“Hai preso tutto?”
“Spero de sì…” disse Romolo frettolosamente.
“E questi?” Remo sollevò in aria una busta di plastica con dentro dei libri.
“Nonno!” protestò Romolo, non aveva voglia di studiare durante le vacanze.
“Sono libri sul calcio” precisò Remo.
“Che palle!! Sono stufo del calcio… tanto è tutto uno schifo!”
“Non abbassiamo la guardia” strepitò Remo fissando suo nipote.
“Vabbè, che roba è?”
E Remo iniziò l’elenco dei titoli: “Lucky Luciano, L’uomo che sussurrava ai cavalli, Il libro nero del calcio, Nel fango del Dio pallone, Gioco sporco, Scudetti dopati, Nostra Signora del dischetto, Le corna del Diavolo…”
“Non c’è niente su Biscardi, Melli, Sposini…?”
“Stanno sul libro nero!”
“E le disgrazie della lazio dal 1900 ad oggi?”
“Basta prendere l’almanacco!”
“Ma è vero che Mazzini faceva da psichiatra a Lolito?”
“Boh, se dice ch’era er frate confessore…”
Il bagagliaio di Romolo era ormai pieno, e il muso della macchina puntava decisamente sulla strada.
“Hai preso tutto” ripeté Remo.
“Me pare de sì…” Romolo si guardò attorno per controllare se avesse lasciato fuori qualcosa.
Remo stava co’ na faccia da funerale come ser nipote partisse pel Libano.
“Nonno, allora vado…” e s’avvicinò per salutarlo.
“Ma ndò vai? Resta qua, perché vai così lontano?” disse il vecchio commuovendosi.
“Lontano? Vado a Capocotta mica a New York!”
“Eh, e io rimango qui co’ sti balordi… d’estate poi è pieno de sorci, lo sai?”
“Sorci de fogna?”
“No, d’appartamento… hai visto mai che na sera mentre me sto a vede la tv me trovo Carraro sul balcone che s’è calato co’ na corda dar terrazzo?”
“A proposito quanto ha preso?”
“Niente. Solo una multa! Come se fosse passato col rosso...”
“Potente! E il sciabattino ‘e Firenze ‘osa disce?”
“Eh, ‘osa disce… l’altra sera c’aveva na scarpa sulla scrivania, na puzza… er giornalista Rai pe’ poco ce more…”
“E zio Galliani?”
“Ha festeggiato tutta notte cor figlio… pare che so’ stati prima al “Join the Gap” e poi al “Plastic”… è tornato a casa tutto rotto…”
“E te credo! E Max Giusti, cioè, Lolito?”
“Sta nero! Capirai, deve pagà na multa da 130 mila sberle…”
“Poraccio… va a finì che se vende la lazio!”
“Er pecoraro delle zebre parla?”
“Giovannino Gigli Bolle L’Acqua Sur Foco è indignato con due zeta…”
“Azz!!”
“Parla? Straparla! Pretende: serie A, Champions, Scudetti, Coppe, Supercoppe… cor prosciutto, Nutella co’ le fragole, na notte co’ la D’Amico (tanto pe’ fa vedé a Moggino come se fa…) e se ce scappa pure na notte co’ Rocco Sigfrido!”
“Siffredi…”
“Guarda, io, mannaggia… - si morde le mani - farebbe ‘no sproposito!”
“Ma dai, nonno, non te la prendere… Moggi scherzava! Lo sanno tutti che gli piace scherzare. Lui diceva agli arbitri di favorire la Juve, ma solo per scherzo! Sei sempre il solito romanista…”
“Spero de sì…” disse Romolo frettolosamente.
“E questi?” Remo sollevò in aria una busta di plastica con dentro dei libri.
“Nonno!” protestò Romolo, non aveva voglia di studiare durante le vacanze.
“Sono libri sul calcio” precisò Remo.
“Che palle!! Sono stufo del calcio… tanto è tutto uno schifo!”
“Non abbassiamo la guardia” strepitò Remo fissando suo nipote.
“Vabbè, che roba è?”
E Remo iniziò l’elenco dei titoli: “Lucky Luciano, L’uomo che sussurrava ai cavalli, Il libro nero del calcio, Nel fango del Dio pallone, Gioco sporco, Scudetti dopati, Nostra Signora del dischetto, Le corna del Diavolo…”
“Non c’è niente su Biscardi, Melli, Sposini…?”
“Stanno sul libro nero!”
“E le disgrazie della lazio dal 1900 ad oggi?”
“Basta prendere l’almanacco!”
“Ma è vero che Mazzini faceva da psichiatra a Lolito?”
“Boh, se dice ch’era er frate confessore…”
Il bagagliaio di Romolo era ormai pieno, e il muso della macchina puntava decisamente sulla strada.
“Hai preso tutto” ripeté Remo.
“Me pare de sì…” Romolo si guardò attorno per controllare se avesse lasciato fuori qualcosa.
Remo stava co’ na faccia da funerale come ser nipote partisse pel Libano.
“Nonno, allora vado…” e s’avvicinò per salutarlo.
“Ma ndò vai? Resta qua, perché vai così lontano?” disse il vecchio commuovendosi.
“Lontano? Vado a Capocotta mica a New York!”
“Eh, e io rimango qui co’ sti balordi… d’estate poi è pieno de sorci, lo sai?”
“Sorci de fogna?”
“No, d’appartamento… hai visto mai che na sera mentre me sto a vede la tv me trovo Carraro sul balcone che s’è calato co’ na corda dar terrazzo?”
“A proposito quanto ha preso?”
“Niente. Solo una multa! Come se fosse passato col rosso...”
“Potente! E il sciabattino ‘e Firenze ‘osa disce?”
“Eh, ‘osa disce… l’altra sera c’aveva na scarpa sulla scrivania, na puzza… er giornalista Rai pe’ poco ce more…”
“E zio Galliani?”
“Ha festeggiato tutta notte cor figlio… pare che so’ stati prima al “Join the Gap” e poi al “Plastic”… è tornato a casa tutto rotto…”
“E te credo! E Max Giusti, cioè, Lolito?”
“Sta nero! Capirai, deve pagà na multa da 130 mila sberle…”
“Poraccio… va a finì che se vende la lazio!”
“Er pecoraro delle zebre parla?”
“Giovannino Gigli Bolle L’Acqua Sur Foco è indignato con due zeta…”
“Azz!!”
“Parla? Straparla! Pretende: serie A, Champions, Scudetti, Coppe, Supercoppe… cor prosciutto, Nutella co’ le fragole, na notte co’ la D’Amico (tanto pe’ fa vedé a Moggino come se fa…) e se ce scappa pure na notte co’ Rocco Sigfrido!”
“Siffredi…”
“Guarda, io, mannaggia… - si morde le mani - farebbe ‘no sproposito!”
“Ma dai, nonno, non te la prendere… Moggi scherzava! Lo sanno tutti che gli piace scherzare. Lui diceva agli arbitri di favorire la Juve, ma solo per scherzo! Sei sempre il solito romanista…”
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