Discorso totalmente sbagliato e privo di logica, nonchè colmo di quel buonismo e sete di uguaglianza distorta che comunque non viene applicata quando gli "amati colori" frodano a cuor leggero i regolamenti.
Le società pulite, e quindi da questo discorso sono estranee Milan, Juventus, Lazie, Fiorentina, Reggina, Arezzo, etc. Sono forse l'unica dimostrazione tangibile di attuazione finanziaria di un'equa ripartizione delle risorse. Se ci si ferma a riflettere un attimo, scevri di quell'inutile buonismo tanto caro alle comari di paese e alle trasmissioni di Paolo Del Debbio non si può non guardare come oggettivamente le squadre di calcio ripartiscano gli utili verso la "forza lavoro" in modo del tutto onesto e paritario. Mi spiego meglio: Lavoro in fabbrica, mi faccio come si suol dire "il culo" otto ore al giorno, ho i turni di mattina e di notte e a fine mese, quando mi va bene incasso 1500€ al confronto della proprietà che a chiusura annuale si ritrova centinaia di migliaia di euro di guadagno. Eppure il lavoro lo svolge l'operaio, mentre l'imprenditore, una volta rientrati i discorsi di investimento e ammortamento, si ritrova a guadagnare mille e più volte quanto viene retribuita la forza lavoro. Se gli operai incrociano le braccia, da dove vengono i guadagni? Da ciò si evince che vi è un problema di disparità e cattiva ripartizione delle risorse. Nelle società di calcio, questo non avviene, i calciatori, che sono gli operai del settore, con la loro forza lavoro producono utili milionari, e di questi utili ne prendono una parte in base alla loro bravura e a quanto essi danno alla società stessa.
E' troppo squallido dire che una cosa è male basandosi solo sui numeri senza tenere conto del fattore principale che è il CONTESTO, io Barcellona giocando la Liga, la CL, la Coppa del Re produco guadagni stellari grazie agli introiti televisivi, merchandising, biglietti, per quale motivo non devo rendere al mio operaio parte di quanto ho guadagnato? Non è forse questa vera equità?
Invece di puntare il dito, senza fermarsi a riflettere, contro i guadagni dei calciatori si pensasse da cosa derivano questi guadagni, allora si che un discorso etico sull'eccessivo uso del denaro avrebbe senso di essere, non potete accusare l'operaio di guagnare tanto, quando è l'azienda che guadagna tanto è ripartisce questa ricchezza con gli artefici di questo guadagno. Che poi mi vien da sorridere, ci si stravolge perchè un giocatore guadagni milioni e poi ci si fa alfieri di vanto e gloria per quello che i giocatori han conquistato, si parla di una, cento, mille coppe dei campioni vinte, si parla di storia del calcio, storia che è innegabile abbia portato dei vantaggi economici e poi si rabbrividisce con disdegno di quanto i fautori di tale gloria abbiano guadagnato. Ma si avete ragione voi, lasciamo che i padroni delle società guadagnino milioni e agli operai vadano 1500€ al mese, è giusto, no?
Le società pulite, e quindi da questo discorso sono estranee Milan, Juventus, Lazie, Fiorentina, Reggina, Arezzo, etc. Sono forse l'unica dimostrazione tangibile di attuazione finanziaria di un'equa ripartizione delle risorse. Se ci si ferma a riflettere un attimo, scevri di quell'inutile buonismo tanto caro alle comari di paese e alle trasmissioni di Paolo Del Debbio non si può non guardare come oggettivamente le squadre di calcio ripartiscano gli utili verso la "forza lavoro" in modo del tutto onesto e paritario. Mi spiego meglio: Lavoro in fabbrica, mi faccio come si suol dire "il culo" otto ore al giorno, ho i turni di mattina e di notte e a fine mese, quando mi va bene incasso 1500€ al confronto della proprietà che a chiusura annuale si ritrova centinaia di migliaia di euro di guadagno. Eppure il lavoro lo svolge l'operaio, mentre l'imprenditore, una volta rientrati i discorsi di investimento e ammortamento, si ritrova a guadagnare mille e più volte quanto viene retribuita la forza lavoro. Se gli operai incrociano le braccia, da dove vengono i guadagni? Da ciò si evince che vi è un problema di disparità e cattiva ripartizione delle risorse. Nelle società di calcio, questo non avviene, i calciatori, che sono gli operai del settore, con la loro forza lavoro producono utili milionari, e di questi utili ne prendono una parte in base alla loro bravura e a quanto essi danno alla società stessa.
E' troppo squallido dire che una cosa è male basandosi solo sui numeri senza tenere conto del fattore principale che è il CONTESTO, io Barcellona giocando la Liga, la CL, la Coppa del Re produco guadagni stellari grazie agli introiti televisivi, merchandising, biglietti, per quale motivo non devo rendere al mio operaio parte di quanto ho guadagnato? Non è forse questa vera equità?
Invece di puntare il dito, senza fermarsi a riflettere, contro i guadagni dei calciatori si pensasse da cosa derivano questi guadagni, allora si che un discorso etico sull'eccessivo uso del denaro avrebbe senso di essere, non potete accusare l'operaio di guagnare tanto, quando è l'azienda che guadagna tanto è ripartisce questa ricchezza con gli artefici di questo guadagno. Che poi mi vien da sorridere, ci si stravolge perchè un giocatore guadagni milioni e poi ci si fa alfieri di vanto e gloria per quello che i giocatori han conquistato, si parla di una, cento, mille coppe dei campioni vinte, si parla di storia del calcio, storia che è innegabile abbia portato dei vantaggi economici e poi si rabbrividisce con disdegno di quanto i fautori di tale gloria abbiano guadagnato. Ma si avete ragione voi, lasciamo che i padroni delle società guadagnino milioni e agli operai vadano 1500€ al mese, è giusto, no?
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