"Ho sempre sognato di tornare a Tokyo. A giugno smetto"
"Negli ultimi anni, alla domanda su cosa mi riproponessi ancora di raggiungere nel mondo del calcio, ho spesso parlato del ritorno a Tokyo perché questa presenza ha un valore, si arriva qui se si riesce a vincere la Champions League". Paolo Maldini ribadisce ancora una volta l'importanza del Mondiale per Club, trofeo che il Milan si giocherà domenica con il Boca Juniors. "Gli argentini hanno provato i lanci lunghi? Lo avevamo già notato seguendo la loro semifinale con l'Etoile du Sahel - spiega il capitano dei rossoneri -. E' una caratteristica che hanno e che proveranno a sfruttare anche contro di noi. Dobbiamo essere preparati".
Com'è il Mondiale da un punto di vista tecnico? "Si sapeva che la sfida che poteva dare qualcosa in più era l'ultima, la finale, con il confronto fra la squadra europea e quella sudamericana. Ricordiamoci però che sarà una finale e non sempre ci si può attendere che sia bella. In questo torneo mi sorprendono le squadre messicane, sono forti, ma qui in Giappone non riescono a brillare. Io non ero favorevole all'inizio a questa formula, adesso invece, vivendola, mi sembra particolarmente azzeccata".
Poi il tema diventa Kakà: "Lui e Van Basten sono giocatori diversi, comunque Ricky ha già raggiunto livelli straordinari: anche se ha giocato poco ha già vinto un Mondiale, poi con il Milan ha fatto cose super. Come emblema rivedo certamente Van Basten in lui. La fascia di capitano? Non c'è una regola precisa nei club, mentre in Nazionale è capitano chi ha più presenze. In una squadra di club si diventa capitani anche in base alle valutazioni della società, dell'allenatore, in base alle sensazioni della squadra. Il Milan non ha ancora deciso cosa accadrà fra sei mesi quando io concluderò l'attività agonistica, so però che ci sarà una discussione democratica. Certo, anch'io dirò la mia, fare il capitano significa occuparsi di tanti aspetti della vita della squadra".
La chiusura è sul Boca Juniors: "Questa partita è un'altra storia rispetto al 2003, così come ad Atene fra Milan e Liverpool è stata un'altra storia rispetto ad Istanbul. Il Boca è una squadra argentina classica, ha un suo marchio. Hanno un ritmo lento, giocano anche su quello, puntano a farti perdere il ritmo. Rispetto al 2003 noi forse sentiamo ancora di più la partita. Del resto, anche grazie all'influenza dei nostri brasiliani che tengono tantissimo a questa partita, l'importanza del titolo mondiale per club è avvertita sempre di più, è una competizione in continua crescita".
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Non è che ha sbagliato aereo?! sta andando a Tokyo...
"Negli ultimi anni, alla domanda su cosa mi riproponessi ancora di raggiungere nel mondo del calcio, ho spesso parlato del ritorno a Tokyo perché questa presenza ha un valore, si arriva qui se si riesce a vincere la Champions League". Paolo Maldini ribadisce ancora una volta l'importanza del Mondiale per Club, trofeo che il Milan si giocherà domenica con il Boca Juniors. "Gli argentini hanno provato i lanci lunghi? Lo avevamo già notato seguendo la loro semifinale con l'Etoile du Sahel - spiega il capitano dei rossoneri -. E' una caratteristica che hanno e che proveranno a sfruttare anche contro di noi. Dobbiamo essere preparati".
Com'è il Mondiale da un punto di vista tecnico? "Si sapeva che la sfida che poteva dare qualcosa in più era l'ultima, la finale, con il confronto fra la squadra europea e quella sudamericana. Ricordiamoci però che sarà una finale e non sempre ci si può attendere che sia bella. In questo torneo mi sorprendono le squadre messicane, sono forti, ma qui in Giappone non riescono a brillare. Io non ero favorevole all'inizio a questa formula, adesso invece, vivendola, mi sembra particolarmente azzeccata".
Poi il tema diventa Kakà: "Lui e Van Basten sono giocatori diversi, comunque Ricky ha già raggiunto livelli straordinari: anche se ha giocato poco ha già vinto un Mondiale, poi con il Milan ha fatto cose super. Come emblema rivedo certamente Van Basten in lui. La fascia di capitano? Non c'è una regola precisa nei club, mentre in Nazionale è capitano chi ha più presenze. In una squadra di club si diventa capitani anche in base alle valutazioni della società, dell'allenatore, in base alle sensazioni della squadra. Il Milan non ha ancora deciso cosa accadrà fra sei mesi quando io concluderò l'attività agonistica, so però che ci sarà una discussione democratica. Certo, anch'io dirò la mia, fare il capitano significa occuparsi di tanti aspetti della vita della squadra".
La chiusura è sul Boca Juniors: "Questa partita è un'altra storia rispetto al 2003, così come ad Atene fra Milan e Liverpool è stata un'altra storia rispetto ad Istanbul. Il Boca è una squadra argentina classica, ha un suo marchio. Hanno un ritmo lento, giocano anche su quello, puntano a farti perdere il ritmo. Rispetto al 2003 noi forse sentiamo ancora di più la partita. Del resto, anche grazie all'influenza dei nostri brasiliani che tengono tantissimo a questa partita, l'importanza del titolo mondiale per club è avvertita sempre di più, è una competizione in continua crescita".
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Non è che ha sbagliato aereo?! sta andando a Tokyo...
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