“Caro amico milanista, siamo i migliori, vota Berlusconi”. E’ questo il sunto della lettera propagandistica che l’Aimc (Associazione Italiana Milan Clubs) ha inviato ai sostenitori della squadra rossonera per le elezioni amministrative. Onestà intellettuale pari a zero.
Dopo l’enumerazione dei trofei vinti nell’epoca del patron Berlusconi, arriva il suggerimento con tanto di “spiegazione”: “Potrai votare facendo una croce sul simbolo del ‘il Popolo della libertà’ e potrai scrivere il nome ‘Berlusconi’ nello spazio per la preferenza sulla scheda azzurra”. E poi un’aggiunta: “Un gesto tanto semplice quanto decisivo per fare di Milano una città sempre all’altezza della nostra straordinaria squadra di calcio!!!”. Tralasciando i vistosi errori grammaticali e i vizi di forma dell’intera missiva, vorrei fare una valutazione squisitamente politica.
Intanto mettere quella croce su un simbolo non è un “gesto semplice”, ma una vera e propria assunzione di responsabilità nei confronti di se stessi e del posto in cui si vive. E poi, mi chiedo, in quale Paese civile il presidente onorario del fan club di una squadra di calcio (nel caso di specie si tratta del signor Sandro Capitanio: onore al merito!) si presta ad un’operazione di marketing di questo livello? In quale Paese civile un capo di governo si serve di questo tipo di “collaborazione”?
Capisco la disperazione di Silvio Berlusconi per l’inesorabile declino del suo (non)governo, e capisco il terrore, giustificatissimo, di queste elezioni, ma usare uno stratagemma del genere, che oggi viene fuori con questo mio post, non ha aiutato al primo turno e non aiuterà di certo per il ballottaggio. Quindi, ricapitolando, la campagna elettorale del Pdl in Lombardia si è svolta così: manifesti ingiuriosi e violenti nei confronti dei magistrati, comizio semi-deserto accanto al Duomo, diffamazione codarda in diretta tv alla fine del confronto Moratti-Pisapia e… per finire in bellezza, “campagna elettorale” attraverso il calcio. Ci sarebbe da ridere, se non fosse una tragedia.
Fossi un tifoso del Milan strapperei il mio abbonamento e smetterei di gettare via i miei soldi in partite e fan club per pagare la campagna elettorale di Berlusconi. Fossi la Moratti (ma per fortuna non lo sono!) mi sentirei tremendamente offesa e denigrata, e mi ritirerei in buon ordine, non prima di aver strappato la tessera del partito. Fossi milanese, ovviamente, voterei per Giuliano Pisapia e manderei a casa questa classe politica insulsa, inetta e irrecuperabile. Ma io non tifo per il Milan, non sono candidata a sindaco del capoluogo lombardo e non posso votare per Pisapia, per cui non mi rimane che indignarmi e informare i cittadini, milanesi e non, ancora una volta, sull’idea che ha di politica Silvio Berlusconi. E sullo spessore di chi lo sostiene con questi mezzucci.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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