Quante volte vi kiedete il significato di un termine ke ha a ke fare con un'auto, oppure come funziona una sua componente? D'ora in poi in kuesto 3d troverete tutte (spero) le risposte ke cerkate!
(Con info prese qua e la e integrate dal sottoscritto )
- ABS (Antilock Braking System)
E’ un sistema, oggi alla ottava generazione, utilizzato dal 1978, che impedisce alle ruote di pattinare durante la frenata, conservandone quindi la direzionalità (possibilità di sterzare la vettura), e che consente di ridurre gli spazi d’arresto nella maggioranza dei casi, specie sui fondi scivolosi. Il risultato è ottenuto “modulando” la frenata, cioè con un sistema in grado di percepire che una o più ruote stanno per bloccarsi e quindi di intervenire per allentare il contatto strisciante delle ruote di cui sopra. Occorre quindi un sistema che misura la velocità di rotazione individuale di ciascuna ruota, che lo paragoni a quella delle altre ruote e che intervenga sul freno.
- Albero a camme
E' l'albero della distribuzione, su cui sono montati degli eccentrici, detti "camme" (le camme sono forzate su un tubo in acciaio, oppure costituiscono un tutt’uno forgiato) che comandano, tramite punterie, direttamente (comando in testa) o attraverso bilancieri o addirittura con un sistema di aste e bilancieri, l'apertura e la chiusura delle valvole. Viene azionato dall’albero motore rispetto a cui ruota (nel motore a quattro tempi) a velocità angolare dimezzata e a cui è collegato tramite catena o cinghia, più raramente con una cascata di ingranaggi. La forma degli eccentrici è determinante ai fini delle prestazioni in quanto regola il diagramma di apertura (fasature e ampiezze) e anche ai fini della rumorosità in quanto regola l’impatto tra valvole e sedi delle stesse.
- Albero motore
Detto anche albero a manovelle, a collo d’oca e albero a gomiti (e persino girabacchino), è il componente del motore che ruota sui supporti di banco e al quale sono collegate le bielle. E’ in ghisa oppure in acciaio, ma non mancano realizzazioni in acciaio speciale al cromo (con nichel, vanadio, oppure molibdeno). Per equilibrarlo staticamente e dinamicamente si adottano diversi schemi della posizione delle manovelle e, molto spesso, si aggiungono dei contrappesi. La parte di squilibrio dovuta all’azione alterna del pistone richiede un’equilibratura specifica. Il motore a 6 cilindri è uno dei più equilibrati e non richiede contrappesi o contralberi (vedi anche alberi controrotanti). La lubrificazione dei supporti di banco, dove alloggiano le bronzine, avviene tramite canali che attraversano tutto l’albero e hanno varie uscite in corrispondenza dei supporti stessi.
- Albero primario
E’ l’albero del cambio che si trova in linea con l’albero della frizione, su cui normalmente sono montati gli ingranaggi “folli” e i manicotti sincronizzatori, che non sono folli ma ruotano alla velocità dell’albero e che possono scorrere assialmente perché albero e manicotti sono rigati longitudinalmente. Gli ingranaggi del primario sono accoppiati con quelli del secondario, i quali ultimi girano solidali col loro asse.
- Alesaggio
Diametro (in millimetri) del cilindro nel quale scorre il pistone. La scelta del rapporto alesaggio/corsa è importante a seconda delle caratteristiche del motore che si vogliono ottenere.
