Il sostanzioso finanziamento privato arriva pochi giorni dopo la vittoria tedesca in sede Ue per l’allentamento dei limiti CO2
La BMW ha donato 690.000 euro alla CDU, il partito della Cancelliera tedesca Angela Merkel. La donazione è stata fatta lo scorso 9 ottobre dai tre rappresentanti della famiglia Quandt che controllano il 46,7% della BMW. Come riporta anche la pagina web del governo tedesco sulle donazioni dei privati ai partiti, Johanna Quandt, il figlio Stefan Quandt e le figlia Susanne Klatten hanno "regalato" all'Unione Cristiano Democratica (CDU) 230.000 euro a testa, per un totale appunto di 690.000 euro
La cosa in sé, legale e accettata in Germania come in molti altri paesi, non avrebbe probabilmente sollevato polemiche e critiche se fosse avvenuta in un altro momento, ma molti osservatori e politici tedeschi hanno fatto notare la quasi contemporaneità fra la grossa sovvenzione BMW e la vittoria ottenuta in Europa dal governo Merkel per il blocco dei limiti alla CO2 fissati inizialmente per il 2020. Non è infatti un segreto che BMW, assieme ad altri costruttori tedeschi di auto, stia da tempo chiedendo di modificare o rinviare il limite dei 95 g/km di CO2, definito troppo oneroso da rispettare per chi produce vetture premium e di categoria superiore.
Se si scorre l’elenco delle donazioni superiori ai 50.000 euro ai vari partiti politici tedeschi si vede come i grandi gruppi industriali siano soliti elargire grandi somme di denaro. La stessa BMW, ad esempio, nel febbraio-marzo 2013 aveva finanziato con cifre variabili fra i 69.000 e i 143.000 euro il Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD), l’Unione Cristiano-Sociale in Baviera (CSU) e il Partito Liberale Democratico (FDP) e la Daimler AG aveva fatto la stessa cosa con 100.000 euro a testa a CDU e SPD.
Contro quest’ultima elargizione al partito della Merkel si sono scagliate in particolare quelle associazioni e quei partiti che lottano contro la forza delle lobby industriali e che sostengono la causa della riduzione di CO2 dalle automobili come un modo per ridurre emissioni di gas serra e smarcare parzialmente l’Europa dalle importazioni di petrolio. Sodalizi come Transparency International e LobbyControl chiedono a gran voce al Governo di Berlino di porre limiti più stringenti sui finanziamenti dei privati ai partiti, proponendo un tetto massimo di 50/100.000 euro annui per ogni donatore. Queste stesse associazioni, assieme ad alcuni partiti dell’opposizione, accusano i gruppi industriali di essersi ormai comprati i partiti di governo e di voler “comprarsi le leggi”, come dice Bernd Riexinger di La Sinistra (Die Linke).
Sul fronte opposto c’è in primo luogo il ministro dell’ambiente tedesco Peter Altmaier, che nei giorni scorsi ha detto: “Questa non è una battaglia per difendere un principio, ma per decidere come garantire la necessaria chiarezza in fatto di protezione dell’ambiente, con la giusta flessibilità e regole competitive per l’industria europea dell’automobile”. Non a caso dietro le ultime decisioni di Berlino in tema di emissioni di CO2 c’è un settore strategico come quello dell'auto che in Germania impiega più di 700.000 lavoratori. Dal canto suo invece la CDU respinge accuse e illazioni e tramite un suo portavoce riferisce al Passauer Neue Presse che “e donazioni non sono in alcun modo connesse a singole decisioni politiche”.
In merito al finanziamento privato ai partiti ricordiamo che l’attuale limite in Italia è fissato a quota 103.000 euro per donazione, ma la Camera dei deputati ha appena dato il via libera all’innalzamento fino ai 300.000 euro. Come riporta Il Sole 24 Ore, dal 2017 il limite alle donazioni andrà a regime e vedrà una doppia soglia massima, rispettivamente di 300 mila euro per le persone fisiche e di 200 mila per le persone giuridiche, cioè società e associazioni.
