L'attaccante del Boca Juniors, Martin Palermo, ha segnato una doppietta al Banfield pur straziato dalla morte del figlio neonato. E' uscito dal campo in lacrime, gratificato dall'ovazione del pubblico
Martin Palermo consolato dai compagni. Olè
Martin Palermo consolato dai compagni. Olè
MILANO, 7 agosto 2006 - Forse alcuni di voi lo ricordano per il nome di chiara origine italiana. Nome associato in vari momenti ai club più prestigiosi della serie A. Ad altri magari è rimasto impresso perché ha saputo entrare nella storia, seppure dalla parte sbagliata: il 4 luglio 1999 riuscì nell'impresa di fallire tre rigori nella stessa partita, persa dalla sua Argentina in coppa America contro la Colombia. Martin Palermo, 32 anni, possente centravanti di La Plata, ieri ha commosso l'Argentina. Ha chiesto di scendere in campo, pur se poco allenato e distrutto da una tragedia familiare. La moglie, incinta di sei mesi, ha dovuto anticipare il parto, ma il bambino è morto poche ore dopo la nascita. Palermo ha sfogato tutto il suo dolore sul campo, mettendo a segno una doppietta contro il Banfield, arrivando a quota 200 reti in carriera. E' uscito dal campo al 34' del secondo tempo gratificato dall'ovazione del pubblico e piangendo a dirotto tra le braccia dell'allenatore Basile.
Lui El Loco, il pazzo, come lo chiamano in Argentina, estroso bomber "vorrei ma non posso", capace di fare molte promesse, ma quasi mai di mantenerle, ha messo tutti d'accordo. La Bombonera lo ha applaudito a scena aperta, lui che ha saputo entusiasmare le folle con il suo genio, ma anche con la sua sregolatezza, che però lo ha penalizzato non poco: non ha mai partecipato a un Mondiale, anche se come talento avrebbe fatto la sua figura anche in una squadra super come la Seleccion. E invece, dopo essersi messo in mostra con Estudiantes e Boca Juniors, in Europa ha giocato, senza lasciare una traccia indelebile, con Villarreal e Betis Siviglia, per poi tornare nel 2004 al Boca, di cui è un idolo della torcida.
Il caso Palermo ricorda quello di Alessandro Del Piero. Nel febbraio del 2001 il capitano della Juventus (partito dalla panchina) segnò al Bari un gol splendido, saltando Neqrouz e infilando con un tocco delizioso, da posizione defilata, il portiere Gillet, pochi giorni dopo aver perso il padre, malato da tempo. Quel gol sembrò telecomandato dall'alto, forse un po' come quelli di Palermo.
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Martin Palermo consolato dai compagni. Olè
Martin Palermo consolato dai compagni. Olè
MILANO, 7 agosto 2006 - Forse alcuni di voi lo ricordano per il nome di chiara origine italiana. Nome associato in vari momenti ai club più prestigiosi della serie A. Ad altri magari è rimasto impresso perché ha saputo entrare nella storia, seppure dalla parte sbagliata: il 4 luglio 1999 riuscì nell'impresa di fallire tre rigori nella stessa partita, persa dalla sua Argentina in coppa America contro la Colombia. Martin Palermo, 32 anni, possente centravanti di La Plata, ieri ha commosso l'Argentina. Ha chiesto di scendere in campo, pur se poco allenato e distrutto da una tragedia familiare. La moglie, incinta di sei mesi, ha dovuto anticipare il parto, ma il bambino è morto poche ore dopo la nascita. Palermo ha sfogato tutto il suo dolore sul campo, mettendo a segno una doppietta contro il Banfield, arrivando a quota 200 reti in carriera. E' uscito dal campo al 34' del secondo tempo gratificato dall'ovazione del pubblico e piangendo a dirotto tra le braccia dell'allenatore Basile.
Lui El Loco, il pazzo, come lo chiamano in Argentina, estroso bomber "vorrei ma non posso", capace di fare molte promesse, ma quasi mai di mantenerle, ha messo tutti d'accordo. La Bombonera lo ha applaudito a scena aperta, lui che ha saputo entusiasmare le folle con il suo genio, ma anche con la sua sregolatezza, che però lo ha penalizzato non poco: non ha mai partecipato a un Mondiale, anche se come talento avrebbe fatto la sua figura anche in una squadra super come la Seleccion. E invece, dopo essersi messo in mostra con Estudiantes e Boca Juniors, in Europa ha giocato, senza lasciare una traccia indelebile, con Villarreal e Betis Siviglia, per poi tornare nel 2004 al Boca, di cui è un idolo della torcida.
Il caso Palermo ricorda quello di Alessandro Del Piero. Nel febbraio del 2001 il capitano della Juventus (partito dalla panchina) segnò al Bari un gol splendido, saltando Neqrouz e infilando con un tocco delizioso, da posizione defilata, il portiere Gillet, pochi giorni dopo aver perso il padre, malato da tempo. Quel gol sembrò telecomandato dall'alto, forse un po' come quelli di Palermo.
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