- Alimentazione - differenze Otto / Diesel
E' l’insieme dei componenti (serbatoio, pompa, accumulatore, tubazioni, filtri, regolatore di pressione, carburatore o sistema di iniezione) che contribuiscono a far pervenire il combustibile al motore e, nel caso della benzina, a preparare la miscela aria-carburante da immettere nei cilindri (Carburazione). I motori Diesel e Otto differiscono essenzialmente per il sistema di alimentazione/accensione della miscela. Il motore Diesel (o ad accensione spontanea o accensione per compressione AC) controlla la potenza erogata variando la quantità di combustibile (rapporto A/F) immesso nel cilindro: tiene il minimo con pochissimo combustibile (1/100 in peso dell’aria aspirata) e aumentandolo raggiunge il massimo della potenza (1/18, non può arrivare al teorico 1/15 perché altrimenti sarebbe fumoso) ed è comunque il motore termico attuale a più alto rendimento, Il gasolio non evapora, ma viene ridotto in goccioline disperse nell’aria tramite gli iniettori, da cui l’importanza di alte pressioni agli iniettori stessi. Il motore Otto invece, se fosse senza farfalla, e si cercasse di regolarlo variando la quantità di combustibile varierebbe di assai poco la potenza erogata, in quanto la benzina richiede valori piuttosto ristretti di A/F per accendersi, oltre che l’innesco della scintilla). Ecco perché per regolarlo è essenziale una farfalla che governi la portata di una miscela che praticamente è a rapporto stechiometrico (ciò non vale nei motori "lean burn" dove il rapporto stechiometrico è garantito solo attorno alla candela). La benzina evapora e forma un gas che si mischia con l’aria. Il rapporto di compressione di un benzina arriva fino a 12, mentre quello di un Diesel arriva fino a circa il doppio, comprimendo l’aria anche fino a 80 bar e facendola arrivare a circa 900°C. In definitiva il Diesel è a controllo della qualità della miscela mentre l’Otto è a controllo della quantità e le sue perdite di carico (resistenza del fluido nei condotti) sono alte man mano che si alza l’acceleratore, per via della chiusura della farfalla: anche per questoil ciclo Otto ha rendimento meccanico minore. Termodinamicamente i cicli differiscono per la fase di accensione, che per l’Otto è isocora e per il Diesel è isobara; le altre fasi sono per entrambi due adiabatiche (compressione ed espansione) e un’isocora (scarico). A parità di rapporto di compressione il Diesel ha un rendimento termodinamico inferiore all’Otto, ma in realtà il suo rapporto di compressione è molto più elevato per cui ottengono rendimenti maggiori. Se ora ragioniamo a parità di cilindrata e a piena immissione, l’Otto classico ha un rapporto aria/combustibile fisso, o comunque variabile di poco attorno allo stechiometrico 14,7/1 e, in pratica, utilizza tutta l’aria a disposizione per produrre potenza. Il Diesel invece va da 100/1 (quando funziona al minimo) a 18/1 di rapporto A/F utilizzando al massimo l’80% dell’aria aspirata (quando è a piena immissione) per non avere emissioni fumose, e quindi esprime una potenza minore (circa il 20% in meno) rispetto a un motore di pari cilindrata a ciclo Otto entrambi “aspirati”. Tutto ciò supponendo in prima approssimazione pari potere calorifico dei combustibili (ma il Diesel ne ha un 10% in più). Le differenze tra diesel e benzina vanno comunque riducendosi con l’iniezione diretta per entrambi i motori e con i “lean burn” e la carica stratificata per quelli a benzina, che permettono anche al benzina di allontanarsi dal rapporto stechiometrico, FINO A CIRCA 50:1, NELLE FASI di lavoro IN CUI NON è RICHIESTA MOLTA POTENZA (in realtà c’è sempre un rapporto stechiometrico vicino alla candela e tutt’intorno aria). Il motore a benzina può salire a un numero di giri più elevato perché il diesel ha bisogno di tempo per l’iniezione e l’accensione della miscela e ha la corsa lunga per raggiungere il valore di compressione: a 5.000 giri/min ci sono a disposizione solo 0,00133 secondi per iniettare il gasolio nei 40° di rotazione del motore utili alla bisogna. (Se nn capite kualkosa kiedete ke ve spiego..)
