Appello: ecco le motivazioni
Sono pubbliche le ragioni della sentenza di Sandulli al processo per lo scandalo del calcio: 117 pagine che spiegano i perché dei verdetti di secondo grado
Piero Sandulli, presidente Corte federale. Afp
Piero Sandulli, presidente Corte federale. Afp
ROMA, 4 agosto 2006 - Sono pubbliche le motivazioni della sentenza d'appello al processo per lo scandalo del calcio. La Corte federale, presieduta da Piero Sandulli, ha infatti depositato le 117 pagine che spiegano i motivi dei verdetti di secondo grado emessi lo scorso 25 luglio.
Non un sistema ma una serie di reticoli all'interno di un'atmosfera inquinata. Questo, in estrema sintesi, il quadro. Nell'atto si fa riferimento anche alla sentenza di primo grado, emessa dalla Commissione d'appello federale, e si afferma: "Lucidamente la Caf rileva che il procedimento non riguarda un sistema ma una serie di reticoli autonomamente attuati dalle varie società incolpate, sia purall'interno di un'atmosfera inquinata che incombeva sul campionato di serie A 2004-2005 (pagg. 74 e 75). Quest'impostazione, perfettamente rispondente all'articolata e coerente struttura dell'atto di accusa, appare un necessario corollario della mancata previsione nell'ordinamento federale di una fattispecie di illecito associativo, modellata sull'esempio del diritto comune".
La storia della Juve - Illecito per la Juventus ma pena ridotta alla luce della storia del club bianconero. Questo, in estrema sintesi, il contenuto delle motivazioni. Il collegio ha innanzitutto confermato la tesi che una ripetuta violazione dell'articolo 1, quello della slealtà sportiva, possa essere interpretato come una violazione dell'articolo 6, quello sull'illecito in quanto c'è "un rapporto di necessaria inerenza delle condotte genericamente antidoverose alla figura dell'illecito" o che comunque "se ne possano considerare elemento costitutivo: si tratta di un occasionale, di volta in volta da verificare, apporto causale alla realizzazione dell'illecito sportivo fornito da una condotta, comunque, espressiva di una trasgressione all'ordinamento sportivo".
Il Milan - Nel fitto volume, alla vice Milan, si legge: "...Ritiene la Corte Federale che le sanzioni ora indicate siano sproporzionate ai fatti accertati, e comunque non in sintonia con la normativa dettata dalle norme di comportamento contenute nel Codice di giustizia sportiva...". E ancora: "La Corte ritiene di poter pertanto affermare che la posizione del Galliani, con i conseguenti riflessi che la sua posizione comporta per la Società Milan, non sia stata valutata adeguatamente e con il supporto di una idonea motivazione...".
La Fiorentina - L’illecito a carico della Fiorentina per Lecce-Parma è provato, ma la società viola paga soltanto per responsabilità oggettiva, e non diretta. E’ quanto emerge dalle motivazioni della sentenza d’appello sullo scandalo del calcio, depositate oggi dalla Corte Federale. La Fiorentina, che in primo grado era stata condannata dalla Caf alla retrocessione in B con 12 punti di penalizzazione, è stata tenuta in A dall’organismo presieduto da Piero Sandulli, che gli ha comminato 19 punti di penalizzazione. L’illecito sportivo riguardante Lecce-Parma (arbitrata da De Santis e conclusa 3-3 così da permettere la salvezza dei viola), è da considerarsi sotto la responsabilità diretta "quanto alla posizione di Diego Della Valle, Innocenzo Mazzini e Massimo De Santis, mentre Mencucci (amministratore delegato, ndr) ed Andrea Della Valle (presidente, ndr) vanno dichiarati responsabili solo ai sensi dell’art. 1, con conseguente affermazione di responsabilità semplicemente oggettiva e presunta della società Fiorentina".
La Lazio - Sul fronte Lazio, si afferma che non ci fu nessun illecito sportivo in Lazio-Brescia perché "manca del tutto la partecipazione dell’arbitro Daniele Tombolini". E’ il passo decisivo delle motivazioni della sentenza della Corte Federale per quanto riguarda la posizione del club romano, che l’organismo presieduto da Piero Sandulli ha tenuto in serie A con 11 punti di penalizzazione, annullando la retrocessione stabilita in primo grado dalla Caf.
