Partite «aggiustate», rischiano nove club Mercato e incontri condizionati: oltre alla Juve, coinvolte Fiorentina, Lazio, Udinese, Messina, Siena e alcune squadre di B
Striscione contro Moggi a San Siro (Emblema)
ROMA - Nove società rischiano grosso in sede sportiva. Club di serie A e B su cui si è concentrata l’attenzione degli investigatori perché, per un verso o per l’altro, ne parlano i protagonisti delle intercettazioni. Sulla Juventus e suoi destini nel campionato 2004-2005 si sofferma principalmente Luciano Moggi, il direttore generale indagato sia nel capoluogo partenopeo sia a Roma. Ma i carabinieri hanno registrato centinaia di conversazioni in cui si discute di acquisti e cessioni di calciatori ma, in alcuni casi, si tenterebbe anche di condizionare l’andamento degli incontri. Nel mirino sono così finite Fiorentina e Lazio, Siena e Udinese, Messina, Avellino, Arezzo e Crotone. E la Juve. E’ l’ultimo fronte dell’inchiesta dei pm Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice. Difficile sapere quale sia il livello di coinvolgimento dei dirigenti delle società. I particolari trapelano con il contagocce, magistrati e militari dell’Arma non dicono più di tanto perché si rendono conto di quanto possa essere dirompente confermare o smentire una notizia. Ma in un anno di registrazioni, sono rimasti impressi sui nastri degli apparecchi colloqui definiti da chi li ha ascoltati «spesso inquietanti».
E i contatti tra chi non sapeva di avere il cellulare o i telefoni di casa o dell’ufficio intercettati sarebbero diventati più frequenti durante le ultime giornate del campionato. Quando in ballo c’erano interessi, anche economici, enormi: un primato da mantenere, un obiettivo da raggiungere a tutti i costi. Lo scudetto, forse. Una retrocessione da evitare, con tutta probabilità. Le gare sulle quali si è concentrata l’attenzione degli investigatori sono almeno diciotto. Una decina riguarderebbero la Juventus, le altre una parte consistente degli ulteriori otto club nel mirino. Al centro delle verifiche, per gli «aiuti» che potrebbero aver offerto, sempre gli arbitri. E qui, il silenzio dei magistrati è totale. Bisognerà attendere il deposito degli atti per capire, per tracciare una mappa di chi potrebbe dover affrontare processi sportivi con lo spettro di pesanti penalizzazioni se non addirittura di retrocessioni. Un fatto finora appare però certo: tutto ruotava attorno a Moggi che, inconsapevole di essere ascoltato dai carabinieri, trattava giocatori con società italiane ed estere. Ma, contemporaneamente, dispensava consigli, riceveva richieste di interventi, parlava in maniera disinvolta con Pairetto e con più di un alto dirigente di società. Non disdegnava, sembra, nemmeno contatti diretti con qualche direttore di gara. E presto molti «vip» dei club potrebbero essere interrogati sotto il Vesuvio. Questo è il quadro che emerge dall’inchiesta di Napoli. E intanto ieri a Roma, davanti ai pm Luca Palamara e Cristina Palaia che indagano sull’attività della «Gea» (sono indagati Luciano Moggi e il figlio Alessandro, l’amministratore delegato Franco Zavaglia e uno dei soci, Chiara Geronzi) sono stati sentiti come «persone informate sui fatti» l’ex direttore sportivo della Roma Franco Baldini e l’attuale ds dell’Arezzo ed ex presidente dell’Ancona Ermanno Pieroni. Arrestato per il fallimento della compagine marchigiana, da sempre legato a Luciano Gaucci (l’ex proprietario del Perugia ancora latitante a Santo Domingo per il crac della società), con le sue denunce di connivenze tra alcuni club e qualche arbitro (in un’intervista ha sostenuto che «Moggi riesce a controllare, attraverso suoi uomini, otto squadre di serie A») Pieroni ha provocato l’accelerazione dell’inchiesta in cui si sta verificando la posizione di De Santis, Stefano Farina, Marco Gabriele e Luca Palanca.
Sempre ieri, i difensori di Chiara Geronzi, Paola Severino e Maurizio Bellacosa, hanno precisato che la loro «assistita non ha mai svolto attività di mediazione per la cessione dei calciatori e non ha dunque mai preso parte alle trattative per il passaggio di Fabio Liverani dal Perugia alla Lazio. Al contempo - hanno aggiunto - Chiara Geronzi ribadisce la propria fiducia nella correttezza dell’operato degli altri soci della Gea».
