«Vi spiego perché Conte vincerà il ricorso al Tnas»
Il giudice Calabrò ci dice la sua su come finirà la vicenda legata al tecnico della Juve: «La sentenza d’appello poggia su fatti senza riscontri nella realtà. Siamo sicuri che sia il codice sportivo da riformare e non le persone che lo applicano senza conoscere realmente la materia?»
«Vi spiego perché Conte vincerà il ricorso al Tnas»© LaPresse
TORINO - Giudice Calabrò ha letto le motivazioni dell’appello che ha ricondannato Conte a dieci mesi di squalifica?
«Sì, con grande attenzione. Approfittando anche della velocità inusitata con la quale sono state scritte e depositate, forse anche per tappare la falla aperta dalle dichiarazioni rilasciate da Sandulli, violando la deontolgia e dimostrando forse anche poca serenità di giudizio. E pensare che la stessa corte non ha ancora depositato motivazioni di procedimenti svolti ai primi di luglio. Comunque, tornando alle motivazioni le ho trovate molto promettenti per Conte».
In che senso?
«Al contrario di quanto pensa di aver scritto la Corte, io credo che la sentenza sia tutt’altro che blindata, ma che anzi contenga più di un grimaldello per essere scardinata in sede di Tnas. Conte si presenta con armi eccezionali al terzo grado di giudizio».
Ce le spieghi.
«Innanzitutto i giudici ci tengono a specificare che non hanno condannato Conte per AlbinoLeffe-Siena (l’unica partita contestata a Conte, visto il proscioglimento su Novara-Siena, ndr ) solo sulla base del “non poteva non sapere”, ma dicono di aver riscontri oggettivi. Quali sono? Il primo è che Conte è un accentratore e quindi non poteva sfuggirgli il comportamento scorretto di Stellini. Ma come accentratore? Cosa significa? Anche io sono un accentratore sul lavoro perché mi piace controllarne ogni aspetto, ma questo non vuol dire che io debba o possa sapere se un cancelliere commette un qualche reato. E poi c’è la questione Mastronunzio (che trattiamo ampiamente a lato, ndr ) che è clamorosa. I giudici scrivono che Conte l’avrebbe escluso, lui che era un titolare fisso, perché non era d’accordo a combinare la gara con l’AlbinoLeffe, in quanto avrebbe voluto “regalare” i punti anche all’Ascoli, squadra a cui era legato. E qui è tutto sbagliato: Mastronunzio non era titolare, era infortunato ed è stato un simbolo dell’Ancona, in rapporti tutt’altro che amichevoli con l’Ascoli! Siamo all’inversione della realtà».
Il giudice Calabrò ci dice la sua su come finirà la vicenda legata al tecnico della Juve: «La sentenza d’appello poggia su fatti senza riscontri nella realtà. Siamo sicuri che sia il codice sportivo da riformare e non le persone che lo applicano senza conoscere realmente la materia?»
«Vi spiego perché Conte vincerà il ricorso al Tnas»© LaPresse
TORINO - Giudice Calabrò ha letto le motivazioni dell’appello che ha ricondannato Conte a dieci mesi di squalifica?
«Sì, con grande attenzione. Approfittando anche della velocità inusitata con la quale sono state scritte e depositate, forse anche per tappare la falla aperta dalle dichiarazioni rilasciate da Sandulli, violando la deontolgia e dimostrando forse anche poca serenità di giudizio. E pensare che la stessa corte non ha ancora depositato motivazioni di procedimenti svolti ai primi di luglio. Comunque, tornando alle motivazioni le ho trovate molto promettenti per Conte».
In che senso?
«Al contrario di quanto pensa di aver scritto la Corte, io credo che la sentenza sia tutt’altro che blindata, ma che anzi contenga più di un grimaldello per essere scardinata in sede di Tnas. Conte si presenta con armi eccezionali al terzo grado di giudizio».
Ce le spieghi.
«Innanzitutto i giudici ci tengono a specificare che non hanno condannato Conte per AlbinoLeffe-Siena (l’unica partita contestata a Conte, visto il proscioglimento su Novara-Siena, ndr ) solo sulla base del “non poteva non sapere”, ma dicono di aver riscontri oggettivi. Quali sono? Il primo è che Conte è un accentratore e quindi non poteva sfuggirgli il comportamento scorretto di Stellini. Ma come accentratore? Cosa significa? Anche io sono un accentratore sul lavoro perché mi piace controllarne ogni aspetto, ma questo non vuol dire che io debba o possa sapere se un cancelliere commette un qualche reato. E poi c’è la questione Mastronunzio (che trattiamo ampiamente a lato, ndr ) che è clamorosa. I giudici scrivono che Conte l’avrebbe escluso, lui che era un titolare fisso, perché non era d’accordo a combinare la gara con l’AlbinoLeffe, in quanto avrebbe voluto “regalare” i punti anche all’Ascoli, squadra a cui era legato. E qui è tutto sbagliato: Mastronunzio non era titolare, era infortunato ed è stato un simbolo dell’Ancona, in rapporti tutt’altro che amichevoli con l’Ascoli! Siamo all’inversione della realtà».
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