Titolo: La storia del cammello che piange
Produzione: HFF, 2005
Genere: documentario/drammatico
Regia: Byambasyren Davaa e Luigi Falorni
Durata: 1h 27'
Nelle sale dal 27 maggio 2005
Primavera nel Deserto del Gobi, Mongolia del sud. Una famiglia di pastori nomadi aiuta a far nascere i cammelli del branco che possiede. Uno ha un parto terribilmente difficoltoso e doloroso ma, con l'aiuto della famiglia, viene alla luce un bellissimo cucciolo bianco. Nonostante gli sforzi dei pastori, la madre rifiuta il nuovo nato, negandogli brutalmente il latte e l'amore materno. quando tutte le speranze per il piccolo sembrano essere svanite, i nomadi inviano due dei loro bambini nel deserto, in cerca di un musicista.
Daava e Falorni legano questa poetica e semplice narrazione a uno dei riti magici più antichi e meravigliosi della tradizione nomade del Gobi. Il rito musicale viene usato per mettersi in contatto con gli spiriti della natura e che, in questo caso, deve riconciliare il giovane cammello alla madre. D'altra parte, ci mettono anche di fronte a una incredibile realtà naturale: il cucciolo di cammello non smette mai di piangere, anche quando viene nutrito con la bottiglia. E' un pianto che spezza davvero il cuore e capita spesso che in questi casi i piccoli muoiano di crepacuore.
Una vicenda poeticamente triste, che si lega all'avanzata della tecnologia tra popolazioni che vivono ancora nella quiete delle tradizioni, lontane dalle tentazioni del mondo moderno. Da vedere con calma, con l'atteggiamento mentale corretto e consci che il parlato è pochissimo, i sottotitoli ancora meno.
Voto: 7 1/2
Produzione: HFF, 2005
Genere: documentario/drammatico
Regia: Byambasyren Davaa e Luigi Falorni
Durata: 1h 27'
Nelle sale dal 27 maggio 2005
Primavera nel Deserto del Gobi, Mongolia del sud. Una famiglia di pastori nomadi aiuta a far nascere i cammelli del branco che possiede. Uno ha un parto terribilmente difficoltoso e doloroso ma, con l'aiuto della famiglia, viene alla luce un bellissimo cucciolo bianco. Nonostante gli sforzi dei pastori, la madre rifiuta il nuovo nato, negandogli brutalmente il latte e l'amore materno. quando tutte le speranze per il piccolo sembrano essere svanite, i nomadi inviano due dei loro bambini nel deserto, in cerca di un musicista.
Daava e Falorni legano questa poetica e semplice narrazione a uno dei riti magici più antichi e meravigliosi della tradizione nomade del Gobi. Il rito musicale viene usato per mettersi in contatto con gli spiriti della natura e che, in questo caso, deve riconciliare il giovane cammello alla madre. D'altra parte, ci mettono anche di fronte a una incredibile realtà naturale: il cucciolo di cammello non smette mai di piangere, anche quando viene nutrito con la bottiglia. E' un pianto che spezza davvero il cuore e capita spesso che in questi casi i piccoli muoiano di crepacuore.
Una vicenda poeticamente triste, che si lega all'avanzata della tecnologia tra popolazioni che vivono ancora nella quiete delle tradizioni, lontane dalle tentazioni del mondo moderno. Da vedere con calma, con l'atteggiamento mentale corretto e consci che il parlato è pochissimo, i sottotitoli ancora meno.
Voto: 7 1/2