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Kyashan the movie

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  • Kyashan the movie

    Per chi non lo sapesse venerdì è uscito nelle sale cinematografiche questa produzione ad alto budget giapponese. Io la vidi sottotitolata e posso dirvi che è un film fatto molto bene. Vi avviso della cosa perchè essendo un film uscito senza la minima pubblicità in italia dubito rimanga nelle sale più di una settimana.

    Qui trovate il trailer se siete curiosi:
    http://www.apple.com/jp/quicktime/tr...ern_large.html
    Giappone
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  • #2
    La storia riproduce abbastanza fedelmente quella della serie televisiva, seppur con qualche importante rimaneggiamento. In un futuro imprecisato, mentre il mondo è dilaniato dalla guerra contro il terrorismo, lo scienziato Azuma (Akira Terao), riesce nel tentativo di dare forma alla Neo-cellula, un gene in grado di ricreare la vita riproducendo da sé qualsiasi tipo di organo umano. Questa scoperta però gli sfugge di mano dando luogo a un gruppo di Shinzo, o Neo-Sapiens, dei "rinati", che vengono però subito sterminati dall'esercito. I superstiti, guidati da Black King si rifugiano su una montagna. Qui creano il loro esercito di robot, pronti alla conquista della Terra e allo sterminio del genere umano. Nel frattempo il figlio di Azuma, Tetsuya (Yusuke Iseya), morto in guerra, viene adoperato per dar vita a un potente essere, Casshern, anch'esso "rinato", in grado di fronteggiare il terribile nemico.
    A differenza dell'anime dove gli antagonisti (peraltro si trattava di androidi) sono da subito pazzi e malvagi e rappresentano il male assoluto (con evidenti richiami grafici al nazismo), nella riduzione cinematografica ogni forma di manicheismo è assente, nessuno è buono o cattivo e tutti sono immersi nell'atrocità di eventi più grandi di loro, che sfuggono ad ogni controllo. É infatti il massacro compiuto dall'esercito a scatenare il desiderio di vendetta degli androidi, così come lo stesso Tetsuya, lungi dall'essere un eroe a tutto tondo, è uno degli artefici della strage compiuta in guerra. Se nell'anime era il ragazzo a chiedere al padre di trasformarlo in un androide per poter sconfiggere i nemici, qui Tetsuya rivive in Casshern per volere del genitore, condannato a soffrire nella sua condizione spuria.
    Insomma, nel film di Kiriya nessuno è innocente e puro e questo fa di Casshern un film adulto, capace di sfruttare i suggerimenti contenuti nel suo antecedente animato nel migliore dei modi. Una presa di distanza che viene raffigurata anche nella distruzione prematura dell'inconfondibile casco di Casshern, prima ancora di poter essere usato: niente perdite d'energia, perciò, e niente ricariche che, come i fan ricorderanno, avvenivano attraverso i raggi del sole (sole che è il simbolo della bandiera e della nazione giapponese). Il resto del costume, invece, rimane pressoché identico, con tanto di razzi propulsori. Tuttavia, in questo processo di "nobilitazione" del personaggio e della storia, Kiriya e i suoi sceneggiatori esagerano un po', dando luogo in certi momenti più a un trattato di filosofia che a un film (piuttosto espliciti i richiami al terrorismo islamico e ai dibattiti sulla clonazione), appesantendolo con dialoghi lunghi e pomposi: dopo la fuga sulla montagna, il capo degli androidi si pronuncia sugli eventi che seguiranno, con una gravità d'accento degna di un re shakespeariano.
    In diversi punti, inoltre, la trama si fa piuttosto criptica, rischiando di lasciare oscuri diversi passaggi narrativi. La trasposizione ha poi richiesto la soppressione totale o parziale di alcuni personaggi (il cigno meccanico, o Flender, che si vede solo alla fine), cosa che i fan più affezionati non perdoneranno. Ma anche queste scelte sono state compiute nel tentativo di distaccarsi dal target dell'anime, che, seppure uno dei migliori degli anni Settanta, era comunque rivolto ai più giovani. Sono invece presenti la fidanzata di Tetsuya, Luna (Kumiko Aso) e sua madre Midori (Kanako Higuchi), che qui, anziché essere prigioniera del cigno meccanico, è vittima di una grave malattia, che è all'origine delle ricerche del professore.
    A livello visivo, comunque, Casshern presenta un grandioso apparato visivo, più vicino agli aerografi biomeccanici e apocalittici di H.R. Giger, che agli ambienti da videogame di tanti film odierni. Kiriya, che ha un curriculum di fotografo di moda e autore di videoclip, ha fatto un lavoro incredibile: oltre alla regia, ha curato la sceneggiatura, la fotografia (da brividi, spesso tendente a monocromi arancioni, rossi, grigi e blu) e il montaggio. Il risultato è un film saturo di computer graphic che mira appositamente alla bidimensionalità, nell'intenzione di catturare le atmosfere più cupe e malate dell'anime (grazie anche a una colonna sonora formidabile, che alterna melodie classiche e contemporanee al metal) ma anche di una contemporaneità, quella di Tokyo, in primo luogo, trasfigurata ma riconoscibile e ipotizzabile. E in questo Kiriya è riuscito alla grande, traghettando quello che poteva essere un semplice blockbuster per ragazzi dalle parti di un ambizioso film autoriale. Una maggiore semplicità nella sceneggiatura e nei dialoghi ne avrebbe fatto certamente un film cult.

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    • #3
      Lo ho visto anche io e semplicemente posso dire che mi aspettavo più azione, meno pippe mentali...

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      • #4
        La serie televisiva non mi dispiaceva, anche se ho visto solo poche puntate; spero che arrivi dalle mie parti...
        Miklas Driumar, Druido di Entara ora è tornato dopo mille anni

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        • #5
          Personalmente l'ho trovato molto bello proprio perchè non era il solito film d'azione in più la particolarissima fotografia adottata è molto accattivante.
          Giappone
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          • #6
            Si peccato che uno si aspetta un po di azione non un combattimento di 5 minuti su un film di più di due ore, occupando il resto del film in discussioni logorroiche, pesanti e sonnifere

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            • #7
              Mah dipende dai gusti, io la parte di discussioni, come definisci tu logorroiche e sonnifere, l'ho apprezzata molto.
              Di sicuro bisogna andar a vedere questo film senza basarsi sul trailer se no uno arriva al cinema con le aspettative sbagliate.
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