Il lunedì che umiliazione andare il fabbrica a servire il tuo padrone
Finalmente Serie A, dopo l'inutile sosta di una inutile Nazionale che continuando a far giocare gli amici degli amici percorre il sentiero tracciato da Lippi e dal geniale inventore della gomitata non violenta, si torna a giocare il campionato di calcio.
Noi vogliamo cominciare parlando di Honda, che dal Sol Levante e dalla cultura del lavoro tiene in corsa il Milan di Super Pippo. Il giapponese è un gran bel giocatore, perché pescare a mani basse sui paremetri zero può accadere che ci si piglia. A noi Honda piace, e molto, come piace Nagatomo e come piacevano Nakata e Nakamura. In una grande squadra sarebbe una di quelle riserve di extra lusso che aiutano a vincere. Non ci piace, invece, Inzaghi, che gioca troppo all'italiana e prende troppi gol alla Zeman, l'unica cosa che condivide col Boemo, ché dalla carriera appena trascorsa come calciatore mai avrà la sostanza morale del Maestro. E ci è piaciuta anche la partita tra Mazzarri e Benitez, due poco simpatici, pronti a dire tutto e il contrario di tutto, ma che questa volta c'hanno regalato uno di quei finali di match che se fosse stato giocato in Inghilterra i soliti noti sarebbero qui a dire ma quanto è bello il calcio inglese altroché. Intanto la Samp cede il passo, anche se ci sembra poco tragico visto quello che è successo a Genova di recente, l'arrivo di Grillo, intendiamoci, e cedendo il passo, più per colpa propria che per meriti dell'avversario, lascia che il Milan punti dritto al terzo posto. Un miracolo, forse, ma lì in pochi punti gli altri non corrono e crediamo sarà così fino alla fine.
Torino poi, la squadra di Torino ritrova in Quagliarella quel bomber della storia che fu, la Lazio è avvertita. Se lo gode Ventura e lo teme Pioli. C'è chi oggi parla di una Lazio che dal sesto posto può risalire.
Noi no, non lo crediamo, Palermo e Fiorentina sono sei punti, forse, ma sicuro non sono prove convincenti. I pigiamati soffrono troppo, si chiudono spesso e sinceramente pensiamo che la vittoria sia dovuta a una Fiorentina ancora una volta rimaneggiata, un bel progetto tecnico, ma mai visto interamente in campo. Ci dispiace, perché gioca un bel calcio, così come si intravede il bel calcio del Cagliari, che solo a tratti fa la squadra di Zeman, nel bene e soprattutto nel male.
All'Olimpico la capolista asfalta un Chievo rinunciatario e conscio di essere la vittima sacrificale di turno, cade subito, come tutte le altre in questo anno dove nessuno sul campo sembra avere la forza di opporsi alla squadra di Garcia, squadra che da oggi pensa all'ex Pep.
In sostanza è un lunedì come tanti, dove c'è una squadra superiore alle altre che gioca e con disinvoltura stupra il campionato, gli altri che neanche più tentano di inseguire e un infrasettimanale di Coppa dove ci saranno le stelle.
Insomma è lunedì, che umiliazione...
Finalmente Serie A, dopo l'inutile sosta di una inutile Nazionale che continuando a far giocare gli amici degli amici percorre il sentiero tracciato da Lippi e dal geniale inventore della gomitata non violenta, si torna a giocare il campionato di calcio.
Noi vogliamo cominciare parlando di Honda, che dal Sol Levante e dalla cultura del lavoro tiene in corsa il Milan di Super Pippo. Il giapponese è un gran bel giocatore, perché pescare a mani basse sui paremetri zero può accadere che ci si piglia. A noi Honda piace, e molto, come piace Nagatomo e come piacevano Nakata e Nakamura. In una grande squadra sarebbe una di quelle riserve di extra lusso che aiutano a vincere. Non ci piace, invece, Inzaghi, che gioca troppo all'italiana e prende troppi gol alla Zeman, l'unica cosa che condivide col Boemo, ché dalla carriera appena trascorsa come calciatore mai avrà la sostanza morale del Maestro. E ci è piaciuta anche la partita tra Mazzarri e Benitez, due poco simpatici, pronti a dire tutto e il contrario di tutto, ma che questa volta c'hanno regalato uno di quei finali di match che se fosse stato giocato in Inghilterra i soliti noti sarebbero qui a dire ma quanto è bello il calcio inglese altroché. Intanto la Samp cede il passo, anche se ci sembra poco tragico visto quello che è successo a Genova di recente, l'arrivo di Grillo, intendiamoci, e cedendo il passo, più per colpa propria che per meriti dell'avversario, lascia che il Milan punti dritto al terzo posto. Un miracolo, forse, ma lì in pochi punti gli altri non corrono e crediamo sarà così fino alla fine.
Torino poi, la squadra di Torino ritrova in Quagliarella quel bomber della storia che fu, la Lazio è avvertita. Se lo gode Ventura e lo teme Pioli. C'è chi oggi parla di una Lazio che dal sesto posto può risalire.
Noi no, non lo crediamo, Palermo e Fiorentina sono sei punti, forse, ma sicuro non sono prove convincenti. I pigiamati soffrono troppo, si chiudono spesso e sinceramente pensiamo che la vittoria sia dovuta a una Fiorentina ancora una volta rimaneggiata, un bel progetto tecnico, ma mai visto interamente in campo. Ci dispiace, perché gioca un bel calcio, così come si intravede il bel calcio del Cagliari, che solo a tratti fa la squadra di Zeman, nel bene e soprattutto nel male.
All'Olimpico la capolista asfalta un Chievo rinunciatario e conscio di essere la vittima sacrificale di turno, cade subito, come tutte le altre in questo anno dove nessuno sul campo sembra avere la forza di opporsi alla squadra di Garcia, squadra che da oggi pensa all'ex Pep.
In sostanza è un lunedì come tanti, dove c'è una squadra superiore alle altre che gioca e con disinvoltura stupra il campionato, gli altri che neanche più tentano di inseguire e un infrasettimanale di Coppa dove ci saranno le stelle.
Insomma è lunedì, che umiliazione...
Commenta