I Viola sono la prima squadra a rappresentare l'Italia (e unica? ) in champion's... spero che vadano avanti il più possibile, grandi! Qualcuno ha visto la partita e può fare qualche commento?
Contro chi si scontreranno?
La Fiorentina parte tranquilla nel primo tempo, colpisce due pali (con Santana e Gilardino) alle prime accelerazioni, poi il rigore procurato da Marchionni e trasformato da Vargas. Quindi gli uomini di Prandelli controllano la gara con sapienza, e alla fine le prodezze di Frey salvano il risultato
FIRENZE, 24 novembre 2009 - Certo, c'è la qualificazione agli ottavi di Champions, storica per la gestione Della Valle. Ma c'è anche dell'altro: c'è una Fiorentina che ha imparato a vincere 1-0 su rigore, a gestire il vantaggio con autorevolezza e a ricorrere a San Frey solo nel finale. In altre parole, non è stato superato solo il turno, ma anche l'esame di maturità
senza fretta — I viola partono guardinghi, senza sbilanciarsi e senza fretta. La prima conclusione arriva già al 3' con un colpo di testa di Kroldrup su azione di corner alto non di molto, ma non c'è arrembaggio. Anzi, guardando la quantità di passaggi sbagliati dei primi minuti viene qualche dubbio anche sulla concentrazione. Ma all'11', al primo affondo, ecco le occasioni: c'è prima il destro di Santana (al volo dopo stop di petto) respinto dal palo, ripreso dal Gila e deviato in corner dal portiere; e subito dopo, sul tiro dalla bandierina sinistra, c'è un altro legno colpito stavolta da Gilardino, che di testa trova il secondo palo. La "doppietta" risveglia il Lione, che prova a replicare, ma carica anche i viola, che sentono "maturo" il gol. Ed eccolo puntuale al 28', quando dopo una serie di attacchi viola Marchionni va via sulla destra e si vede rovinare addosso un Cissokho in serata particolarmente fallosa: rigore che Vargas trasforma di potenza. Il Lione accusa il colpo e i viola gestiscono il vantaggio senza grossi problemi a parte il giallo a Dainelli, che in quanto diffidato salterà il Liverpool. Gli stessi francesi sembrano spuntati, e a parte qualche iniziativa personale di Pjanic non vanno molto al di là di uno sterile possesso palla. Così il vantaggio con cui la Fiorentina va al riposo è ampiamente meritato.
la ripresa — Si riprende con lo stesso copione. Anzi, i viola spingono anche di più, alla ricerca del gol in grado di chiudere la partita. Vargas è il solito rullo compressore sulla sinistra, ma anche Santana, che alle spalle di Gila ha la responsabilità dio sostituire la staffetta Mutu-Jovetic, è vivacissimo ed efficace. Dietro di lui, Montolivo imposta bene ed è in serata anche come interditore. Sull'altro fronte il tecnico Puel continua a tenersi in panchina Lisandro, così è il solo Pjanic a dare ogni tanto un po' di adrenalina a Frey. Finché, al 20', l'allenatore francese non si decide a mettere dentro il suo gioiello argentino, costringendo Prandelli a coprirsi con Donadel per Santana. Ciò non impedisce al Lione di costruire finalmente un minimo di supremazia territoriale alla ricerca del pareggio, con i viola che si difendono con ordine e il solito Pjanic a creare anche dalla distanza gli unici pericoli per Frey. Nel finale c'è anche un'accelerazione del Lione, che però trova il connazionale viola sempre pronto alla prodezza. Ma stavolta il risultato è gestito e difeso da un'intera squadra matura.
Contro chi si scontreranno?
La Fiorentina parte tranquilla nel primo tempo, colpisce due pali (con Santana e Gilardino) alle prime accelerazioni, poi il rigore procurato da Marchionni e trasformato da Vargas. Quindi gli uomini di Prandelli controllano la gara con sapienza, e alla fine le prodezze di Frey salvano il risultato
FIRENZE, 24 novembre 2009 - Certo, c'è la qualificazione agli ottavi di Champions, storica per la gestione Della Valle. Ma c'è anche dell'altro: c'è una Fiorentina che ha imparato a vincere 1-0 su rigore, a gestire il vantaggio con autorevolezza e a ricorrere a San Frey solo nel finale. In altre parole, non è stato superato solo il turno, ma anche l'esame di maturità
senza fretta — I viola partono guardinghi, senza sbilanciarsi e senza fretta. La prima conclusione arriva già al 3' con un colpo di testa di Kroldrup su azione di corner alto non di molto, ma non c'è arrembaggio. Anzi, guardando la quantità di passaggi sbagliati dei primi minuti viene qualche dubbio anche sulla concentrazione. Ma all'11', al primo affondo, ecco le occasioni: c'è prima il destro di Santana (al volo dopo stop di petto) respinto dal palo, ripreso dal Gila e deviato in corner dal portiere; e subito dopo, sul tiro dalla bandierina sinistra, c'è un altro legno colpito stavolta da Gilardino, che di testa trova il secondo palo. La "doppietta" risveglia il Lione, che prova a replicare, ma carica anche i viola, che sentono "maturo" il gol. Ed eccolo puntuale al 28', quando dopo una serie di attacchi viola Marchionni va via sulla destra e si vede rovinare addosso un Cissokho in serata particolarmente fallosa: rigore che Vargas trasforma di potenza. Il Lione accusa il colpo e i viola gestiscono il vantaggio senza grossi problemi a parte il giallo a Dainelli, che in quanto diffidato salterà il Liverpool. Gli stessi francesi sembrano spuntati, e a parte qualche iniziativa personale di Pjanic non vanno molto al di là di uno sterile possesso palla. Così il vantaggio con cui la Fiorentina va al riposo è ampiamente meritato.
la ripresa — Si riprende con lo stesso copione. Anzi, i viola spingono anche di più, alla ricerca del gol in grado di chiudere la partita. Vargas è il solito rullo compressore sulla sinistra, ma anche Santana, che alle spalle di Gila ha la responsabilità dio sostituire la staffetta Mutu-Jovetic, è vivacissimo ed efficace. Dietro di lui, Montolivo imposta bene ed è in serata anche come interditore. Sull'altro fronte il tecnico Puel continua a tenersi in panchina Lisandro, così è il solo Pjanic a dare ogni tanto un po' di adrenalina a Frey. Finché, al 20', l'allenatore francese non si decide a mettere dentro il suo gioiello argentino, costringendo Prandelli a coprirsi con Donadel per Santana. Ciò non impedisce al Lione di costruire finalmente un minimo di supremazia territoriale alla ricerca del pareggio, con i viola che si difendono con ordine e il solito Pjanic a creare anche dalla distanza gli unici pericoli per Frey. Nel finale c'è anche un'accelerazione del Lione, che però trova il connazionale viola sempre pronto alla prodezza. Ma stavolta il risultato è gestito e difeso da un'intera squadra matura.
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