L'assemblea di serie A della Lega ha approvato il criterio di ripartizione dei diritti tv a partire dal 2010-11 con 15 voti favorevoli e 4 contrari: il 40% diviso in parti uguali tra le 20 di A, il restante per numero di tifosi e risultati sportivi
MILANO, 30 ottobre 2007 - L'assemblea di serie A della Lega Calcio ha approvato il criterio di ripartizione dei diritti televisivi, a partire dal 2010. "I presidenti hanno dimostrato un grande senso di responsabilità, non è stato facile, i nostri suggerimenti sono stati ripresi e questa soluzione rafforza tutto il calcio italiano". Lo ha dichiarato il presidente della Lega, Antonio Matarrese, nella conferenza stampa al termine della lunghissima Assemblea di Lega che ha sancito l'accordo sulla ripartizione delle risorse derivanti dalla vendita dei diritti tv tra i club di A e di B: il 40% sarà diviso in parti uguali, il 30% in base alla storia dei club ed il restante 30% in base al bacino d'utenza. Unica assente la Fiorentina, questa soluzione ha trovato d'accordo 15 squadre su 19 (hanno votato contro il provvedimenti Atalanta, Siena, Palermo e Cagliari). "Questa è una tappa non un traguardo", ha dichiarato ancora Matarrese, che ha subito avvisato della fumata bianca il ministro Melandri ed il sottosegretario Lolli.
I CRITERI - La soluzione adottata tiene conto della divisione del totale dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti tv (al netto del 10% che la legge Melandri-Gentiloni destina alla cosiddetta mutualità generale di sistema) in tre 'fette' che valgono rispettivamente il 40, il 30 e il 30 per cento. La tranche del 40% sarà divisa in parti uguali tra le 20 società di serie A. La seconda si riferisce al bacino di utenza e sarà calcolata a sua volta in due modi: il 25% sarà assegnato considerando il numero dei tifosi di ciascuna squadra, così come sarà determinato da indagini demoscopiche che la Lega commissionerà a tre diversi istituti di ricerca statistica. La media che ne deriva sarà rivisitata ogni tre anni. Il residuo 5% di questa fetta sarà distribuito tenendo conto della popolazione delle città.
SI PARTE NEL 2010 - Infine la terza parte dei proventi terrà conto dei risultati sportivi. Anche in questo caso si è optato per una divisione in tre sottocategorie: vale il 5% la classifica dell'anno in corso (sarà quella finale del campionato 2010-2011) con il coefficiente calcolato in base al "modello inglese" da 20 per la prima a 1 per l'ultima classificata. Il 15% terrà conto della classifica dei cinque anni precedenti e l'ultimo 10% della cosiddetta "tradizione sportiva".
come al solito hanno salvato capra e cavoli
MILANO, 30 ottobre 2007 - L'assemblea di serie A della Lega Calcio ha approvato il criterio di ripartizione dei diritti televisivi, a partire dal 2010. "I presidenti hanno dimostrato un grande senso di responsabilità, non è stato facile, i nostri suggerimenti sono stati ripresi e questa soluzione rafforza tutto il calcio italiano". Lo ha dichiarato il presidente della Lega, Antonio Matarrese, nella conferenza stampa al termine della lunghissima Assemblea di Lega che ha sancito l'accordo sulla ripartizione delle risorse derivanti dalla vendita dei diritti tv tra i club di A e di B: il 40% sarà diviso in parti uguali, il 30% in base alla storia dei club ed il restante 30% in base al bacino d'utenza. Unica assente la Fiorentina, questa soluzione ha trovato d'accordo 15 squadre su 19 (hanno votato contro il provvedimenti Atalanta, Siena, Palermo e Cagliari). "Questa è una tappa non un traguardo", ha dichiarato ancora Matarrese, che ha subito avvisato della fumata bianca il ministro Melandri ed il sottosegretario Lolli.
I CRITERI - La soluzione adottata tiene conto della divisione del totale dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti tv (al netto del 10% che la legge Melandri-Gentiloni destina alla cosiddetta mutualità generale di sistema) in tre 'fette' che valgono rispettivamente il 40, il 30 e il 30 per cento. La tranche del 40% sarà divisa in parti uguali tra le 20 società di serie A. La seconda si riferisce al bacino di utenza e sarà calcolata a sua volta in due modi: il 25% sarà assegnato considerando il numero dei tifosi di ciascuna squadra, così come sarà determinato da indagini demoscopiche che la Lega commissionerà a tre diversi istituti di ricerca statistica. La media che ne deriva sarà rivisitata ogni tre anni. Il residuo 5% di questa fetta sarà distribuito tenendo conto della popolazione delle città.
SI PARTE NEL 2010 - Infine la terza parte dei proventi terrà conto dei risultati sportivi. Anche in questo caso si è optato per una divisione in tre sottocategorie: vale il 5% la classifica dell'anno in corso (sarà quella finale del campionato 2010-2011) con il coefficiente calcolato in base al "modello inglese" da 20 per la prima a 1 per l'ultima classificata. Il 15% terrà conto della classifica dei cinque anni precedenti e l'ultimo 10% della cosiddetta "tradizione sportiva".
come al solito hanno salvato capra e cavoli