Lo svizzero Sepp Blatter, n° 1 della Fifa. ReutersZURIGO (Svi), 27 settembre 2006 - Il Mondiale vinto dagli azzurri a Berlino potrebbe entrare nella storia. O meglio restarci, come l'ultimo deciso ai rigori. Questo secondo un'ipotesi espressa dal presidente della Fifa, Sepp Blatter, che vorrebbe introdurre le novità già dalla prossima edizione del torneo, fra 4 anni in Sudafrica. Blatter, che a Berlino aveva disertato il palco delle premiazioni, ha definito "una tragedia" il modo in cui si è decisa l'ultima edizione del mondiale. A suo giudizio, rigiocare oppure ridurre gradualmente il numero di giocatori nei tempi supplementari sarebbe una soluzione migliore. "Abbiamo quattro anni o giù di lì, così penso che avremo tempo", ha detto Blatter a un evento alla Camera di commercio di Zurigo.
"Forse rigiocare la partita se è una finale, cosa che non si può fare nel corso di un torneo per mancanza di tempo. Forse ridurre il numero di giocatori e giocare col golden gol (il primo che segna nei supplementari vince ndr)", ha detto Blatter, aggiungendo che sono imminenti discussioni sul tema ad alto livello. "Quando si arriva alla finale di coppa del Mondo è passione, e quando si arriva ai supplementari è un dramma. Ma quando si va ai rigori diventa tragedia", aveva detto in un precedente discorso il capo dell'organismo mondiale del calcio. "Il pallone è uno sport di squadra e nei rigori non c'è squadra, c'è l'individuo", aveva detto.
Ma andasse a
"Forse rigiocare la partita se è una finale, cosa che non si può fare nel corso di un torneo per mancanza di tempo. Forse ridurre il numero di giocatori e giocare col golden gol (il primo che segna nei supplementari vince ndr)", ha detto Blatter, aggiungendo che sono imminenti discussioni sul tema ad alto livello. "Quando si arriva alla finale di coppa del Mondo è passione, e quando si arriva ai supplementari è un dramma. Ma quando si va ai rigori diventa tragedia", aveva detto in un precedente discorso il capo dell'organismo mondiale del calcio. "Il pallone è uno sport di squadra e nei rigori non c'è squadra, c'è l'individuo", aveva detto.
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