Sull'ex presidente federale Franco Carraro, si sottolinea: "Non vi è alcuna prova che Carraro agisse per scopi diversi da quelli istituzionali di garantire il regolare andamento del campionato, che avrebbe potuto essere turbato dalla prosecuzione di errori arbitrali ai danni della Lazio".
http://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_...sentenza.shtml
Sono pubbliche le ragioni della sentenza di Sandulli al processo per lo scandalo del calcio: 117 pagine che spiegano i perché dei verdetti di secondo grado
Piero Sandulli, presidente Corte federale. Afp
Piero Sandulli, presidente Corte federale. Afp
ROMA, 4 agosto 2006 - Sono pubbliche le motivazioni della sentenza d'appello al processo per lo scandalo del calcio. La Corte federale, presieduta da Piero Sandulli, ha infatti depositato le 117 pagine che spiegano i motivi dei verdetti di secondo grado emessi lo scorso 25 luglio.
Non un sistema ma una serie di reticoli all'interno di un'atmosfera inquinata. Questo, in estrema sintesi, il quadro. Nell'atto si fa riferimento anche alla sentenza di primo grado, emessa dalla Commissione d'appello federale, e si afferma: "Lucidamente la Caf rileva che il procedimento non riguarda un sistema ma una serie di reticoli autonomamente attuati dalle varie società incolpate, sia purall'interno di un'atmosfera inquinata che incombeva sul campionato di serie A 2004-2005 (pagg. 74 e 75). Quest'impostazione, perfettamente rispondente all'articolata e coerente struttura dell'atto di accusa, appare un necessario corollario della mancata previsione nell'ordinamento federale di una fattispecie di illecito associativo, modellata sull'esempio del diritto comune".
La storia della Juve - Illecito per la Juventus ma pena ridotta alla luce della storia del club bianconero. Questo, in estrema sintesi, il contenuto delle motivazioni. Il collegio ha innanzitutto confermato la tesi che una ripetuta violazione dell'articolo 1, quello della slealtà sportiva, possa essere interpretato come una violazione dell'articolo 6, quello sull'illecito in quanto c'è "un rapporto di necessaria inerenza delle condotte genericamente antidoverose alla figura dell'illecito" o che comunque "se ne possano considerare elemento costitutivo: si tratta di un occasionale, di volta in volta da verificare, apporto causale alla realizzazione dell'illecito sportivo fornito da una condotta, comunque, espressiva di una trasgressione all'ordinamento sportivo".
Il Milan - Nel fitto volume, alla vice Milan, si legge: "...Ritiene la Corte Federale che le sanzioni ora indicate siano sproporzionate ai fatti accertati, e comunque non in sintonia con la normativa dettata dalle norme di comportamento contenute nel Codice di giustizia sportiva...". E ancora: "La Corte ritiene di poter pertanto affermare che la posizione del Galliani, con i conseguenti riflessi che la sua posizione comporta per la Società Milan, non sia stata valutata adeguatamente e con il supporto di una idonea motivazione...".
La Fiorentina - L’illecito a carico della Fiorentina per Lecce-Parma è provato, ma la società viola paga soltanto per responsabilità oggettiva, e non diretta. E’ quanto emerge dalle motivazioni della sentenza d’appello sullo scandalo del calcio, depositate oggi dalla Corte Federale. La Fiorentina, che in primo grado era stata condannata dalla Caf alla retrocessione in B con 12 punti di penalizzazione, è stata tenuta in A dall’organismo presieduto da Piero Sandulli, che gli ha comminato 19 punti di penalizzazione. L’illecito sportivo riguardante Lecce-Parma (arbitrata da De Santis e conclusa 3-3 così da permettere la salvezza dei viola), è da considerarsi sotto la responsabilità diretta "quanto alla posizione di Diego Della Valle, Innocenzo Mazzini e Massimo De Santis, mentre Mencucci (amministratore delegato, ndr) ed Andrea Della Valle (presidente, ndr) vanno dichiarati responsabili solo ai sensi dell’art. 1, con conseguente affermazione di responsabilità semplicemente oggettiva e presunta della società Fiorentina".
La Lazio - Sul fronte Lazio, si afferma che non ci fu nessun illecito sportivo in Lazio-Brescia perché "manca del tutto la partecipazione dell’arbitro Daniele Tombolini". E’ il passo decisivo delle motivazioni della sentenza della Corte Federale per quanto riguarda la posizione del club romano, che l’organismo presieduto da Piero Sandulli ha tenuto in serie A con 11 punti di penalizzazione, annullando la retrocessione stabilita in primo grado dalla Caf.
Sull'ex presidente federale Franco Carraro, si sottolinea: "Non vi è alcuna prova che Carraro agisse per scopi diversi da quelli istituzionali di garantire il regolare andamento del campionato, che avrebbe potuto essere turbato dalla prosecuzione di errori arbitrali ai danni della Lazio".
http://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_...sentenza.shtml
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