- Anticipo d’accensione e di iniezione
Per dare tempo alla miscela aria-benzina di bruciare completamente, la scintilla della candela viene fatta scoccare prima che il pistone raggiunga il punto morto superiore, ossia la sua posizione più alta nel cilindro. Il valore di tale anticipo è definito dai gradi dell’angolo di cui è inclinata la manovella dell’albero a gomiti rispetto alla posizione verticale (corrispondente al punto morto superiore) nel momento in cui scocca la scintilla. L’anticipo è funzione del numero di giri e va aumentato in proporzione, a partire da zero fino a circa 40° rispetto al punto morto superiore. Come regola generale l’istante di accensione dovrebbe essere tale che quando il pistone raggiunge il P.M.S. (punto morto superiore) l’aumento di pressione è la metà di quello a fine combustione. Nel diesel (e ora anche nei motori a benzina ID) esiste un anticipo di iniezione, che sposta la camma di azionamento degli iniettori in funzione del numero di giri. Entrambi gli anticipi vanno regolati anche in funzione del carico nel senso che l’anticipo va ridotto al ridursi del carico perché con miscela magra (nel diesel) l’accensione è più difficoltosa: però ritardando l’anticipo l’aria è più calda e quindi il gasolio si accende più facilmente
- Aquaplaning
E' la pericolosa perdita di aderenza che si crea quando fra pneumatico* e fondo stradale si forma un velo d’acqua. L’aquaplaning fa «decollare» la ruota rendendo a volte impossibile il controllo della vettura con lo sterzo* e annullando l’effetto frenante. Si accentua col crescere della velocità, dello spessore del velo d’acqua (pozzanghere), della larghezza dei pneumatici e dell’usura del battistrada. Per allontanare questo pericolo bisogna ridurre la velocità e viaggiare con gomme in ordine: pressione corretta e battistrada in buono stato.
- ASC
Sigla di Automatic Stability Control, sistema antipattinamento utilizzato dalla BMW e messo a punto insieme con la Bosch. Riduce l’erogazione di potenza intervenendo sugli impianti di alimentazione e di accensione. Oggi questi impianti si chiamano TCS mentre un sistema ancora più raffinato è il ESP.
- ASC+T - DSC (Dynamic Stability Control)
Sigla di Automatic Stability and Traction Control, sistema antipattinamento in accelerazione delle ruote motrici utilizzato dalla BMW. Oltre che intervenire sull’iniezione e l’accensione interviene anche sui freni utilizzando l’impianto ABS.
[To Be Continued]
(Con info prese qua e la e integrate dal sottoscritto )
- ABS (Antilock Braking System)
E’ un sistema, oggi alla ottava generazione, utilizzato dal 1978, che impedisce alle ruote di pattinare durante la frenata, conservandone quindi la direzionalità (possibilità di sterzare la vettura), e che consente di ridurre gli spazi d’arresto nella maggioranza dei casi, specie sui fondi scivolosi. Il risultato è ottenuto “modulando” la frenata, cioè con un sistema in grado di percepire che una o più ruote stanno per bloccarsi e quindi di intervenire per allentare il contatto strisciante delle ruote di cui sopra. Occorre quindi un sistema che misura la velocità di rotazione individuale di ciascuna ruota, che lo paragoni a quella delle altre ruote e che intervenga sul freno.
- Albero a camme
E' l'albero della distribuzione, su cui sono montati degli eccentrici, detti "camme" (le camme sono forzate su un tubo in acciaio, oppure costituiscono un tutt’uno forgiato) che comandano, tramite punterie, direttamente (comando in testa) o attraverso bilancieri o addirittura con un sistema di aste e bilancieri, l'apertura e la chiusura delle valvole. Viene azionato dall’albero motore rispetto a cui ruota (nel motore a quattro tempi) a velocità angolare dimezzata e a cui è collegato tramite catena o cinghia, più raramente con una cascata di ingranaggi. La forma degli eccentrici è determinante ai fini delle prestazioni in quanto regola il diagramma di apertura (fasature e ampiezze) e anche ai fini della rumorosità in quanto regola l’impatto tra valvole e sedi delle stesse.
