La Corte dei conti chiede a tutti i personaggi coinvolti che facevano parte delle istituzioni sportive un maxirisarcimento: "Anche se il danno è incalcolabile" dice il pg Montella
ROMA, 8 novembre 2006 - Centoventi milioni di euro, tanto potrebbero (il condizionale è quanto mai d’obbligo) essere chiamati a versare allo Stato Franco Carraro, Innocenzo Mazzini, Francesco Ghirelli, Tullio Lanese, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, Gennaro Mazzei, Maria Grazia Fazi, Cosimo Maria Ferri, Massimo De Santis, Gianluca Paparesta, Fabrizio Babini, Duccio Baglioni, Enrico Ceniccola e Claudio Puglisi: circa otto milioni di euro a testa. È questa la richiesta che è arrivata martedì a 15 dei protagonisti di Calciocaos da parte della Procura regionale del Lazio della Corte dei conti. Una richiesta, per il momento, di "deduzioni" da presentare entro 60 giorni, ma che alla fine conclude con un "vale come invito di risarcimento danni ai sensi dell’art. 1219 del codice Civile".
DANNO D’IMMAGINE - Il vice procuratore generale Ugo Montella, che firma l’invito, va giù pesante. Ipotizza un "incalcolabile" danno d’immagine allo sport e per questo "ritiene" che 100 milioni di euro siano la minima parte. C’è poi un "danno da disservizio" perché lo scandalo di questa estate ha minato alla base la credibilità e la possibilità che lo sport più popolare possa essere d’esempio per i giovani e per questo sono 20 i milioni di euro che dovrebbero pagare i 15 "invitati". Infine c’è il "danno erariale" frutto del mancato introito da parte dello Stato per la riduzione degli abbonamenti e biglietti allo stadio: tutto ancora da valutare.
IL SERVIZIO PUBBLICO - Lo scandalo, però - sempre per la Corte dei conti - investe anche il servizio pubblico radiotelevisivo, la Rai, che sarebbe stata condizionata dall’opera di Luciano Moggi e Antonio Giraudo. Per questo il danno economico è quantificato in 2 milioni di euro. "Invitati" a fare le loro deduzioni, ma anche a pagare, sono in due: Ignazio Scardina e Ciro Venerato.
L’ACCUSA - Il vice procuratore Montella si rifà alle indagini della Procura di Napoli e alle indagini della giustizia sportiva e richiama come da tutto questo sia emerso "un sistema che aveva consuetudini diverse da quelle istituzionali" nel quale erano coinvolte persone che rientravano nelle pubbliche istituzioni. Per Montella è "accertato che Luciano Moggi e Antonio Giraudo" avevano posto in essere questo sistema, ma loro - come anche altri dirigenti di società sportive - "non sono soggetti che possano rientrare nel giudizio della Corte dei conti perché non legate a pubblici servizi", per questo a dover dare le loro deduzioni e a essere chiamati in causa sono i quindici che a vario titolo (come dirigenti di federazione, arbitri, dirigenti arbitrali o impiegati) possono essere considerati di inquadramento "pubblico".
GIUDIZIO AUTONOMO - La Corte dei conti si sta muovendo in totale autonomia. Il vice procuratore generale chiarisce che il procedimento amministrativo si muove "al di là di quelle che saranno le conclusione del procedimento penale" per motivi diversi e per un danno diverso. Una celerità di operato davvero encomiabile.
