LEGNANO (Milano), 22 luglio 2007 - E' arrivato a Milano venerdì pomeriggio direttamente dal Sud Africa dove aveva partecipato alla festa per gli 89 anni di Nelson Mandela. Una doccia in albergo, poi subito sul set fotografico. Ieri ha passato una giornata intera a Legnano per registrare uno spot per Mediaset Premium. Oggi è già pronto per un altro viaggio. In un certo senso adesso Pelé corre perfino più di quando giocava: mille impegni in giro per il mondo lo mantengono giovane; milleduecentottantuno gol segnati ne fanno una leggenda. Una leggenda che parla di tutto.
Pelé, che cosa consiglierebbe a Kakà, tentato dal Real Madrid?
"Io ho giocato per 20 anni nel Santos, sono stato sempre fedele anche se mi erano arrivate ricchissime offerte proprio dal Real Madrid e dalla Juventus. Scelsi di restare dove ero cresciuto, dove ero diventato grande, dove la gente mi voleva bene, dove ero felice, dove stavo bene con me stesso. I soldi non sono tutto: banale, ma verissimo. Non voglio dire a Kakà come comportarsi, ma solo di guardarsi dentro: al Milan mi sembra felice, perché allora dovrebbe cambiare?".
Il Milan si raduna domani: nella prossima stagione Ronaldo vuole tornare numero uno del mondo. Ce la farà?
"Se sta bene fisicamente, credo proprio di sì. Il suo unico problema è il fisico. Deve allenarsi con continuità e mi sembra che al Milan abbia trovato l’ambiente giusto e gli stimoli per tornare grande. Credo che la presenza di Ronaldo sia molto utile non solo per il Milan, ma anche per Kakà".
E magari anche per il Brasile.
"E’ iniziata l’era di Dunga, un’era diversa rispetto a quelle precedenti. La vittoria in coppa America contro un’Argentina sulla carta superiore è molto significativa perché dimostra il valore del movimento calcistico brasiliano (che si è imposto senza alcune stelle) e l’intelligenza del commissario tecnico. Dunga sta facendo un ottimo lavoro soprattutto in chiave futura: il successo in coppa America è frutto di una programmazione che potrebbe dare frutti ancora migliori al Mondiale 2010".
Le piace il Brasile all’italiana?
"E’ cambiata la mentalità, c’è più attenzione al collettivo e meno alle individualità. Il Brasile è pieno di giocatori: la cosa più difficile è sceglierli pensando alla loro utilità tattica e non solo alle qualità tecniche".
Anche Adriano punta a tornare nella Seleçao.
"Lui è un grande cannoniere, non un fuoriclasse che fa dribbling e incanta la folla. Ha riconosciuto di aver sbagliato comportamento negli ultimi mesi: questo significa che ne sta uscendo. Se si allena bene, tornerà grande".
Che cosa pensa del calcio italiano che esce da una stagione di trionfi e di polemiche?
"Non vedo quali problemi ci siano. Siete campioni del Mondo con la Nazionale e campioni d’Europa con il Milan. Le polemiche passano, i successi restano. E mi sembra che la situazione si stia normalizzando. Sono molto felice che la Juve sia tornata in serie A rapidamente: è meravigliosa l’attenzione che questa squadra merita sempre all’estero, è seguita dappertutto e ha milioni di tifosi. Il campionato sarà bellissimo, senza un favorito ma con tante grandi squadre".
Come giudica la scelta di Totti di abbandonare la maglia azzurra? "Credo che sia stato intelligente a mollare nel momento in cui è ancora ad altissimi livelli. Meglio fare un passo indietro da soli che aspettare il giorno in cui un allenatore non ti fa più giocare. Totti è un grande giocatore, ha sentito dentro di sé che era giunto il momento di lasciare la Nazionale e dedicarsi solo alla Roma e l’ha fatto. Io lasciai la Seleçao nel ’72 e l’anno dopo fui capocannoniere del campionato".
