Il tedesco spiega così il ritiro a fine anno: "Dovevo trovare l'attimo giusto, è questo. Ringrazio tutti, la mia famiglia, i miei ex compagni di squadra. Di questo sport ho amato tutto"
MONZA, 10 settembre 2006 - Un momento commovente. Storico. E surreale. Nel momento in cui Michael Schumacher tagliava - vincendo - il traguardo del GP d’Italia, in sala stampa una rappresentante della Ferrari distribuiva due comunicati stampa. Il primo annunciava la formazione per il 2007 e oltre, con Kimi Raikkonen e Felipe Massa. Il secondo riportava le parole dello stesso Schumi. Che lascia il volante per sempre. Uno scritto ufficiale, superato immediatamente dall’emozione e dallo sguardo di Michael nella conferenza stampa successiva al podio.
“E’ un giorno molto speciale per me – ha esordito con la voce fragile -, per tutto quello che è successo in gara, per il Mondiale, per i tifosi. Mi dispiace, dovevo trovare il momento giusto ed è questo: è l’ultima mia corsa a Monza e a fine anno lascio la F.1. Ho attraversato 30 anni di gare e ho amato tutto, i momenti belli e quelli brutti che hanno reso la mia vita unica. Ringrazio i miei genitori, in particolare mia mamma che non c’è più. E poi mia moglie e Corinna e i miei figli, mi hanno dato la forza di fare quello che ho fatto”.
“Grazie anche ai compagni di strada che ho avuto in F.1 – prosegue -. Alla Benetton prima e alla Ferrari poi, ho avuto tanti amici e gente in gamba con cui ho lavorato ed è davvero dura lasciarli. Sono grandi. Ma un momento per smettere prima o poi deve arrivare e adesso è arrivato. Ho preso la decisione intorno a Indianapolis, in un frangente in cui era importante anche per il mio compagno Massa, che è davvero bravo. Si decideva anche il suo futuro e non era giusto che perdesse una buona occasione per il futuro”.
Resta la lotta al titolo contro Alonso, ora più che mai. “Devo concentrarmi sul mondiale e non vedo l’ora di provare a vincerlo”. Intanto fuori, davanti ai maxischermi, una folla trabocchevole assisteva all’addio del suo idolo. Mentre raccontava le sue emozioni si sentivano enormi boati. E forse qualcuno avrà avuto anche il groppo in gola.
personalmente nn mi e' stato mai simpatico...e penso ke alcuni del passato gli siano superiori..ma cmq perdere l unico campione vero degli ultimi 10 anni e' 1 perdita pesante x 1 sport ke fa concorrenza al valium il + delle volte
MONZA, 10 settembre 2006 - Un momento commovente. Storico. E surreale. Nel momento in cui Michael Schumacher tagliava - vincendo - il traguardo del GP d’Italia, in sala stampa una rappresentante della Ferrari distribuiva due comunicati stampa. Il primo annunciava la formazione per il 2007 e oltre, con Kimi Raikkonen e Felipe Massa. Il secondo riportava le parole dello stesso Schumi. Che lascia il volante per sempre. Uno scritto ufficiale, superato immediatamente dall’emozione e dallo sguardo di Michael nella conferenza stampa successiva al podio.
“E’ un giorno molto speciale per me – ha esordito con la voce fragile -, per tutto quello che è successo in gara, per il Mondiale, per i tifosi. Mi dispiace, dovevo trovare il momento giusto ed è questo: è l’ultima mia corsa a Monza e a fine anno lascio la F.1. Ho attraversato 30 anni di gare e ho amato tutto, i momenti belli e quelli brutti che hanno reso la mia vita unica. Ringrazio i miei genitori, in particolare mia mamma che non c’è più. E poi mia moglie e Corinna e i miei figli, mi hanno dato la forza di fare quello che ho fatto”.
“Grazie anche ai compagni di strada che ho avuto in F.1 – prosegue -. Alla Benetton prima e alla Ferrari poi, ho avuto tanti amici e gente in gamba con cui ho lavorato ed è davvero dura lasciarli. Sono grandi. Ma un momento per smettere prima o poi deve arrivare e adesso è arrivato. Ho preso la decisione intorno a Indianapolis, in un frangente in cui era importante anche per il mio compagno Massa, che è davvero bravo. Si decideva anche il suo futuro e non era giusto che perdesse una buona occasione per il futuro”.
Resta la lotta al titolo contro Alonso, ora più che mai. “Devo concentrarmi sul mondiale e non vedo l’ora di provare a vincerlo”. Intanto fuori, davanti ai maxischermi, una folla trabocchevole assisteva all’addio del suo idolo. Mentre raccontava le sue emozioni si sentivano enormi boati. E forse qualcuno avrà avuto anche il groppo in gola.
personalmente nn mi e' stato mai simpatico...e penso ke alcuni del passato gli siano superiori..ma cmq perdere l unico campione vero degli ultimi 10 anni e' 1 perdita pesante x 1 sport ke fa concorrenza al valium il + delle volte

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