*Titolo: ZATOICHI
*Genere: Chanbara-Azione-Commedia
*Anno:Giappone 2003
*Regia: Takeshi Kitano
*Durata: 116'
*Cast: Takeshi Kitano, Tadanobu Asano, Michiyo Ogusu
Dopo DOLLS (2002) il maestro Takeshi Kitano torna sugli schermi impersonando uno degli eroi più popolari dell'immaginario cinematografico giapponese: lo spadaccino/massaggiatore cieco Zatoichi, protagonista di più di 25 pellicole tra gli anni '60 e '70 e già omaggiato dal nostro nell'esilarante GETTING ANY? (1994).
La pellicola di Kitano, vincitrice del Leone d'Argento per la migliore regia all'ultima Biennale Cinema di Venezia, è un "chanbara" (film nipponici in costume di cappa e spada), dalla trama piuttosto classica.
Zatoichi giunge in un villaggio che è teatro di lotte sanguinose per la supremazia tra due bande rivali: in mezzo a duelli mortali, geishe in cerca di vendetta, ronin dal passato tormentato, ecc. l'eroe puro di cuore provvederà a riportare l'ordine.
Una trama dunque semplice quella di ZATOICHI, supportata però da uno stile alquanto interessante, dove la parola d'ordine è una sola: ritmo!
Le immagini unite all'efficace score di Keiichi Suzuki, che qui sostituisce l'abituale collaboratore di Kitano Joe Hisaishi (un compositore più attento alla melodia che al ritmo), creano un connubio eccezionale in cui è proprio la ritmicità, come si è detto sopra, l'elemento principe.
Qui Kitano lavora su un personaggio, quello del samurai cieco Zatoichi, reso famoso da una serie televisiva giapponese negli anni sessanta, un po' come il nostro Zorro. e questo gli permette di mostrare una ironia, e un distacco che rendono il film molto più accessibile al grande pubblico. Musica, violenza, un pizzico di thriller, spade e sangue, e autentici momenti di commedia rendono questa storia una summa del lavoro di Kitano, un compendio abilmente miscelato Si passa dal dramma dei due ragazzi privati dei genitori e costretti a prostituirsi, e in cerca di una vendetta, che compongono il plot principale, ai duelli di spada tra samurai, con risvolti ironici e grotteschi, e con tanto di sangue vistosamente dipinto sulla scena al computer. Kitano fin dall'inizio, inserendo la storia in un contesto teatrale, ne sottolinea l'elemento affabulatorio, fittizio. Ma poi come ogni ottimo attore si diverte a farci provare emozioni vere, concrete. In questo rapporto tra finto e reale, tra ironia e violenza, viene fuori uno splendido film che forse ha l'unica pecca di avere una fotografia troppo slavata. Ottimi tutti gli attori, per il resto Kitano domina su tutti autore come è di regia, sceneggiatura, montaggio oltre a essere l'attore protagonista del film.
Proprio questi aspetti, insieme a numerosi altri (lo stesso Kitano che dà vita a uno Zatoichi dalla capigliatura color biondo platino, bislacco e pieno di tic o i divertentissimi personaggi del giocatore d'azzardo e del matto del villaggio che va in giro nudo, credendo di essere un samurai, tanto per fare degli esempi), contribuisce a creare quella dimensione ludica che caratterizza anche altre opere di Kitano, ma che qui però, visto il genere di film affrontato, assume una valenza particolare, come se il nostro volesse in qualche modo avvertirci dicendo: "Ragazzi, non prendetemi troppo sul serio: voglio solo divertirmi!". Ed è proprio quasi impossibile non rimanere coinvolti in toto e non divertirsi, poiché ZATOICHI conferma di nuovo il genio e l'immensa bravura dell'autore nipponico (ma ancora ne dubitavamo forse?).
Semplicemente il miglior Kitano di sempre.
Semplicemente 9
Nj Nakke
*Genere: Chanbara-Azione-Commedia
*Anno:Giappone 2003
*Regia: Takeshi Kitano
*Durata: 116'
*Cast: Takeshi Kitano, Tadanobu Asano, Michiyo Ogusu
Dopo DOLLS (2002) il maestro Takeshi Kitano torna sugli schermi impersonando uno degli eroi più popolari dell'immaginario cinematografico giapponese: lo spadaccino/massaggiatore cieco Zatoichi, protagonista di più di 25 pellicole tra gli anni '60 e '70 e già omaggiato dal nostro nell'esilarante GETTING ANY? (1994).
La pellicola di Kitano, vincitrice del Leone d'Argento per la migliore regia all'ultima Biennale Cinema di Venezia, è un "chanbara" (film nipponici in costume di cappa e spada), dalla trama piuttosto classica.
Zatoichi giunge in un villaggio che è teatro di lotte sanguinose per la supremazia tra due bande rivali: in mezzo a duelli mortali, geishe in cerca di vendetta, ronin dal passato tormentato, ecc. l'eroe puro di cuore provvederà a riportare l'ordine.
Una trama dunque semplice quella di ZATOICHI, supportata però da uno stile alquanto interessante, dove la parola d'ordine è una sola: ritmo!
Le immagini unite all'efficace score di Keiichi Suzuki, che qui sostituisce l'abituale collaboratore di Kitano Joe Hisaishi (un compositore più attento alla melodia che al ritmo), creano un connubio eccezionale in cui è proprio la ritmicità, come si è detto sopra, l'elemento principe.
Qui Kitano lavora su un personaggio, quello del samurai cieco Zatoichi, reso famoso da una serie televisiva giapponese negli anni sessanta, un po' come il nostro Zorro. e questo gli permette di mostrare una ironia, e un distacco che rendono il film molto più accessibile al grande pubblico. Musica, violenza, un pizzico di thriller, spade e sangue, e autentici momenti di commedia rendono questa storia una summa del lavoro di Kitano, un compendio abilmente miscelato Si passa dal dramma dei due ragazzi privati dei genitori e costretti a prostituirsi, e in cerca di una vendetta, che compongono il plot principale, ai duelli di spada tra samurai, con risvolti ironici e grotteschi, e con tanto di sangue vistosamente dipinto sulla scena al computer. Kitano fin dall'inizio, inserendo la storia in un contesto teatrale, ne sottolinea l'elemento affabulatorio, fittizio. Ma poi come ogni ottimo attore si diverte a farci provare emozioni vere, concrete. In questo rapporto tra finto e reale, tra ironia e violenza, viene fuori uno splendido film che forse ha l'unica pecca di avere una fotografia troppo slavata. Ottimi tutti gli attori, per il resto Kitano domina su tutti autore come è di regia, sceneggiatura, montaggio oltre a essere l'attore protagonista del film.
Proprio questi aspetti, insieme a numerosi altri (lo stesso Kitano che dà vita a uno Zatoichi dalla capigliatura color biondo platino, bislacco e pieno di tic o i divertentissimi personaggi del giocatore d'azzardo e del matto del villaggio che va in giro nudo, credendo di essere un samurai, tanto per fare degli esempi), contribuisce a creare quella dimensione ludica che caratterizza anche altre opere di Kitano, ma che qui però, visto il genere di film affrontato, assume una valenza particolare, come se il nostro volesse in qualche modo avvertirci dicendo: "Ragazzi, non prendetemi troppo sul serio: voglio solo divertirmi!". Ed è proprio quasi impossibile non rimanere coinvolti in toto e non divertirsi, poiché ZATOICHI conferma di nuovo il genio e l'immensa bravura dell'autore nipponico (ma ancora ne dubitavamo forse?).
Semplicemente il miglior Kitano di sempre.
Semplicemente 9
Nj Nakke
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