Lei cercò di insegnare il calcio agli americani. Adesso ci prova Beckham. Ci riuscirà?
"E’ difficile giocare lì e credo che David lo sappia. La sua promozione del soccer sarà molto importante, ma gli americani corrono tanto, marcano in modo rigido e ti costringono a impegnarti al massimo. Non sarà una vacanza, tutt’altro".
Che cosa pensa del Platini presidente di Uefa?
"Ogni bene: sono un suo tifoso e credo che stia lavorando benissimo. Ha vinto un’elezione difficile, è un ex giocatore con idee brillanti e una persona intelligente".
Maradona, invece, continua la sua battaglia con la vita.
"Diego sa che io sono sempre al suo fianco. Qualunque cosa gli serva, io sarò disponibile ad aiutarlo".
Tutti attendono Milan-Boca come finale del Mondiale per club: chi sarebbe favorito?
"E’ difficile giocare contro gli argentini, decideranno gli episodi, quindi nessun favorito".
Il Milan vuole uno tra Drogba, Eto’o, Pato, Ronaldinho, Shevchenko. Chi suggerisce?
"Sono tutti bravi, ma non so se il Milan abbia bisogno di una punta. C’è Inzaghi, che è strepitoso; c’è Ronaldo, che se sta bene è il numero uno; c’è Gilardino, che è giovane e forte; e poi naturalmente c’è Kakà".
Pato è davvero un fenomeno?
"Pato è un buon giocatore, ma non è ancora un campione. Secondo me è meglio aspettare prima di portarlo in Europa. Pensate a Robinho: ci ha messo parecchio tempo per far vedere le sue qualità nel Real perché era arrivato ancora acerbo. E’ presto per dire che tipo di giocatore diventerà Pato: ha ottime potenzialità, ma è ancora troppo giovane".
E c’è un brasiliano su cui invece possiamo scommettere?
"Marcos Aurelio, attaccante del Santos, classe ’84. E’ arrivato al Santos a gennaio, contribuendo alla vittoria nel campionato paulista. Negli ultimi 18 mesi ha segnato 40 gol: ricorda Romario, è una promessa".
in pratica dice che pato nn e' pronto e nn ci serve 1 punta.....sara' mica interista?
Pelé, che cosa consiglierebbe a Kakà, tentato dal Real Madrid?
"Io ho giocato per 20 anni nel Santos, sono stato sempre fedele anche se mi erano arrivate ricchissime offerte proprio dal Real Madrid e dalla Juventus. Scelsi di restare dove ero cresciuto, dove ero diventato grande, dove la gente mi voleva bene, dove ero felice, dove stavo bene con me stesso. I soldi non sono tutto: banale, ma verissimo. Non voglio dire a Kakà come comportarsi, ma solo di guardarsi dentro: al Milan mi sembra felice, perché allora dovrebbe cambiare?".
Il Milan si raduna domani: nella prossima stagione Ronaldo vuole tornare numero uno del mondo. Ce la farà?
"Se sta bene fisicamente, credo proprio di sì. Il suo unico problema è il fisico. Deve allenarsi con continuità e mi sembra che al Milan abbia trovato l’ambiente giusto e gli stimoli per tornare grande. Credo che la presenza di Ronaldo sia molto utile non solo per il Milan, ma anche per Kakà".
E magari anche per il Brasile.
"E’ iniziata l’era di Dunga, un’era diversa rispetto a quelle precedenti. La vittoria in coppa America contro un’Argentina sulla carta superiore è molto significativa perché dimostra il valore del movimento calcistico brasiliano (che si è imposto senza alcune stelle) e l’intelligenza del commissario tecnico. Dunga sta facendo un ottimo lavoro soprattutto in chiave futura: il successo in coppa America è frutto di una programmazione che potrebbe dare frutti ancora migliori al Mondiale 2010".
Le piace il Brasile all’italiana?
