sul sito della gazzetta ho trovato questa interessante paginetta dove parla dei campioni di un tempo...ve ne riporto alcuni qui
http://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_...ecedenti.shtml
Pancev: "Rovinato dall'Inter"
Per la serie "Ci ritorni in mente", ecco il macedone - Scarpa d'oro 1991 - che fallì tra il '92 e il '94: "Quella squadra pensava solo a difendersi. Oggi mi rivedo nella crisi di Shevchenko"
Arrivò temuto, con fama di Cobra, e ripartì irriso, col nomignolo di Ramarro. Darko Pancev, centravanti, giunto secondo in un sondaggio di Gazzetta.it sui peggiori calciatori stranieri in Italia. Il pippone numero uno? Vampeta, brasiliano, anche lui dell’Inter. Verdetti giusti? Uhm, è ora di riabilitare Pancev, di restituirgli la dignità sportiva violentata in tanti siti internet.
Ricordatevi del 1991, voi che denigrate. La Stella Rossa vinse coppa dei Campioni e Intercontinentale e il suo centravanti era Darko Pancev, che a Bari, nella finale europea contro l’Olympique Marsiglia, segnò il rigore decisivo. E a Tokyo, nella finale mondiale contro i cileni del Colo Colo, il Cobra lasciò un altro segno, la rete del 3-0. A quel tempo le caviglie di Marco Van Basten già scricchiolavano e l’Europa convergeva su Darko. Tutti lo volevano e blandivano la Stella Rossa, che presto sarebbe stata (s)travolta dalla guerra nei Balcani. Vinse la volata l’Inter di Ernesto Pellegrini - affare da 14 miliardi di lire - e applausi convinti. Vedrete quanti gol farà il Darko, dicevano i bauscia nei bar.
PICCHE Il Cobra segnò tre reti in A, una il primo anno e due di ritorno dall’esilio a Lipsia, in Germania, dove l’avevano relegato per sei mesi nel 1994. In compenso tanti e clamorosi i gol falliti, alcuni a due metri dalla porta. Una volta lo servirono con un traversone dalla fascia e il nostro, anziché incornare verso il portiere, di testa restituì palla al crossatore: smarrimento tra gli interisti e grasse risate nella curva avversaria. Irrisolvibili le incomprensioni con l’allenatore Osvaldo Bagnoli, che sibilò: «Lui è macedone, ma io vengo dalla Bovisa e non sono ***** (si riferiva agli improvvisi dolori che il Cobra lamentava quando annusava odor di panchina, ndr)». Darko si difendeva con slang balcanico: «Se io sbaglio, voi dire me brocco. Se Van Basten cicca, voi scrivere Van Basten sfortunato. Verità è che io ho occasione a partita perché gioco in Inter difensiva e Van Basten ne ha 3, 4, 5 perché gioca in Milan offensivo». Pancev ci lasciò nel 1995, tra gli sberleffi della Gialappa’s. Si era trasformato nel Ramarro Marrone, mutazione della Pantegana Bionda, Jurgen Klinsmann.
DENARI Oggi Darko abita a Skopje, sua città natale. Ha sposato Maja, famosa cantante pop macedone, e sono arrivate due figlie, Nadica di 6 anni e Marija di due. Pancev cura i propri interessi e diffida del calcio, teme di bruciarsi un’altra volta. Da mesi il Vardar Skopje lo vorrebbe come presidente o direttore sportivo, ma lui prende tempo: «Avrei un budget di 800 mila euro e con questa cifra potrei combinare poco. Alla fine accetterò e non sarà facile». In Macedonia è un monumento, è stato eletto calciatore nazionale del ventesimo secolo, gli statistici del posto gli hanno attribuito oltre 300 gol. A luglio dell’anno scorso Michel Platini gli ha consegnato la Scarpa d’Oro negata nel 1991 per via di maneggi ciprioti: la federazione di Cipro segnalò un tizio capace di 40 gol, però la faccenda puzzava di trucchi e alla lunga hanno dato a Darko quel che a Darko apparteneva.
ERRORI «L’Inter è stata il più grande sbaglio della mia vita - si rammarica -, per colpa dell’Italia ho chiuso presto la carriera (smise a 32 anni dopo dimenticabili esperienze al Fortuna Dusseldorf in Germania e al Sion in Svizzera, ndr)». Perché, Darko? «Nel ’91 mi volevano Milan, Barcellona, Manchester United, Real Madrid. Ero l’attaccante più ricercato e finii all’Inter, che praticava un calcio difensivo e mi offriva al massimo due occasioni a partita. Io potevo funzionare in un club con uno stile definito, non all’Inter. Voi mi giudicate "bidone", ma dovreste dire lo stesso di Shevchenko, che al Chelsea non fa più gol perché sta in una squadra che pensa a non prenderle». Pancev come Sheva? Dai, Cobra, ora non esageriamo.