- Albero motore
Detto anche albero a manovelle, a collo d’oca e albero a gomiti (e persino girabacchino), è il componente del motore che ruota sui supporti di banco e al quale sono collegate le bielle. E’ in ghisa oppure in acciaio, ma non mancano realizzazioni in acciaio speciale al cromo (con nichel, vanadio, oppure molibdeno). Per equilibrarlo staticamente e dinamicamente si adottano diversi schemi della posizione delle manovelle e, molto spesso, si aggiungono dei contrappesi. La parte di squilibrio dovuta all’azione alterna del pistone richiede un’equilibratura specifica. Il motore a 6 cilindri è uno dei più equilibrati e non richiede contrappesi o contralberi (vedi anche alberi controrotanti). La lubrificazione dei supporti di banco, dove alloggiano le bronzine, avviene tramite canali che attraversano tutto l’albero e hanno varie uscite in corrispondenza dei supporti stessi.
- Albero primario
E’ l’albero del cambio che si trova in linea con l’albero della frizione, su cui normalmente sono montati gli ingranaggi “folli” e i manicotti sincronizzatori, che non sono folli ma ruotano alla velocità dell’albero e che possono scorrere assialmente perché albero e manicotti sono rigati longitudinalmente. Gli ingranaggi del primario sono accoppiati con quelli del secondario, i quali ultimi girano solidali col loro asse.
- Alesaggio
Diametro (in millimetri) del cilindro nel quale scorre il pistone. La scelta del rapporto alesaggio/corsa è importante a seconda delle caratteristiche del motore che si vogliono ottenere.
- Alimentazione - differenze Otto / Diesel
E' l’insieme dei componenti (serbatoio, pompa, accumulatore, tubazioni, filtri, regolatore di pressione, carburatore o sistema di iniezione) che contribuiscono a far pervenire il combustibile al motore e, nel caso della benzina, a preparare la miscela aria-carburante da immettere nei cilindri (Carburazione). I motori Diesel e Otto differiscono essenzialmente per il sistema di alimentazione/accensione della miscela. Il motore Diesel (o ad accensione spontanea o accensione per compressione AC) controlla la potenza erogata variando la quantità di combustibile (rapporto A/F) immesso nel cilindro: tiene il minimo con pochissimo combustibile (1/100 in peso dell’aria aspirata) e aumentandolo raggiunge il massimo della potenza (1/18, non può arrivare al teorico 1/15 perché altrimenti sarebbe fumoso) ed è comunque il motore termico attuale a più alto rendimento, Il gasolio non evapora, ma viene ridotto in goccioline disperse nell’aria tramite gli iniettori, da cui l’importanza di alte pressioni agli iniettori stessi. Il motore Otto invece, se fosse senza farfalla, e si cercasse di regolarlo variando la quantità di combustibile varierebbe di assai poco la potenza erogata, in quanto la benzina richiede valori piuttosto ristretti di A/F per accendersi, oltre che l’innesco della scintilla). Ecco perché per regolarlo è essenziale una farfalla che governi la portata di una miscela che praticamente è a rapporto stechiometrico (ciò non vale nei motori "lean burn" dove il rapporto stechiometrico è garantito solo attorno alla candela). La benzina evapora e forma un gas che si mischia con l’aria. Il rapporto di compressione di un benzina arriva fino a 12, mentre quello di un Diesel arriva fino a circa il doppio, comprimendo l’aria anche fino a 80 bar e facendola arrivare a circa 900°C. In definitiva il Diesel è a controllo della qualità della miscela mentre l’Otto è a controllo della quantità e le sue perdite di carico (resistenza del fluido nei condotti) sono alte man mano che si alza l’acceleratore, per via della chiusura della farfalla: anche per questoil ciclo Otto ha rendimento meccanico minore. Termodinamicamente i cicli differiscono per la fase di accensione, che per l’Otto è isocora e per il Diesel è isobara; le altre fasi sono per entrambi due adiabatiche (compressione ed espansione) e un’isocora (scarico). A parità di rapporto di compressione il Diesel ha un rendimento termodinamico inferiore all’Otto, ma in realtà il suo rapporto di compressione