Il presidente: non è il colpevole
Ma i dirigenti della Cbf cambiano
In pole position Scolari e Leonardo
SAN PAOLO
Il presidente Lula e tutto il Brasile hanno assolto il ct Dunga e la squadra dopo l’eliminazione nei quarti di finale di Sudafrica 2010 contro l’Olanda, ma la Federcalcio brasiliana (Cbf) lo ha esonerato lo stesso.
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«Con l’eliminazione del Brasile dai mondiali in Sudafrica si ‚ chiuso il ciclo di lavoro che ha avuto inizio nell’agosto del 2006. Tutta la commissione tecnica della Selecao è stata esonerata», ha annunciato la stessa Cbf sul suo sito. «Non serve a niente cercare di trovare colpevoli - aveva invece detto il presidente brasiliano, grande tifoso di calcio - I giocatori hanno fatto quello che dovevano fare in campo. Era la squadra che avevamo. Hanno giocato bene e Dunga, a ben vedere, in definitiva ha più pro che contro, sono cose del calcio».
Così come il suo amatissimo presidente, tutto il Paese non sembra in vena di processi e di polemiche. Basti ricordare che il giorno prima dell’incontro con l’Olanda, un sondaggio sul maggior quotidiano brasiliano, la Folha de S.Paulo, dava un tasso di approvazione al ct brasiliano fino a quel momento del 69%.
Il paradosso è che lo stesso Dunga ha sempre predicato che quello che importava era il risultato, mentre adesso invece i brasiliani lo stanno giudicando (e tutto sommato approvando) per altri fattori che hanno segnato la sua guida della Selecao: la grinta trasmessa ai giocatori, l’attaccamento alla maglia verdeoro, la disciplina e l’unione del gruppo, il rifiuto delle stelle viziate e capricciose.
Come ha scritto il quotidiano sportivo Lance, «questa squadra ha perso ma avrebbe potuto anche vincere bene, come ha mostrato nel primo tempo [contro l’Olanda, ndr]. Dunga ha ridato ai giocatori e in definitiva a tutto il Paese il senso di identificazione con la squadra che esprime i valori del suo calcio, mettendo in campo giocatori a volte umili e quasi dimenticati, quelli con la quale la gente si identifica, invece della sfilata di stelle del 2006 finita quasi in farsa». Ieri mattina la Selecao è rientrata in patria accolta a Rio da un centinaio di tifosi. L’unico ad essere contestato è stato Felipe Melo, autore dell’autogol del pareggio dell’Olanda e del fallo che gli è costata l’espulsione a 20’ dalla fine.
Julio Cesar, invece, è stato uno tra i più festeggiati assieme a Juan. Visibilmente emozionato, il portiere dell’Inter ha scambiato qualche parola con i giornalisti dopo essere sceso dall’aereo e poi si è lasciato andare a un pianto dirotto tra le braccia della madre non appena salito sull’auto che lo aspettava.
Il Brasile adesso ha fretta di voltar pagina: nel 2014 sarà il Paese che ospiterà i Mondiali e allora sì che in casa avrà il "dovere" di vincere. E allora la Cbf non ha voluto correre rischi: prima ancora che la stampa sportiva e gli appassionati di calcio cominciassero a fare troppe domande, Ricardo Teixeira, il potentissimo presidente della Cbf che di Dunga era stato il mentore, lo ha fatto fuori.
A fine luglio sapremo chi sarà il prescelto incaricato di guidare la selecao verso l’auspicata finale del 2014 in un Maracanà rinnovato come tutta la squadra: i nomi che si fanno sono quelli di Felipe Scolari, già campione del mondo con la squadra verdeoro nel 2002, e dell’ex tecnico del Milan Leonardo.
parere personale, mi spiace per lui...
Ma i dirigenti della Cbf cambiano
In pole position Scolari e Leonardo
SAN PAOLO
Il presidente Lula e tutto il Brasile hanno assolto il ct Dunga e la squadra dopo l’eliminazione nei quarti di finale di Sudafrica 2010 contro l’Olanda, ma la Federcalcio brasiliana (Cbf) lo ha esonerato lo stesso.
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«Con l’eliminazione del Brasile dai mondiali in Sudafrica si ‚ chiuso il ciclo di lavoro che ha avuto inizio nell’agosto del 2006. Tutta la commissione tecnica della Selecao è stata esonerata», ha annunciato la stessa Cbf sul suo sito. «Non serve a niente cercare di trovare colpevoli - aveva invece detto il presidente brasiliano, grande tifoso di calcio - I giocatori hanno fatto quello che dovevano fare in campo. Era la squadra che avevamo. Hanno giocato bene e Dunga, a ben vedere, in definitiva ha più pro che contro, sono cose del calcio».
Così come il suo amatissimo presidente, tutto il Paese non sembra in vena di processi e di polemiche. Basti ricordare che il giorno prima dell’incontro con l’Olanda, un sondaggio sul maggior quotidiano brasiliano, la Folha de S.Paulo, dava un tasso di approvazione al ct brasiliano fino a quel momento del 69%.
Il paradosso è che lo stesso Dunga ha sempre predicato che quello che importava era il risultato, mentre adesso invece i brasiliani lo stanno giudicando (e tutto sommato approvando) per altri fattori che hanno segnato la sua guida della Selecao: la grinta trasmessa ai giocatori, l’attaccamento alla maglia verdeoro, la disciplina e l’unione del gruppo, il rifiuto delle stelle viziate e capricciose.
Come ha scritto il quotidiano sportivo Lance, «questa squadra ha perso ma avrebbe potuto anche vincere bene, come ha mostrato nel primo tempo [contro l’Olanda, ndr]. Dunga ha ridato ai giocatori e in definitiva a tutto il Paese il senso di identificazione con la squadra che esprime i valori del suo calcio, mettendo in campo giocatori a volte umili e quasi dimenticati, quelli con la quale la gente si identifica, invece della sfilata di stelle del 2006 finita quasi in farsa». Ieri mattina la Selecao è rientrata in patria accolta a Rio da un centinaio di tifosi. L’unico ad essere contestato è stato Felipe Melo, autore dell’autogol del pareggio dell’Olanda e del fallo che gli è costata l’espulsione a 20’ dalla fine.
Julio Cesar, invece, è stato uno tra i più festeggiati assieme a Juan. Visibilmente emozionato, il portiere dell’Inter ha scambiato qualche parola con i giornalisti dopo essere sceso dall’aereo e poi si è lasciato andare a un pianto dirotto tra le braccia della madre non appena salito sull’auto che lo aspettava.
Il Brasile adesso ha fretta di voltar pagina: nel 2014 sarà il Paese che ospiterà i Mondiali e allora sì che in casa avrà il "dovere" di vincere. E allora la Cbf non ha voluto correre rischi: prima ancora che la stampa sportiva e gli appassionati di calcio cominciassero a fare troppe domande, Ricardo Teixeira, il potentissimo presidente della Cbf che di Dunga era stato il mentore, lo ha fatto fuori.
A fine luglio sapremo chi sarà il prescelto incaricato di guidare la selecao verso l’auspicata finale del 2014 in un Maracanà rinnovato come tutta la squadra: i nomi che si fanno sono quelli di Felipe Scolari, già campione del mondo con la squadra verdeoro nel 2002, e dell’ex tecnico del Milan Leonardo.
parere personale, mi spiace per lui...
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