"E’ cambiata la mentalità, c’è più attenzione al collettivo e meno alle individualità. Il Brasile è pieno di giocatori: la cosa più difficile è sceglierli pensando alla loro utilità tattica e non solo alle qualità tecniche".
Anche Adriano punta a tornare nella Seleçao.
"Lui è un grande cannoniere, non un fuoriclasse che fa dribbling e incanta la folla. Ha riconosciuto di aver sbagliato comportamento negli ultimi mesi: questo significa che ne sta uscendo. Se si allena bene, tornerà grande".
Che cosa pensa del calcio italiano che esce da una stagione di trionfi e di polemiche?
"Non vedo quali problemi ci siano. Siete campioni del Mondo con la Nazionale e campioni d’Europa con il Milan. Le polemiche passano, i successi restano. E mi sembra che la situazione si stia normalizzando. Sono molto felice che la Juve sia tornata in serie A rapidamente: è meravigliosa l’attenzione che questa squadra merita sempre all’estero, è seguita dappertutto e ha milioni di tifosi. Il campionato sarà bellissimo, senza un favorito ma con tante grandi squadre".
Come giudica la scelta di Totti di abbandonare la maglia azzurra? "Credo che sia stato intelligente a mollare nel momento in cui è ancora ad altissimi livelli. Meglio fare un passo indietro da soli che aspettare il giorno in cui un allenatore non ti fa più giocare. Totti è un grande giocatore, ha sentito dentro di sé che era giunto il momento di lasciare la Nazionale e dedicarsi solo alla Roma e l’ha fatto. Io lasciai la Seleçao nel ’72 e l’anno dopo fui capocannoniere del campionato".
Lei cercò di insegnare il calcio agli americani. Adesso ci prova Beckham. Ci riuscirà?
"E’ difficile giocare lì e credo che David lo sappia. La sua promozione del soccer sarà molto importante, ma gli americani corrono tanto, marcano in modo rigido e ti costringono a impegnarti al massimo. Non sarà una vacanza, tutt’altro".
Che cosa pensa del Platini presidente di Uefa?
"Ogni bene: sono un suo tifoso e credo che stia lavorando benissimo. Ha vinto un’elezione difficile, è un ex giocatore con idee brillanti e una persona intelligente".
Maradona, invece, continua la sua battaglia con la vita.
"Diego sa che io sono sempre al suo fianco. Qualunque cosa gli serva, io sarò disponibile ad aiutarlo".
Tutti attendono Milan-Boca come finale del Mondiale per club: chi sarebbe favorito?
"E’ difficile giocare contro gli argentini, decideranno gli episodi, quindi nessun favorito".
Il Milan vuole uno tra Drogba, Eto’o, Pato, Ronaldinho, Shevchenko. Chi suggerisce?
"Sono tutti bravi, ma non so se il Milan abbia bisogno di una punta. C’è Inzaghi, che è strepitoso; c’è Ronaldo, che se sta bene è il numero uno; c’è Gilardino, che è giovane e forte; e poi naturalmente c’è Kakà".
Pato è davvero un fenomeno?
"Pato è un buon giocatore, ma non è ancora un campione. Secondo me è meglio aspettare prima di portarlo in Europa. Pensate a Robinho: ci ha messo parecchio tempo per far vedere le sue qualità nel Real perché era arrivato ancora acerbo. E’ presto per dire che tipo di giocatore diventerà Pato: ha ottime potenzialità, ma è ancora troppo giovane".
E c’è un brasiliano su cui invece possiamo scommettere?
"Marcos Aurelio, attaccante del Santos, classe ’84. E’ arrivato al Santos a gennaio, contribuendo alla vittoria nel campionato paulista. Negli ultimi 18 mesi ha segnato 40 gol: ricorda Romario, è una promessa".
in pratica dice che pato nn e' pronto e nn ci serve 1 punta.....sara' mica interista?
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