è molto più elevato per cui ottengono rendimenti maggiori. Se ora ragioniamo a parità di cilindrata e a piena immissione, l’Otto classico ha un rapporto aria/combustibile fisso, o comunque variabile di poco attorno allo stechiometrico 14,7/1 e, in pratica, utilizza tutta l’aria a disposizione per produrre potenza. Il Diesel invece va da 100/1 (quando funziona al minimo) a 18/1 di rapporto A/F utilizzando al massimo l’80% dell’aria aspirata (quando è a piena immissione) per non avere emissioni fumose, e quindi esprime una potenza minore (circa il 20% in meno) rispetto a un motore di pari cilindrata a ciclo Otto entrambi “aspirati”. Tutto ciò supponendo in prima approssimazione pari potere calorifico dei combustibili (ma il Diesel ne ha un 10% in più). Le differenze tra diesel e benzina vanno comunque riducendosi con l’iniezione diretta per entrambi i motori e con i “lean burn” e la carica stratificata per quelli a benzina, che permettono anche al benzina di allontanarsi dal rapporto stechiometrico, FINO A CIRCA 50:1, NELLE FASI di lavoro IN CUI NON è RICHIESTA MOLTA POTENZA (in realtà c’è sempre un rapporto stechiometrico vicino alla candela e tutt’intorno aria). Il motore a benzina può salire a un numero di giri più elevato perché il diesel ha bisogno di tempo per l’iniezione e l’accensione della miscela e ha la corsa lunga per raggiungere il valore di compressione: a 5.000 giri/min ci sono a disposizione solo 0,00133 secondi per iniettare il gasolio nei 40° di rotazione del motore utili alla bisogna. (Se nn capite kualkosa kiedete ke ve spiego..)
- Anticipo d’accensione e di iniezione
Per dare tempo alla miscela aria-benzina di bruciare completamente, la scintilla della candela viene fatta scoccare prima che il pistone raggiunga il punto morto superiore, ossia la sua posizione più alta nel cilindro. Il valore di tale anticipo è definito dai gradi dell’angolo di cui è inclinata la manovella dell’albero a gomiti rispetto alla posizione verticale (corrispondente al punto morto superiore) nel momento in cui scocca la scintilla. L’anticipo è funzione del numero di giri e va aumentato in proporzione, a partire da zero fino a circa 40° rispetto al punto morto superiore. Come regola generale l’istante di accensione dovrebbe essere tale che quando il pistone raggiunge il P.M.S. (punto morto superiore) l’aumento di pressione è la metà di quello a fine combustione. Nel diesel (e ora anche nei motori a benzina ID) esiste un anticipo di iniezione, che sposta la camma di azionamento degli iniettori in funzione del numero di giri. Entrambi gli anticipi vanno regolati anche in funzione del carico nel senso che l’anticipo va ridotto al ridursi del carico perché con miscela magra (nel diesel) l’accensione è più difficoltosa: però ritardando l’anticipo l’aria è più calda e quindi il gasolio si accende più facilmente
- Aquaplaning
E' la pericolosa perdita di aderenza che si crea quando fra pneumatico* e fondo stradale si forma un velo d’acqua. L’aquaplaning fa «decollare» la ruota rendendo a volte impossibile il controllo della vettura con lo sterzo* e annullando l’effetto frenante. Si accentua col crescere della velocità, dello spessore del velo d’acqua (pozzanghere), della larghezza dei pneumatici e dell’usura del battistrada. Per allontanare questo pericolo bisogna ridurre la velocità e viaggiare con gomme in ordine: pressione corretta e battistrada in buono stato.
- ASC
Sigla di Automatic Stability Control, sistema antipattinamento utilizzato dalla BMW e messo a punto insieme con la Bosch. Riduce l’erogazione di potenza intervenendo sugli impianti di alimentazione e di accensione. Oggi questi impianti si chiamano TCS mentre un sistema ancora più raffinato è il ESP.
- ASC+T - DSC (Dynamic Stability Control)
Sigla di Automatic Stability and Traction Control, sistema antipattinamento in accelerazione delle ruote motrici utilizzato dalla BMW. Oltre che intervenire sull’iniezione e l’accensione interviene anche sui freni utilizzando l’impianto ABS.
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