LA CURIOSITA’ - Nell’elenco della Corte dei conti rispunta il nome di Cosimo Maria Ferri, il magistrato che aveva parlato del presunto illecito in Lazio-Fiorentina, poi cambiando la sua deposizione e mai giudicato dalla giustizia sportiva. Nel frattempo è stato anche eletto nel Csm, il Consiglio superiore della magistratura, della serie che alla Corte dei conti non guardano in faccia a nessuno.
secondo siamo ben lontani dalla cifra che poi riusciranno a ottenere...se prendono 10 milioni e' gia tanto
cmq e' ora che i responsabili paghino di tasca loro tutte le porcate che hanno permesso in questi anni...fuori la grana
ROMA, 8 novembre 2006 - Centoventi milioni di euro, tanto potrebbero (il condizionale è quanto mai d’obbligo) essere chiamati a versare allo Stato Franco Carraro, Innocenzo Mazzini, Francesco Ghirelli, Tullio Lanese, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, Gennaro Mazzei, Maria Grazia Fazi, Cosimo Maria Ferri, Massimo De Santis, Gianluca Paparesta, Fabrizio Babini, Duccio Baglioni, Enrico Ceniccola e Claudio Puglisi: circa otto milioni di euro a testa. È questa la richiesta che è arrivata martedì a 15 dei protagonisti di Calciocaos da parte della Procura regionale del Lazio della Corte dei conti. Una richiesta, per il momento, di "deduzioni" da presentare entro 60 giorni, ma che alla fine conclude con un "vale come invito di risarcimento danni ai sensi dell’art. 1219 del codice Civile".
DANNO D’IMMAGINE - Il vice procuratore generale Ugo Montella, che firma l’invito, va giù pesante. Ipotizza un "incalcolabile" danno d’immagine allo sport e per questo "ritiene" che 100 milioni di euro siano la minima parte. C’è poi un "danno da disservizio" perché lo scandalo di questa estate ha minato alla base la credibilità e la possibilità che lo sport più popolare possa essere d’esempio per i giovani e per questo sono 20 i milioni di euro che dovrebbero pagare i 15 "invitati". Infine c’è il "danno erariale" frutto del mancato introito da parte dello Stato per la riduzione degli abbonamenti e biglietti allo stadio: tutto ancora da valutare.
IL SERVIZIO PUBBLICO - Lo scandalo, però - sempre per la Corte dei conti - investe anche il servizio pubblico radiotelevisivo, la Rai, che sarebbe stata condizionata dall’opera di Luciano Moggi e Antonio Giraudo. Per questo il danno economico è quantificato in 2 milioni di euro. "Invitati" a fare le loro deduzioni, ma anche a pagare, sono in due: Ignazio Scardina e Ciro Venerato.
L’ACCUSA - Il vice procuratore Montella si rifà alle indagini della Procura di Napoli e alle indagini della giustizia sportiva e richiama come da tutto questo sia emerso "un sistema che aveva consuetudini diverse da quelle istituzionali" nel quale erano coinvolte persone che rientravano nelle pubbliche istituzioni. Per Montella è "accertato che Luciano Moggi e Antonio Giraudo" avevano posto in essere questo sistema, ma loro - come anche altri dirigenti di società sportive - "non sono soggetti che possano rientrare nel giudizio della Corte dei conti perché non legate a pubblici servizi", per questo a dover dare le loro deduzioni e a essere chiamati in causa sono i quindici che a vario titolo (come dirigenti di federazione, arbitri, dirigenti arbitrali o impiegati) possono essere considerati di inquadramento "pubblico".
GIUDIZIO AUTONOMO - La Corte dei conti si sta muovendo in totale autonomia. Il vice procuratore generale chiarisce che il procedimento amministrativo si muove "al di là di quelle che saranno le conclusione del procedimento penale" per motivi diversi e per un danno diverso. Una celerità di operato davvero encomiabile.
LA CURIOSITA’ - Nell’elenco della Corte dei conti rispunta il nome di Cosimo Maria Ferri, il magistrato che aveva parlato del presunto illecito in Lazio-Fiorentina, poi cambiando la sua deposizione e mai giudicato dalla giustizia sportiva. Nel frattempo è stato anche eletto nel Csm, il Consiglio superiore della magistratura, della serie che alla Corte dei conti non guardano in faccia a nessuno.
secondo siamo ben lontani dalla cifra che poi riusciranno a ottenere...se prendono 10 milioni e' gia tanto
cmq e' ora che i responsabili paghino di tasca loro tutte le porcate che hanno permesso in questi anni...fuori la grana
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