"Rafa Benitez merita un passaporto italiano. E non perche` il suo Liverpool eliminando l’Inter ha reso felice una buona fetta del Belpaese, quella ‘gufante’.. Benitez meriterebbe questo riconoscimento perche` la sua idea di calcio e` stata ‘bagnata nell’Arno’, frutto in buona parte del personalissimo corso di aggiornamento fatto sbirciando gli allenamenti dei ‘nostri’ tecnici di fine anni Novanta. Il suo Liverpool, in sostanza, trasuda di quelle astuzie tipiche del classico modello tricolore. Difesa accorta, contropiede spiccato e costante possibilita` di mutare tasselli a seconda dell’avversario. Dopo il successo dell’andata, cosi`, ha presentato a Milano un Liverpool con Carragher spostato sulla destra difensiva e due centrali impressionanti fisicamente come Skrtel e Hyypia. L’ideale per bloccare la corsia mancina dell’Inter e lottare colpo su colpo con i colossi Ibrahimovic e Cruz. Poi una linea di centrocampo a cinque, con un Gerrard comunque poco brillante a fare da spola tra mediana e attacco. Nessun genio e tanti muscoli. Poi davanti Fernando Torres, probabilmente il miglior centravanti del momento (ovvero da inizio di 2008 sino ad oggi e forse da oggi ai prossimi mesi). Cosi` si affrontano le trasferte se si e` conquistato un buon bottino in casa, se non si ha la qualita` dell’Arsenal e se non si sottovaluta l’avversario. Cosi` si puo` anche ovviare alle serate ‘no’ di chi dovrebbe fare la differenza davanti (Gerrard, Kuyt e Babel non hanno impressionato al Meazza).
In questo e` mancato Mancini e con lui l’Inter. Non tanto questa sera, quanto tra andata e ritorno. Non vogliamo parlare del solito luogo comune per cui la Beneamata fallisce in Europa per mai specificati mali oscuri. L’Inter ha perso tra Anfield e San Siro esattamente come accadeva qualche anno alla Juventus di Fabio Capello. Una squadra, quella bianconera, che in Italia (Calciopoli o no) ha dominato per due anni e che per due anni si e` squagliata ai primi tepori primaverili in Europa. Una formazione che faceva della propria fisicita` devastante una croce e anche una delizia, partendo alla grande per poi chiudere con la lingua di fuori. E non vincendo mai nulla a livello europeo. In Champions, come in tutte le competizioni a eliminazione dove il livello e` alto e le differenze tra le concorrenti sono poche, vince chi e` molto piu` in forma degli altri o chi ha piu` qualita` delle avversarie. E l’Inter in questi due anni e` sempre arrivata al momento topico in fase calante. L’esatto opposto di quanto fa dal 2005 il Liverpool. Disastroso all’inizio e fuori dai giochi in Premier League gia` dal dopo Natale e sorprendente nel finale.
Se si puo` fare una colpa allo staff di Mancini e` questa. Prima di tutto se si punta dichiaratamente a un trionfo in Champions, e lo si fa dall’estate, bisogna impostare una squadra che finisca in crescendo e non in calando. Poi, bisogna incrociare le dita e sperare che gli infortuni risparmino i tuoi assi nel momento cruciale. Questo all’Inter non e` successo. E lo si e` visto a Liverpool, quando nessuno dei big ‘girava’ adeguatamente. Che i nerazzurri fossero giu` lo si vedeva da settimane. Eppure Mancini si e` presentato ad Anfield senza porre rimedi, evitando di schierare il piu` in forma di tutti e il piu` adatto di tutti alla ripartenza (Suazo) e finendo a giocare una partita di puro nonsense. Per fare gol non c’era la forza, per difendersi bene non c’era l’equilibrio. Un po’ di stile Benitez non avrebbe fatto male. Sul ritorno, invece, la formazione iniziale poteva anche starci (per quanto pericolosa soltanto sugli errori dei Reds). I tentennamenti sulle soluzioni da prendersi dopo l’espulsione di Burdisso un po’ meno.
