Noi non vi diremo che tutto ricomincia esattamente com'è finito, perché non è vero, questo campionato è molto diverso dal precedente, almeno dal lato tecnico. Vogliamo anche sperare di sbagliarci per quanto riguarda il lato arbitrale, anche se è vero che due indizi fanno una prova, perché siamo innamorati del pallone e alla fine bisogna sempre avere fede. Qui alla fede ci affidiamo e proviamo a non pensare come il clamoroso rigore non fischiato a Miralem sia legato al rigore non fischiato a favore del Chievo Verona.
Comunque, serie A è tornata e ci sarebbe da essere contenti se la Nazionale come ogni settembre non rompesse i coglioni a una astinenza di due mesi. Interrompere il campionato dopo la prima giornata è immorale, ma almeno darà a molte squadre il tempo di assestarsi, per quanto non tutte siano in grado di farlo.
Cominceremo quindi con la Lazio, che dopo i proclami di vittoria del campionato di Lotito, del DS col gommone e di qualche altro irricucibile, si è ritrovata a fare i conti con la realtà: le prende pure da un Milan che ieri sera, francamente, è sembrato ben poca cosa. A noi le due squadre sono sembrate equilibrate dal punto di vista tattico, nessuna delle due è superiore all'altra, la differenza è nell'organico e probabilmente anche in quello che alcuni giornalisti chiamano DNA. Il nuovo acquisto De Vrij soffre molto lo stretto, figuriamoci se due come Menez e El Sharawi non potessero farlo impazzire. Ora, senza dilungarci oltre su questa partita di seconda fascia, ci limiteremo a dire che nonostante la sonora legnata le due compagini non hanno brillato. D'altra parte anche il Napoli non ha dato spettacolo, solita difesa imbarazzante e centrocampo non da meno che non riesce a supportare un attacco che crediamo sia davvero troppo per una squadra che dalla cintola in giù vanta giocatori di poco spessore. L'immobilismo di De Laurentis nel mercato dà l'idea che si sia chiuso un ciclo, alla luce di questo forse va letto l'addio di Mazzarri. E appunto veniamo all'Inter del catenacciaro ex Napoli, noi francamente pensavamo che fosse una delle pretendenti al terzo posto, che Ausilio liberato dal mercato creativo di Branca fosse riuscito a mettere su una gran bella squadra. La prima giornata sembra darci torto e in tutta onestà non capiamo come questa Inter possa rinunciare a Alvarez.
Sabato, però, hanno giocato anche quelle che ora sono le prime delle classe: la Juve in quel di Verona ci è sembrata, almeno per il tempo in cui l'abbiamo vista e per la sintesi della domenica, una squadra indebolita e confusa nel reparto d'attacco. Riteniamo che i commenti entusiasti dei giornalisti e telecronisti siano i soliti commenti di una categoria che in questo malandato paese mira più a compiacere che altro. Noi abbiamo visto una Juve padrona del campo per un tempo intero, con un Chievo che sia per limiti tecnici che per merito di un ottimo centrocampo della squadra di Vinovo, non riusciva a mettere insieme due passaggi di fila, eppure la partita si reggeva su un solo autogol su papera del portiere, perché diciamolo pure, non metterla dentro con un Chievo così dimesso al quale viene anche negato un rigore, beh se non sei cieco qualche dubbio deve pur fartelo venire. Nel complesso ottima partita dei due soliti Vidal e Pogba, tutta un'altra categoria rispetto al resto della squadra. Anche Coman non sembra male, ma quel Chievo non sembra avversario da cui trarre indicazioni. In finale possiamo dire che la Juve sia squadra compatta e tutto il resto, ma che sprechi davvero troppo sotto porta, l'attacco alla prima è sicuramente da bocciare, senza salvare nessuno, i nomi però ci sono, ma c'erano anche l'anno scorso ed è sospetto come fuori dall'Italia sembravano non vedere mai la porta.
Chiudiamo con la prima della classe, quella vera, quella che ha convinto di più e che solo qualche sciocco, ma innamorato tifoso di una strisciata a caso potrebbe mettere in discussione. La Roma c'è, compatta, aggressiva, forte in ogni reparto, schiera, contro la Fiorentina di un inedito Montella preoccupato solo di difendersi, ben quattro elementi nuovi, lamenta le assenze di gente come Maicon, Castan, Strootman e Balzaretti, eppure per 60 minuti tira fuori una prova di forza totale.
La Fiorentina riesce a reagire per un quarto d'ora, e solo uno strepitoso de Sanctis le nega il pareggio, ma quel punto sale in cattedra la qualità dalla panchina della Roma, con quell'effetto che il mondo chiama Realmadritudine: ovvero ti giri verso le seconde linee e dici: "anvedi chi c'ho pure. E infatti entrano Keità, Florenzi e Liajic. Partita chiusa. E chi se ne frega se non fischiano il rigore a Pianijc, tanto sicuramente i tifosi romanisti si sbagliano e i tribunali non hanno mai condannato nessuno.