Flavio Haver
11 maggio 2006
FONTE
Che dire, forza sbirri!
Striscione contro Moggi a San Siro (Emblema)
ROMA - Nove società rischiano grosso in sede sportiva. Club di serie A e B su cui si è concentrata l’attenzione degli investigatori perché, per un verso o per l’altro, ne parlano i protagonisti delle intercettazioni. Sulla Juventus e suoi destini nel campionato 2004-2005 si sofferma principalmente Luciano Moggi, il direttore generale indagato sia nel capoluogo partenopeo sia a Roma. Ma i carabinieri hanno registrato centinaia di conversazioni in cui si discute di acquisti e cessioni di calciatori ma, in alcuni casi, si tenterebbe anche di condizionare l’andamento degli incontri. Nel mirino sono così finite Fiorentina e Lazio, Siena e Udinese, Messina, Avellino, Arezzo e Crotone. E la Juve. E’ l’ultimo fronte dell’inchiesta dei pm Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice. Difficile sapere quale sia il livello di coinvolgimento dei dirigenti delle società. I particolari trapelano con il contagocce, magistrati e militari dell’Arma non dicono più di tanto perché si rendono conto di quanto possa essere dirompente confermare o smentire una notizia. Ma in un anno di registrazioni, sono rimasti impressi sui nastri degli apparecchi colloqui definiti da chi li ha ascoltati «spesso inquietanti».
E i contatti tra chi non sapeva di avere il cellulare o i telefoni di casa o dell’ufficio intercettati sarebbero diventati più frequenti durante le ultime giornate del campionato. Quando in ballo c’erano interessi, anche economici, enormi: un primato da mantenere, un obiettivo da raggiungere a tutti i costi. Lo scudetto, forse. Una retrocessione da evitare, con tutta probabilità. Le gare sulle quali si è concentrata l’attenzione degli investigatori sono almeno diciotto. Una decina riguarderebbero la Juventus, le altre una parte consistente degli ulteriori otto club nel mirino. Al centro delle verifiche, per gli «aiuti» che potrebbero aver offerto, sempre gli arbitri. E qui, il silenzio dei magistrati è totale. Bisognerà attendere il deposito degli atti per capire, per tracciare una mappa di chi potrebbe dover affrontare processi sportivi con lo spettro di pesanti penalizzazioni se non addirittura di retrocessioni. Un fatto finora appare però certo: tutto ruotava attorno a Moggi che, inconsapevole di essere ascoltato dai carabinieri, trattava giocatori con società italiane ed estere. Ma, contemporaneamente, dispensava consigli, riceveva richieste di interventi, parlava in maniera disinvolta con Pairetto e con più di un alto dirigente di società. Non disdegnava, sembra, nemmeno contatti diretti con qualche direttore di gara. E presto molti «vip» dei club potrebbero essere interrogati sotto il Vesuvio. Questo è il quadro che emerge dall’inchiesta di Napoli. E intanto ieri a Roma, davanti ai pm Luca Palamara e Cristina Palaia che indagano sull’attività della «Gea» (sono indagati Luciano Moggi e il figlio Alessandro, l’amministratore delegato Franco Zavaglia e uno dei soci, Chiara Geronzi) sono stati sentiti come «persone informate sui fatti» l’ex direttore sportivo della Roma Franco Baldini e l’attuale ds dell’Arezzo ed ex presidente dell’Ancona Ermanno Pieroni. Arrestato per il fallimento della compagine marchigiana, da sempre legato a Luciano Gaucci (l’ex proprietario del Perugia ancora latitante a Santo Domingo per il crac della società), con le sue denunce di connivenze tra alcuni club e qualche arbitro (in un’intervista ha sostenuto che «Moggi riesce a controllare, attraverso suoi uomini, otto squadre di serie A») Pieroni ha provocato l’accelerazione dell’inchiesta in cui si sta verificando la posizione di De Santis, Stefano Farina, Marco Gabriele e Luca Palanca.
Sempre ieri, i difensori di Chiara Geronzi, Paola Severino e Maurizio Bellacosa, hanno precisato che la loro «assistita non ha mai svolto attività di mediazione per la cessione dei calciatori e non ha dunque mai preso parte alle trattative per il passaggio di Fabio Liverani dal Perugia alla Lazio. Al contempo - hanno aggiunto - Chiara Geronzi ribadisce la propria fiducia nella correttezza dell’operato degli altri soci della Gea».
Flavio Haver
11 maggio 2006
FONTE
Che dire, forza sbirri!
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