http://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_...ecedenti.shtml
Pancev: "Rovinato dall'Inter"
Per la serie "Ci ritorni in mente", ecco il macedone - Scarpa d'oro 1991 - che fallì tra il '92 e il '94: "Quella squadra pensava solo a difendersi. Oggi mi rivedo nella crisi di Shevchenko"
Arrivò temuto, con fama di Cobra, e ripartì irriso, col nomignolo di Ramarro. Darko Pancev, centravanti, giunto secondo in un sondaggio di Gazzetta.it sui peggiori calciatori stranieri in Italia. Il pippone numero uno? Vampeta, brasiliano, anche lui dell’Inter. Verdetti giusti? Uhm, è ora di riabilitare Pancev, di restituirgli la dignità sportiva violentata in tanti siti internet.
Ricordatevi del 1991, voi che denigrate. La Stella Rossa vinse coppa dei Campioni e Intercontinentale e il suo centravanti era Darko Pancev, che a Bari, nella finale europea contro l’Olympique Marsiglia, segnò il rigore decisivo. E a Tokyo, nella finale mondiale contro i cileni del Colo Colo, il Cobra lasciò un altro segno, la rete del 3-0. A quel tempo le caviglie di Marco Van Basten già scricchiolavano e l’Europa convergeva su Darko. Tutti lo volevano e blandivano la Stella Rossa, che presto sarebbe stata (s)travolta dalla guerra nei Balcani. Vinse la volata l’Inter di Ernesto Pellegrini - affare da 14 miliardi di lire - e applausi convinti. Vedrete quanti gol farà il Darko, dicevano i bauscia nei bar.
PICCHE Il Cobra segnò tre reti in A, una il primo anno e due di ritorno dall’esilio a Lipsia, in Germania, dove l’avevano relegato per sei mesi nel 1994. In compenso tanti e clamorosi i gol falliti, alcuni a due metri dalla porta. Una volta lo servirono con un traversone dalla fascia e il nostro, anziché incornare verso il portiere, di testa restituì palla al crossatore: smarrimento tra gli interisti e grasse risate nella curva avversaria. Irrisolvibili le incomprensioni con l’allenatore Osvaldo Bagnoli, che sibilò: «Lui è macedone, ma io vengo dalla Bovisa e non sono ***** (si riferiva agli improvvisi dolori che il Cobra lamentava quando annusava odor di panchina, ndr)». Darko si difendeva con slang balcanico: «Se io sbaglio, voi dire me brocco. Se Van Basten cicca, voi scrivere Van Basten sfortunato. Verità è che io ho occasione a partita perché gioco in Inter difensiva e Van Basten ne ha 3, 4, 5 perché gioca in Milan offensivo». Pancev ci lasciò nel 1995, tra gli sberleffi della Gialappa’s. Si era trasformato nel Ramarro Marrone, mutazione della Pantegana Bionda, Jurgen Klinsmann.
DENARI Oggi Darko abita a Skopje, sua città natale. Ha sposato Maja, famosa cantante pop macedone, e sono arrivate due figlie, Nadica di 6 anni e Marija di due. Pancev cura i propri interessi e diffida del calcio, teme di bruciarsi un’altra volta. Da mesi il Vardar Skopje lo vorrebbe come presidente o direttore sportivo, ma lui prende tempo: «Avrei un budget di 800 mila euro e con questa cifra potrei combinare poco. Alla fine accetterò e non sarà facile». In Macedonia è un monumento, è stato eletto calciatore nazionale del ventesimo secolo, gli statistici del posto gli hanno attribuito oltre 300 gol. A luglio dell’anno scorso Michel Platini gli ha consegnato la Scarpa d’Oro negata nel 1991 per via di maneggi ciprioti: la federazione di Cipro segnalò un tizio capace di 40 gol, però la faccenda puzzava di trucchi e alla lunga hanno dato a Darko quel che a Darko apparteneva.
ERRORI «L’Inter è stata il più grande sbaglio della mia vita - si rammarica -, per colpa dell’Italia ho chiuso presto la carriera (smise a 32 anni dopo dimenticabili esperienze al Fortuna Dusseldorf in Germania e al Sion in Svizzera, ndr)». Perché, Darko? «Nel ’91 mi volevano Milan, Barcellona, Manchester United, Real Madrid. Ero l’attaccante più ricercato e finii all’Inter, che praticava un calcio difensivo e mi offriva al massimo due occasioni a partita. Io potevo funzionare in un club con uno stile definito, non all’Inter. Voi mi giudicate "bidone", ma dovreste dire lo stesso di Shevchenko, che al Chelsea non fa più gol perché sta in una squadra che pensa a non prenderle». Pancev come Sheva? Dai, Cobra, ora non esageriamo.
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