Comunque, serie A è tornata e ci sarebbe da essere contenti se la Nazionale come ogni settembre non rompesse i coglioni a una astinenza di due mesi. Interrompere il campionato dopo la prima giornata è immorale, ma almeno darà a molte squadre il tempo di assestarsi, per quanto non tutte siano in grado di farlo.
Cominceremo quindi con la Lazio, che dopo i proclami di vittoria del campionato di Lotito, del DS col gommone e di qualche altro irricucibile, si è ritrovata a fare i conti con la realtà: le prende pure da un Milan che ieri sera, francamente, è sembrato ben poca cosa. A noi le due squadre sono sembrate equilibrate dal punto di vista tattico, nessuna delle due è superiore all'altra, la differenza è nell'organico e probabilmente anche in quello che alcuni giornalisti chiamano DNA. Il nuovo acquisto De Vrij soffre molto lo stretto, figuriamoci se due come Menez e El Sharawi non potessero farlo impazzire. Ora, senza dilungarci oltre su questa partita di seconda fascia, ci limiteremo a dire che nonostante la sonora legnata le due compagini non hanno brillato. D'altra parte anche il Napoli non ha dato spettacolo, solita difesa imbarazzante e centrocampo non da meno che non riesce a supportare un attacco che crediamo sia davvero troppo per una squadra che dalla cintola in giù vanta giocatori di poco spessore. L'immobilismo di De Laurentis nel mercato dà l'idea che si sia chiuso un ciclo, alla luce di questo forse va letto l'addio di Mazzarri. E appunto veniamo all'Inter del catenacciaro ex Napoli, noi francamente pensavamo che fosse una delle pretendenti al terzo posto, che Ausilio liberato dal mercato creativo di Branca fosse riuscito a mettere su una gran bella squadra. La prima giornata sembra darci torto e in tutta onestà non capiamo come questa Inter possa rinunciare a Alvarez.
Sabato, però, hanno giocato anche quelle che ora sono le prime delle classe: la Juve in quel di Verona ci è sembrata, almeno per il tempo in cui l'abbiamo vista e per la sintesi della domenica, una squadra indebolita e confusa nel reparto d'attacco. Riteniamo che i commenti entusiasti dei giornalisti e telecronisti siano i soliti commenti di una categoria che in questo malandato paese mira più a compiacere che altro. Noi abbiamo visto una Juve padrona del campo per un tempo intero, con un Chievo che sia per limiti tecnici che per merito di un ottimo centrocampo della squadra di Vinovo, non riusciva a mettere insieme due passaggi di fila, eppure la partita si reggeva su un solo autogol su papera del portiere, perché diciamolo pure, non metterla dentro con un Chievo così dimesso al quale viene anche negato un rigore, beh se non sei cieco qualche dubbio deve pur fartelo venire. Nel complesso ottima partita dei due soliti Vidal e Pogba, tutta un'altra categoria rispetto al resto della squadra. Anche Coman non sembra male, ma quel Chievo non sembra avversario da cui trarre indicazioni. In finale possiamo dire che la Juve sia squadra compatta e tutto il resto, ma che sprechi davvero troppo sotto porta, l'attacco alla prima è sicuramente da bocciare, senza salvare nessuno, i nomi però ci sono, ma c'erano anche l'anno scorso ed è sospetto come fuori dall'Italia sembravano non vedere mai la porta.
Chiudiamo con la prima della classe, quella vera, quella che ha convinto di più e che solo qualche sciocco, ma innamorato tifoso di una strisciata a caso potrebbe mettere in discussione. La Roma c'è, compatta, aggressiva, forte in ogni reparto, schiera, contro la Fiorentina di un inedito Montella preoccupato solo di difendersi, ben quattro elementi nuovi, lamenta le assenze di gente come Maicon, Castan, Strootman e Balzaretti, eppure per 60 minuti tira fuori una prova di forza totale.
La Fiorentina riesce a reagire per un quarto d'ora, e solo uno strepitoso de Sanctis le nega il pareggio, ma quel punto sale in cattedra la qualità dalla panchina della Roma, con quell'effetto che il mondo chiama Realmadritudine: ovvero ti giri verso le seconde linee e dici: "anvedi chi c'ho pure. E infatti entrano Keità, Florenzi e Liajic. Partita chiusa. E chi se ne frega se non fischiano il rigore a Pianijc, tanto sicuramente i tifosi romanisti si sbagliano e i tribunali non hanno mai condannato nessuno.
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