rescissione consensuale?
Villas-Boas, ore contate
In arrivo Benitez
La sconfitta del Chelsea contro il Wba potrebbe essere fatale per il tecnico portoghese. Abramovich potrebbe non aspettare neanche la partita di coppa con il Birmingham in programma martedì
LONDRA - E' questione di un giorno, forse di ore. Andre Villas-Boas sta per diventare il settimo allenatore licenziato in otto anni da Roman Abramovich. Dopo l'ennesima imbarazzante sconfitta sofferta ieri dal Chelsea, battuto 1-0 in trasferta dal modesto West Bromwich, l'allontanamento del 33enne coach portoghese viene dato per certo dai media di Londra. E anche lui, che per settimane ha esibito sicurezza sul proprio futuro e sul rapporto con il suo boss Abramovich, è apparso rassegnato al suo destino: "Non è a me che dovete chiedere", ha risposto, quando i giornalisti gli hanno chiesto se pensa di essere ancora in panchina martedì, per la ripetizione del quinto turno della Coppa d'Inghilterra contro il Birmingham City, contro cui il Chelsea aveva soltanto pareggiato una settimana fa, richiedendo che il match venisse rigiocato.
Secondo le indiscrezioni della stampa londinese, il Chelsea sta già trattando con Rafa Benitez per prendere subito la guida della squadra. Il problema è che l'ex-allenatore dell'Inter vorrebbe perlomeno un contratto per un anno e mezzo, ossia per terminare questa stagione e fare anche la prossima, mentre Abramovich vorrebbe offrirgli solo un contratto a termine sino alla fine del campionato in corso, per poi decidere se rinnovarglielo sulla base dei risultati raggiunti e sulla disponibilità di altri nomi sul mercato. Il suo oggetto del desiderio sarebbe ora Pep Guardiola, se lo spagnolo decidesse, come è possibile, di non rinnovare il suo contratto con il Barcellona.
Ma c'è anche l'ipotesi di un ritorno al Chelsea di Josè Mourinho, che nei giorni scorsi è stato visto cercare casa nella capitale britannica.
Di certo c'è che l'era Villas-Boas è giunta alla conclusione. Il Chelsea è scivolato al quinto posto in Premier League, dunque fuori dalla zona qualificazione per la Champions del prossimo anno. E' a un passo dall'eliminazione dalla Champions di quest'anno, aspettando il Napoli allo Stamford Bridge per il match di ritorno dopo il 3-1 subito al San Paolo. E rischia pure di uscire dalla Coppa d'Inghilterra, se dopodomani non riesce a battere il Birmingham, una squadra di serie B. "Non vinciamo abbastanza partite e queste non sono statistiche che possono renderci orgogliosi", riconosce Villas-Boas. "Nel calcio ci sono gioie e dolori e questo è il momento dei dolori", filosofeggia.
Le sue statistiche sono in effetti terribili: ha la più bassa percentuale di vittorie (48%) fra tutti gli allenatori del Chelsea dell'era Abramovich (da Ranieri a Mourinho, da Grant a Scolari, da Hiddink ad Ancelotti). Assumerlo, commentano i giornalisti sportivi inglesi, è stato un grosso rischio: perché molto giovane e con pochissima esperienza in panchina, a dispetto della tripla vittoria (campionato, coppa di Portogallo, Europa League), realizzata lo scorso anno con il Porto. Doveva essere il "nuovo Mourinho", un Josè più moderno, meno istrione, più amabile. Invece si è rivelato un salto nel vuoto, si è inimicato i veterani (da Lampard a Cole, ma pure Torres e Drogba), ha perso infine il sostegno dei tifosi e dei media. Ora manca solo la lettera di licenziamento firmata Roman Abramovich
a me piace anche se ha fallito al chelsea
Villas-Boas, ore contate
In arrivo Benitez
La sconfitta del Chelsea contro il Wba potrebbe essere fatale per il tecnico portoghese. Abramovich potrebbe non aspettare neanche la partita di coppa con il Birmingham in programma martedì
LONDRA - E' questione di un giorno, forse di ore. Andre Villas-Boas sta per diventare il settimo allenatore licenziato in otto anni da Roman Abramovich. Dopo l'ennesima imbarazzante sconfitta sofferta ieri dal Chelsea, battuto 1-0 in trasferta dal modesto West Bromwich, l'allontanamento del 33enne coach portoghese viene dato per certo dai media di Londra. E anche lui, che per settimane ha esibito sicurezza sul proprio futuro e sul rapporto con il suo boss Abramovich, è apparso rassegnato al suo destino: "Non è a me che dovete chiedere", ha risposto, quando i giornalisti gli hanno chiesto se pensa di essere ancora in panchina martedì, per la ripetizione del quinto turno della Coppa d'Inghilterra contro il Birmingham City, contro cui il Chelsea aveva soltanto pareggiato una settimana fa, richiedendo che il match venisse rigiocato.
Secondo le indiscrezioni della stampa londinese, il Chelsea sta già trattando con Rafa Benitez per prendere subito la guida della squadra. Il problema è che l'ex-allenatore dell'Inter vorrebbe perlomeno un contratto per un anno e mezzo, ossia per terminare questa stagione e fare anche la prossima, mentre Abramovich vorrebbe offrirgli solo un contratto a termine sino alla fine del campionato in corso, per poi decidere se rinnovarglielo sulla base dei risultati raggiunti e sulla disponibilità di altri nomi sul mercato. Il suo oggetto del desiderio sarebbe ora Pep Guardiola, se lo spagnolo decidesse, come è possibile, di non rinnovare il suo contratto con il Barcellona.
Ma c'è anche l'ipotesi di un ritorno al Chelsea di Josè Mourinho, che nei giorni scorsi è stato visto cercare casa nella capitale britannica.
Di certo c'è che l'era Villas-Boas è giunta alla conclusione. Il Chelsea è scivolato al quinto posto in Premier League, dunque fuori dalla zona qualificazione per la Champions del prossimo anno. E' a un passo dall'eliminazione dalla Champions di quest'anno, aspettando il Napoli allo Stamford Bridge per il match di ritorno dopo il 3-1 subito al San Paolo. E rischia pure di uscire dalla Coppa d'Inghilterra, se dopodomani non riesce a battere il Birmingham, una squadra di serie B. "Non vinciamo abbastanza partite e queste non sono statistiche che possono renderci orgogliosi", riconosce Villas-Boas. "Nel calcio ci sono gioie e dolori e questo è il momento dei dolori", filosofeggia.
Le sue statistiche sono in effetti terribili: ha la più bassa percentuale di vittorie (48%) fra tutti gli allenatori del Chelsea dell'era Abramovich (da Ranieri a Mourinho, da Grant a Scolari, da Hiddink ad Ancelotti). Assumerlo, commentano i giornalisti sportivi inglesi, è stato un grosso rischio: perché molto giovane e con pochissima esperienza in panchina, a dispetto della tripla vittoria (campionato, coppa di Portogallo, Europa League), realizzata lo scorso anno con il Porto. Doveva essere il "nuovo Mourinho", un Josè più moderno, meno istrione, più amabile. Invece si è rivelato un salto nel vuoto, si è inimicato i veterani (da Lampard a Cole, ma pure Torres e Drogba), ha perso infine il sostegno dei tifosi e dei media. Ora manca solo la lettera di licenziamento firmata Roman Abramovich
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