La BMW ha donato 690.000 euro alla CDU, il partito della Cancelliera tedesca Angela Merkel. La donazione è stata fatta lo scorso 9 ottobre dai tre rappresentanti della famiglia Quandt che controllano il 46,7% della BMW. Come riporta anche la pagina web del governo tedesco sulle donazioni dei privati ai partiti, Johanna Quandt, il figlio Stefan Quandt e le figlia Susanne Klatten hanno "regalato" all'Unione Cristiano Democratica (CDU) 230.000 euro a testa, per un totale appunto di 690.000 euro
La cosa in sé, legale e accettata in Germania come in molti altri paesi, non avrebbe probabilmente sollevato polemiche e critiche se fosse avvenuta in un altro momento, ma molti osservatori e politici tedeschi hanno fatto notare la quasi contemporaneità fra la grossa sovvenzione BMW e la vittoria ottenuta in Europa dal governo Merkel per il blocco dei limiti alla CO2 fissati inizialmente per il 2020. Non è infatti un segreto che BMW, assieme ad altri costruttori tedeschi di auto, stia da tempo chiedendo di modificare o rinviare il limite dei 95 g/km di CO2, definito troppo oneroso da rispettare per chi produce vetture premium e di categoria superiore.
Se si scorre l’elenco delle donazioni superiori ai 50.000 euro ai vari partiti politici tedeschi si vede come i grandi gruppi industriali siano soliti elargire grandi somme di denaro. La stessa BMW, ad esempio, nel febbraio-marzo 2013 aveva finanziato con cifre variabili fra i 69.000 e i 143.000 euro il Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD), l’Unione Cristiano-Sociale in Baviera (CSU) e il Partito Liberale Democratico (FDP) e la Daimler AG aveva fatto la stessa cosa con 100.000 euro a testa a CDU e SPD.
Contro quest’ultima elargizione al partito della Merkel si sono scagliate in particolare quelle associazioni e quei partiti che lottano contro la forza delle lobby industriali e che sostengono la causa della riduzione di CO2 dalle automobili come un modo per ridurre emissioni di gas serra e smarcare parzialmente l’Europa dalle importazioni di petrolio. Sodalizi come Transparency International e LobbyControl chiedono a gran voce al Governo di Berlino di porre limiti più stringenti sui finanziamenti dei privati ai partiti, proponendo un tetto massimo di 50/100.000 euro annui per ogni donatore. Queste stesse associazioni, assieme ad alcuni partiti dell’opposizione, accusano i gruppi industriali di essersi ormai comprati i partiti di governo e di voler “comprarsi le leggi”, come dice Bernd Riexinger di La Sinistra (Die Linke).
Sul fronte opposto c’è in primo luogo il ministro dell’ambiente tedesco Peter Altmaier, che nei giorni scorsi ha detto: “Questa non è una battaglia per difendere un principio, ma per decidere come garantire la necessaria chiarezza in fatto di protezione dell’ambiente, con la giusta flessibilità e regole competitive per l’industria europea dell’automobile”. Non a caso dietro le ultime decisioni di Berlino in tema di emissioni di CO2 c’è un settore strategico come quello dell'auto che in Germania impiega più di 700.000 lavoratori. Dal canto suo invece la CDU respinge accuse e illazioni e tramite un suo portavoce riferisce al Passauer Neue Presse che “e donazioni non sono in alcun modo connesse a singole decisioni politiche”.
In merito al finanziamento privato ai partiti ricordiamo che l’attuale limite in Italia è fissato a quota 103.000 euro per donazione, ma la Camera dei deputati ha appena dato il via libera all’innalzamento fino ai 300.000 euro. Come riporta Il Sole 24 Ore, dal 2017 il limite alle donazioni andrà a regime e vedrà una doppia soglia massima, rispettivamente di 300 mila euro per le persone fisiche e di 200 mila per le persone giuridiche, cioè società e associazioni.