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Tutte le notizie
La crisi del Milan e un ricordo da brivido: la fine della Polisportiva negli anni '90
17:00 del 02 agosto
Le paradossali vicende di questo Milan rattoppato che appare più in crisi della crisi stessa che viene sbandierata come scusa per i suoi ridimensionamenti, ricordano tanto un film già visto, un deja-vu che, guarda caso, ha lo stesso attore protagonista, Silvio Berlusconi.
Erano i primi anni '90, e lo sport della 'Milano da bere' seguiva le vicende esaltanti di una città 'rifiorita' attraverso quella che è rimasta negli annali come la 'Polisportiva'. Il Milan, per volere proprio di Berlusconi, mise il proprio marchio (e i propri soldi) in tutta una serie di sport minori (per la cronaca rugby, hockey ghiaccio, volley e baseball) per allargare l'elenco di vittorie esaltanti tinte in rossonero che evidentemente stava stetto al Cavaliere.
A capo dell'organizzazione venne inizialmente messo Fabio Capello, non uno qualsiasi, allora ancora soltanto 'dirigente aziendalista' prima che grande allenatore. E i successi arrivarono, e tanti. Poi arrivò anche allora la crisi, con un certo signor Franco Tatò, incaricato di tagliare tutti quei rami che avrebbero trovato una difficile giustificazione 'a latere' di una discesa in campo di Berlusconi nell'agone politico. Morale: tutte le società che il Milan aveva raccolto dal nulla o riportato in auge fecero una fine miserrima. Nel rugby la storica Amatori Milano quasi scomparve, nell'hockey i Devils praticamente fallirono ritornando alla loro versione amatoriale (i Diavoli Rossoneri), nel volley il Milan Gonzaga, che senza troppi soldi si era ritagliato una sua piccola storia negli anni '70 e '80, si dissolse letteralmente, mentre del Milan Baseball non rimase traccia.
Una sorta di versione rimodernata di 'Attila, flagello di Dio' che non lasciò scampo a quanto venne toccato allora, sebbene i trionfi fossero pure stati tanti, in campo nazionale e non solo. Difficile, molto difficile che nel calcio (di Serie A soprattutto) possa capitare qualcosa di simile, anche perché i tifosi del 'gioco' che appassiona l'Italia non sono le poche migliaia che avevano seguito la Polisportiva.
Certo, questo tuffo nella 'memoria storica' rossonera non aiuta a sorridere guardando come vengono gestite le cose di casa Milan di questi tempi. La sensazione che circonda l'ambiente è quella di una sempre più profonda 'dismissione', peraltro già smentita, ma che non alimenta l'ottimismo per gli anni a venire degli appassionati milanisti.
loooooooooooooooooooooooooooool
La fine del Milan pronosticata da me è qualcosa di incredibile. Se Berlusconi fa fare la stessa fine pure al Milan, e così sembra l'andazzo, siamo apposto!!!
looooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo oooooooooooool
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La crisi del Milan e un ricordo da brivido: la fine della Polisportiva negli anni '90
17:00 del 02 agosto
Le paradossali vicende di questo Milan rattoppato che appare più in crisi della crisi stessa che viene sbandierata come scusa per i suoi ridimensionamenti, ricordano tanto un film già visto, un deja-vu che, guarda caso, ha lo stesso attore protagonista, Silvio Berlusconi.
Erano i primi anni '90, e lo sport della 'Milano da bere' seguiva le vicende esaltanti di una città 'rifiorita' attraverso quella che è rimasta negli annali come la 'Polisportiva'. Il Milan, per volere proprio di Berlusconi, mise il proprio marchio (e i propri soldi) in tutta una serie di sport minori (per la cronaca rugby, hockey ghiaccio, volley e baseball) per allargare l'elenco di vittorie esaltanti tinte in rossonero che evidentemente stava stetto al Cavaliere.
A capo dell'organizzazione venne inizialmente messo Fabio Capello, non uno qualsiasi, allora ancora soltanto 'dirigente aziendalista' prima che grande allenatore. E i successi arrivarono, e tanti. Poi arrivò anche allora la crisi, con un certo signor Franco Tatò, incaricato di tagliare tutti quei rami che avrebbero trovato una difficile giustificazione 'a latere' di una discesa in campo di Berlusconi nell'agone politico. Morale: tutte le società che il Milan aveva raccolto dal nulla o riportato in auge fecero una fine miserrima. Nel rugby la storica Amatori Milano quasi scomparve, nell'hockey i Devils praticamente fallirono ritornando alla loro versione amatoriale (i Diavoli Rossoneri), nel volley il Milan Gonzaga, che senza troppi soldi si era ritagliato una sua piccola storia negli anni '70 e '80, si dissolse letteralmente, mentre del Milan Baseball non rimase traccia.
Una sorta di versione rimodernata di 'Attila, flagello di Dio' che non lasciò scampo a quanto venne toccato allora, sebbene i trionfi fossero pure stati tanti, in campo nazionale e non solo. Difficile, molto difficile che nel calcio (di Serie A soprattutto) possa capitare qualcosa di simile, anche perché i tifosi del 'gioco' che appassiona l'Italia non sono le poche migliaia che avevano seguito la Polisportiva.
Certo, questo tuffo nella 'memoria storica' rossonera non aiuta a sorridere guardando come vengono gestite le cose di casa Milan di questi tempi. La sensazione che circonda l'ambiente è quella di una sempre più profonda 'dismissione', peraltro già smentita, ma che non alimenta l'ottimismo per gli anni a venire degli appassionati milanisti.
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