sia visto come una scelta definitiva ma come un'ulteriore prova del rapporto, una sorta di esperimento che, in quanto tale, può essere destinato anche al fallimento. Meccanismo questo, che fa nascere nei giovani sposi un senso di inadeguatezza alla vita coniugale, riscontrato nel 9% degli intervistati che non permette di affrontare il cambiamento di "status" con la dovuta serenità. "La nostra epoca storica - commenta la dottoressa Alessandra Scalmani, psicologa e collaboratrice del Centro Lisa di Carmagnola - è caratterizzata da un forte ripiegamento narcisistico dell'individuo su se stesso e da una sempre più difficile tolleranza dei limiti insiti nella vita stessa: dobbiamo essere sempre in forma, su di morale, felici, belli e giovani, avere successo in tutti gli ambiti della vita. In una parola dobbiamo essere perfetti. Paradossalmente alcune separazioni, e mi riferisco a quello che emerge dalla mia attività professionale di psicoterapeuta, si verificano proprio quando la relazione diventa più "vera" e realistica e, in particolare, quando l'idealizzazione del partner (tipica dell'innamoramento) lascia spazio ad sua visione più autentica. Insomma è necessario riflettere insieme sul perché spesso, quando il rapporto di coppia può crescere, si preferisce la "fuga" da questa esperienza e quindi dalla vita".
L'ultima indagine conoscitiva dell'ISTAT, resa pubblica il 2 luglio 2004, evidenzia un progressivo aumento delle separazioni e dei divorzi nel nostro paese: dall'indagine emerge, in particolare, che nell'anno 2002 le separazioni sono state 79.642 e i divorzi 41.835, con una variazione positiva pari rispettivamente al 4,9% e al 4,5% in confronto all'anno precedente, mentre rispetto all'anno 1995, la variazione positiva si assesta, rispettivamente, al 52,2% e al 54,7%.
Dall'indagine del Centro Lisa emerge, inoltre, un altro dato interessante: a separarsi sono, nella grande parte dei casi, le coppie maggiormente equilibrate, dove il rapporto tra uomo e donna è paritario (stesso lavoro, stessa disponibilità economica) e dove tende ad emergere il concetto di "singolo" a scapito di quello di "coppia". "In Italia - aggiunge poi la dottoressa Scalmani - si separano soprattutto le coppie con un maggiore livello di istruzione e reddito elevato ma si prevede che ci sia un incremento del fenomeno entro il 2020. Negli Stati Uniti e nei paesi scandinavi il fenomeno è molto marcato e si verificano anche più divorzi nel corso della vita di una sola persona. In Italia il fenomeno è nato negli anni 70', stabilizzandosi nel corso degli anni, ma è in aumento anche nel nostro paese".
Dallo stesso studio emerge inoltre che sono le donne, in oltre il 70% dei casi, a prendere l'iniziativa della separazione perché meno inclini a vivere nel compromesso e, in generale, desiderose di chiarezza nei rapporti mentre, nel 19% dei casi, è l'uomo a prendere la situazione in mano e solo nell'8% delle volte la decisione è presa di comune accordo. I motivi sono diversi a seconda dei sessi: così se per le donne la cosa più difficile da accettare nel marito è il tradimento (41%), seguito dalla fine dell'empatia con il partner (26%) e dall'appiattimento dei rapporti sociali in conseguenza del matrimonio (23%), quello che per gli uomini risulta insormontabile è la routine che si viene a creare appena dopo il matrimonio (58%).
Le altre cause sono la mancata volontà di alcune donne ad avere subito un figlio (27%), per esigenze lavorative o per paura del futuro e infine, per il 9% del campione, l'incapacità di gestire i nuovi impegni e le nuove responsabilità, forse a causa delle tante attenzioni che le mamme riservano ai figli prima che vadano a vivere da soli. La propensione a ricorrere a separazione e divorzio è più alta al Nord che non nel Mezzogiorno: se nel 2002 l'Istat rileva al Nord 6,3 separazioni e 3,7 divorzi ogni 1.000 coppie coniugate, al Sud si registrano 3,7 separazioni e 1,6 divorzi. A livello regionale, il trend si attesta su valori massimi in Valle d'Aosta (8,7 separazioni e 5,9 divorzi ogni 1.000 coppie coniugate) e in Lombardia (6,4 separazioni e 3,5 divorzi), mentre i valori più bassi si riscontrano in Basilicata (1,3 separazioni e 1 divorzio) e Calabria (2,6 separazioni e 1,2 divorzi).
Per quel che mi riguarda posso solo confermare quanto detto....
E voi cosa ne pensate?
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