L'ultimo azzurro superstite di quel trionfo in Francia è morto a Torino. Aveva 90 anni, la sua carriera interamente legata alla Juve. Vinse anche le Olimpiadi nel '36 e uno scudetto
TORINO, 5 novembre 2006 - Anche l'ultimo superstite dell'Italia campione del mondo nel 1938 in Francia se ne è andato. Pietro Rava è morto questa sera a Torino, dopo che le sue condizioni si erano aggravate la scorsa settimana. Avrebbe compiuto 91 il prossimo 21 gennaio. Terzino sinistro potente e roccioso, nato a Cassine (Alessandria) il 21 gennaio 1916, è stato tra i giocatori più titolati d'Italia avendo vinto, oltre al Mondiale del 1938, anche le Olimpiadi del 1936 e, con la Juventus, uno scudetto nel 1949/50 e due coppe Italia nel 1937/38 e nel 1941/42.
La sua carriera è stata indissolubilmente legata alla Juve, con cui ha giocato 13 stagioni fra il 1935 ed il 1950, salvo una parentesi (1946/47) all'Alessandria. Chiuse poi la carriera al Novara, dove giocò fino al 1952. In tutto giocò 352 partite in serie A (303 in bianconero), segnando 19 reti. In nazionale esordì il 3 agosto del 1936 in Italia-Stati Uniti 1-0. Due anni dopo giocò tutte le 4 partite del Mondiale di Francia laureandosi campione del mondo. Con il portiere Olivieri e il compagno di reparto Foni giocò insieme 15 partite in azzurro, con il bilancio record di 12 vittorie e 3 pareggi. In tutto ha vestito la maglia dell'Italia 30 volte tra il 1936 e il 1946. Rava aveva avuto un infarto nel 1998 e conviveva con il morbo di Alzheimer da qualche anno. Le sue condizioni si erano aggravate venerdì scorso, quando era stato sottoposto a un delicatissimo intervento al femore destro presso l'Ospedale "Martini" di Torino. L'intervento si è reso necessario in seguito a una caduta occorsa all'interno del suo appartamento e alla relativa frattura del femore.
Del successo Mondiale del 1938 una volta disse: "Una cosa ho ancora nelle orecchie, i fischi di Marsiglia. Quelli non li scorderò mai. Provi lei ad entrare in uno stadio che ti fischia nel momento dell'entrata in campo! Non sono mica fischi qualunque, quelli! Al termine del Mondiale rientrammo in Italia, in treno. Era il 1938, non è come ora che avviene tutto con l'aereo privato della società o della Figc. La prima tappa del nostro trionfale tragitto fu la mia Torino, per ovvi motivi di vicinanza frontaliera. A Torino fummo accolti a Porta Susa nientemeno che da mio padre, che era capostazione. Fummo poi ricevuti a Roma, la Capitale, a Palazzo Venezia, dal Duce. Mussolini ci ringraziò per il servizio reso alla Patria. Il mio compenso fu una pergamena e un premio di 8.000 lire. Con quei soldi mi comprai l'auto nuova, una Topolino 9500. Davvero altri tempi!". In omaggio a Rava, la Juve giocherà a Napoli con il lutto al braccio.
R.I.P
massimo rispetto x un campione del mondo
TORINO, 5 novembre 2006 - Anche l'ultimo superstite dell'Italia campione del mondo nel 1938 in Francia se ne è andato. Pietro Rava è morto questa sera a Torino, dopo che le sue condizioni si erano aggravate la scorsa settimana. Avrebbe compiuto 91 il prossimo 21 gennaio. Terzino sinistro potente e roccioso, nato a Cassine (Alessandria) il 21 gennaio 1916, è stato tra i giocatori più titolati d'Italia avendo vinto, oltre al Mondiale del 1938, anche le Olimpiadi del 1936 e, con la Juventus, uno scudetto nel 1949/50 e due coppe Italia nel 1937/38 e nel 1941/42.
La sua carriera è stata indissolubilmente legata alla Juve, con cui ha giocato 13 stagioni fra il 1935 ed il 1950, salvo una parentesi (1946/47) all'Alessandria. Chiuse poi la carriera al Novara, dove giocò fino al 1952. In tutto giocò 352 partite in serie A (303 in bianconero), segnando 19 reti. In nazionale esordì il 3 agosto del 1936 in Italia-Stati Uniti 1-0. Due anni dopo giocò tutte le 4 partite del Mondiale di Francia laureandosi campione del mondo. Con il portiere Olivieri e il compagno di reparto Foni giocò insieme 15 partite in azzurro, con il bilancio record di 12 vittorie e 3 pareggi. In tutto ha vestito la maglia dell'Italia 30 volte tra il 1936 e il 1946. Rava aveva avuto un infarto nel 1998 e conviveva con il morbo di Alzheimer da qualche anno. Le sue condizioni si erano aggravate venerdì scorso, quando era stato sottoposto a un delicatissimo intervento al femore destro presso l'Ospedale "Martini" di Torino. L'intervento si è reso necessario in seguito a una caduta occorsa all'interno del suo appartamento e alla relativa frattura del femore.
Del successo Mondiale del 1938 una volta disse: "Una cosa ho ancora nelle orecchie, i fischi di Marsiglia. Quelli non li scorderò mai. Provi lei ad entrare in uno stadio che ti fischia nel momento dell'entrata in campo! Non sono mica fischi qualunque, quelli! Al termine del Mondiale rientrammo in Italia, in treno. Era il 1938, non è come ora che avviene tutto con l'aereo privato della società o della Figc. La prima tappa del nostro trionfale tragitto fu la mia Torino, per ovvi motivi di vicinanza frontaliera. A Torino fummo accolti a Porta Susa nientemeno che da mio padre, che era capostazione. Fummo poi ricevuti a Roma, la Capitale, a Palazzo Venezia, dal Duce. Mussolini ci ringraziò per il servizio reso alla Patria. Il mio compenso fu una pergamena e un premio di 8.000 lire. Con quei soldi mi comprai l'auto nuova, una Topolino 9500. Davvero altri tempi!". In omaggio a Rava, la Juve giocherà a Napoli con il lutto al braccio.
R.I.P
massimo rispetto x un campione del mondo
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