Le ragioni di una mancata impresa, e di un’eliminazione dolorosa, sono soprattutto queste. Scarsa forma, un pizzico di presunzione, un po’ di sfortuna negli episodi ed errori di sufficienza dei singoli come il clamoroso errore di Ibrahimovic nel ritorno. A qualcuno verrebbe voglia di chiamare in causa anche gli arbitri, da giudicarsi inadatti per via delle doppie ammonizioni che hanno colpito Materazzi e Burdisso tra andata e ritorno. Tanto quanto i malpensanti potrebbe sostenere che all’estero vi sia un’equita` di giudizio sconosciuta al nostro campionato. Bene, la verita` in questo caso non sta nel mezzo. E’ altrove e basta. In Europa si ammonisce di piu` e si chiudono gli occhi meno rispetto al nostro campionato, dove magari si fischia un pari numero di falli ma li si sanzionano in minor quantita` con cartellini gialli. Da anni i nostri calciatori dovrebbero stare attenti a questo. Da anni non lo fanno, come testimonia anche la serie di cartellini subita dai ‘mondiali’ di Lippi del 2006. E spesso finiscono per pagarne le conseguenze. Questa si`, e` una caratteristica tipicamente italiana che Benitez ha evitato di portare con se` dal suo ‘tour’ italiano. Buon per lui. "
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In questo e` mancato Mancini e con lui l’Inter. Non tanto questa sera, quanto tra andata e ritorno. Non vogliamo parlare del solito luogo comune per cui la Beneamata fallisce in Europa per mai specificati mali oscuri. L’Inter ha perso tra Anfield e San Siro esattamente come accadeva qualche anno alla Juventus di Fabio Capello. Una squadra, quella bianconera, che in Italia (Calciopoli o no) ha dominato per due anni e che per due anni si e` squagliata ai primi tepori primaverili in Europa. Una formazione che faceva della propria fisicita` devastante una croce e anche una delizia, partendo alla grande per poi chiudere con la lingua di fuori. E non vincendo mai nulla a livello europeo. In Champions, come in tutte le competizioni a eliminazione dove il livello e` alto e le differenze tra le concorrenti sono poche, vince chi e` molto piu` in forma degli altri o chi ha piu` qualita` delle avversarie. E l’Inter in questi due anni e` sempre arrivata al momento topico in fase calante. L’esatto opposto di quanto fa dal 2005 il Liverpool. Disastroso all’inizio e fuori dai giochi in Premier League gia` dal dopo Natale e sorprendente nel finale.
Se si puo` fare una colpa allo staff di Mancini e` questa. Prima di tutto se si punta dichiaratamente a un trionfo in Champions, e lo si fa dall’estate, bisogna impostare una squadra che finisca in crescendo e non in calando. Poi, bisogna incrociare le dita e sperare che gli infortuni risparmino i tuoi assi nel momento cruciale. Questo all’Inter non e` successo. E lo si e` visto a Liverpool, quando nessuno dei big ‘girava’ adeguatamente. Che i nerazzurri fossero giu` lo si vedeva da settimane. Eppure Mancini si e` presentato ad Anfield senza porre rimedi, evitando di schierare il piu` in forma di tutti e il piu` adatto di tutti alla ripartenza (Suazo) e finendo a giocare una partita di puro nonsense. Per fare gol non c’era la forza, per difendersi bene non c’era l’equilibrio. Un po’ di stile Benitez non avrebbe fatto male. Sul ritorno, invece, la formazione iniziale poteva anche starci (per quanto pericolosa soltanto sugli errori dei Reds). I tentennamenti sulle soluzioni da prendersi dopo l’espulsione di Burdisso un po’ meno.
Le ragioni di una mancata impresa, e di un’eliminazione dolorosa, sono soprattutto queste. Scarsa forma, un pizzico di presunzione, un po’ di sfortuna negli episodi ed errori di sufficienza dei singoli come il clamoroso errore di Ibrahimovic nel ritorno. A qualcuno verrebbe voglia di chiamare in causa anche gli arbitri, da giudicarsi inadatti per via delle doppie ammonizioni che hanno colpito Materazzi e Burdisso tra andata e ritorno. Tanto quanto i malpensanti potrebbe sostenere che all’estero vi sia un’equita` di giudizio sconosciuta al nostro campionato. Bene, la verita` in questo caso non sta nel mezzo. E’ altrove e basta. In Europa si ammonisce di piu` e si chiudono gli occhi meno rispetto al nostro campionato, dove magari si fischia un pari numero di falli ma li si sanzionano in minor quantita` con cartellini gialli. Da anni i nostri calciatori dovrebbero stare attenti a questo. Da anni non lo fanno, come testimonia anche la serie di cartellini subita dai ‘mondiali’ di Lippi del 2006. E spesso finiscono per pagarne le conseguenze. Questa si`, e` una caratteristica tipicamente italiana che Benitez ha evitato di portare con se` dal suo ‘tour’ italiano. Buon per lui. "
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