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Il capolavoro ritorna...
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bellissimo...Originariamente inviato da Prof...Una volta le maestre tiravano le bacchettate...Originariamente inviato da Alunno...Oggi tirano le seghe...
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Ho appena letto un articolo di kevin Smith, è un genio
http://www.silentbobspeaks.com/
Posto solo un breve spezzone ma vi consiglio di leggerlo che fa morire dal ridere.
Now, coming from a Catholic household and six years of Catholic school at this point, you’d imagine that’d be some kind of formative moment for both of us: like, from that moment forward, me and my brother would forever associate (or ASSociate) anal sex with Armageddon
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Dalla Stampa:
Contiene spoilers.
Il più grande successo dell’attuale cinestagione americana non è The Mask (120 milioni di dollari) o Rivelazioni (68) o Pulp Fiction (67). Si intitola Clerks - Commessi e ha incassato la cifra di 2 milioni e mezzo di dollari: che, per il mercato Usa, sarebbe miserella se non fosse che il film è costato appena 27.575 dollari. Fare i conti: meno di 50 milioni di lire che il neo-regista e sceneggiatore Kevin Smith, anni 23, ha raggranellato un po’ qua un po’ là e vendendo, tra l’altro, la sua collezione di fumetti. Non rimpiangerà il sacrificio: rimbalzato dal Sundance Festival alla Settimana della Critica di Cannes, onusto di premi e consensi, Clerks ha segnalato Smith come giovane autore su cui puntare. Il film racconta in capitoletti dai laconici titoli («Sintassi», «Logica» ecc.) la giornata particolare di Dante, ventiduenne commesso del Quick Stop Store, strappato al Suo giorno di riposo per un turno straordinario. Si comincia male e si prosegue peggio: la saracinesca del negozio è bloccata perché qualche spiritoso ha messo una gomma nel lucchetto; fra i primi avventori c’è un Savonarola che istiga i clienti fumatori, esibendo lastre di polmoni malati; la ragazza di Dante lo informa di aver fatto sesso orale con 37 uomini e l’ex fidanzata mai dimenticata gli annuncia il suo matrimonio con un altro. Per non parlare dell’amico Randall, commesso del video-emporio adiacente, che gliene combina di tutti i colori filosofeggiando su amore e lavoro con ostentato disprezzo. Intanto si avvicendano i clienti, una galleria di tipi nevrotici, pignoli o irritabili che trasformano l’emporio in palcoscenico della vita e i due commessi in stralunati spettatori.
Con il suo bianco e nero povero e con i suoi protagonisti fannulloni e disincantati sullo sfondo dello squallido emporio dove lavorano, Clerks all’inizio ispira un po’ di diffidenza: sembrano le premesse tipiche di un film «arty», intonato a una certa idea di cinema indipendente. Invece si scopre che la commedia di costume minimalista e irriverente trasporta la banalità del quotidiano sul piano inclinato del teatro dell’assurdo: con gustose scenette da pochade esistenziale, scritte e dirette in modo da non perdere un effetto comico e validamente interpretate da attori non professionisti.
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