<< Mesi e mesi di chiacchiere a vuoto, di promesse non mantenute, di scadenze, ultimatum, annunci fissati e mai rispettati. Finalmente (o purtroppo, verrebbe da aggiungere) arrivò il momento decisivo, quello in cui tutti i nodi sarebbero finalmente giunti al pettine. E, com’è ovvio che fosse, il castello di carta costruito dai discussi e discutibili protagonisti delle vicende di casa granata in questi mesi, tenuto in piedi dalla compiacenza di una fetta di stampa locale, si è sgretolato definitivamente.
D’ora in avanti non vi sarà più spazio per illusioni, favolette e prese in giro assortite: il giorno del giudizio è inequivocabile, indiscutibile, incontrovertibile. La Salernitana è fuori dai campionati professionistici, esclusione ormai appurata considerando che il club granata non ha soddisfatto, nei tempi previsti, nessuno degli adempimenti fissati dalla Lega Pro per ottenere il lasciapassare al prossimo campionato. Niente stipendi, niente fidejussione, niente regolarizzazione delle pendenze Iva, Irap, Irpef ed Enpals: inutile a questo punto sprecare tempo per presentare un ricorso (dal costo di 9.000 euro, ndr) bocciato in partenza. La percezione è che, aldilà delle frasi di circostanza e delle trattative farsa che hanno riempito le colonne dei giornali in queste settimane, la Salernitana abbia accettato il proprio destino in maniera inerme, senza colpo ferire. Una sensazione d’impotenza aggravata dall’atteggiamento della piazza e delle istituzioni, quasi impassibili dinanzi al dramma sportivo che si stava consumando e che ha avuto in queste ore il suo naturale epilogo.
’ il giorno più triste: la città di Salerno – per la prima volta dal 1919 a questa parte – non avrà una squadra militante in campionati professionistici. Il futuro si chiama Serie D: campi sterrati di piccoli e talvolta sperduti paesini di provincia, lontani anni luce dai palcoscenici che il pubblico granata era abituato a calcare. Una delusione resa ancor più cocente dall’aver fallito di un soffio il traguardo della B che avrebbe magari potuto aprire scenari diversi.
Il destino, si sa, sa essere crudele e nella fattispecie sembra essersi accanito contro la Salernitana e i suoi tifosi. Resettare tutto e ripartire da zero,
ricreando dal nulla quei valori e quello spirito che hanno saputo identificare ed unire decine di migliaia di persone dal 1919 ad oggi: è l’imperativo che deve unire tutti coloro i quali hanno i colori granata nel cuore.>>
A GIOCARE NEI CAMPI DI PATATE, QUELLI DOVE DA SETTEMBRE A MARZO C'E' SOLO TERRA E FANGO. GIUSTO COSI'!! SPORCHI TERRONI
D’ora in avanti non vi sarà più spazio per illusioni, favolette e prese in giro assortite: il giorno del giudizio è inequivocabile, indiscutibile, incontrovertibile. La Salernitana è fuori dai campionati professionistici, esclusione ormai appurata considerando che il club granata non ha soddisfatto, nei tempi previsti, nessuno degli adempimenti fissati dalla Lega Pro per ottenere il lasciapassare al prossimo campionato. Niente stipendi, niente fidejussione, niente regolarizzazione delle pendenze Iva, Irap, Irpef ed Enpals: inutile a questo punto sprecare tempo per presentare un ricorso (dal costo di 9.000 euro, ndr) bocciato in partenza. La percezione è che, aldilà delle frasi di circostanza e delle trattative farsa che hanno riempito le colonne dei giornali in queste settimane, la Salernitana abbia accettato il proprio destino in maniera inerme, senza colpo ferire. Una sensazione d’impotenza aggravata dall’atteggiamento della piazza e delle istituzioni, quasi impassibili dinanzi al dramma sportivo che si stava consumando e che ha avuto in queste ore il suo naturale epilogo.
’ il giorno più triste: la città di Salerno – per la prima volta dal 1919 a questa parte – non avrà una squadra militante in campionati professionistici. Il futuro si chiama Serie D: campi sterrati di piccoli e talvolta sperduti paesini di provincia, lontani anni luce dai palcoscenici che il pubblico granata era abituato a calcare. Una delusione resa ancor più cocente dall’aver fallito di un soffio il traguardo della B che avrebbe magari potuto aprire scenari diversi.
Il destino, si sa, sa essere crudele e nella fattispecie sembra essersi accanito contro la Salernitana e i suoi tifosi. Resettare tutto e ripartire da zero,
ricreando dal nulla quei valori e quello spirito che hanno saputo identificare ed unire decine di migliaia di persone dal 1919 ad oggi: è l’imperativo che deve unire tutti coloro i quali hanno i colori granata nel cuore.>>
A GIOCARE NEI CAMPI DI PATATE, QUELLI DOVE DA SETTEMBRE A MARZO C'E' SOLO TERRA E FANGO. GIUSTO COSI'!! SPORCHI TERRONI
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